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Disagi al centro trasfusionale: la risposta dell'AOR San Carlo

21/08/2025



Riceviamo e pubblichiamo la nota ufficiale dell’azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, a firma del Direttore Generale e della Direttrice Sanitaria, in risposta a questa lettera CLICCA QUI


 


Gentili Sig.ri Rita e Franco Forastiero,


desideriamo esprimere la nostra comprensione per il disagio rappresentato, ben consapevoli delle difficoltà e dell’ansia che accompagnano la gestione della salute di un familiare affetto da patologia onco-ematologica, e riteniamo assolutamente importante fornire chiarimenti tempestivi. Preliminarmente, tuttavia, spiace prendere atto dell’invio della segnalazione ad Istituzioni ed Organi di Stampa senza preventiva interlocuzione diretta con la nostra Azienda, che avrebbe potuto prontamente fornire ogni informazione necessaria. È, conseguentemente, doveroso formulare le opportune precisazioni nella stessa modalità. Nel merito della questione posta, è necessario sottolineare come la funzione di un Servizio di Medicina Trasfusionale, come quello dell’ospedale di Lagonegro, sia disciplinata da normative precise e non consista in alcun modo nella gestione clinica del paziente.


Attività precipue sono, invece, la raccolta del sangue intero e dei suoi componenti, nonché la loro lavorazione, conservazione e distribuzione alle strutture sanitarie attraverso il Centro di riferimento regionale. Le attività cliniche e la decisione di trasfondere un paziente, detto in maniera più esplicita, non sono di competenza del Servizio Immunotrasfusionale di un ospedale di base, ma rientrano nella responsabilità del medico curante, in questo caso lo specialista Oncoematologo, che ha in carico il paziente, che conosce approfonditamente quadro clinico e patologia e che risponde della correttezza e dell'appropriatezza della terapia. La presenza di un medico presso il Servizio ha, quindi, una funzione di supporto alla raccolta/distribuzione degli emocomponenti e non può implicare che le trasfusioni siano effettuate direttamente senza l’intervento dello specialista di patologia, né che la responsabilità delle decisioni cliniche ricada sul medico medesimo.


La decisione di procedere con una trasfusione, infatti, non è atto banale, ma ‘atto medico’ che non può basarsi esclusivamente su un valore numerico di emoglobina, dovendo tenere conto dello stato clinico generale del paziente.


È, pertanto, solo il medico che ha in cura il paziente a poter valutare valori ematici, quadro clinico generale, sintomi, patologia di base ed eventuale presenza di altre complicazioni, anche in considerazione del fatto che le trasfusioni comportano comunque dei rischi, quali reazioni immunologiche e sovraccarico di liquidi. Solo detto medico potrà validamente valutare benefici attesi dalla trasfusione e i potenziali rischi. Orbene, la gestione del caso in questione ha seguito proprio questa corretta logica.


Se in passato ematologi presenti presso l’ospedale di Lagonegro hanno agito diversamente per agevolare la paziente, ciò ha costituito assunzione di responsabilità al di fuori dell'iter corretto e normativamente previsto, che non può diventare prassi né, di conseguenza, essere oggetto di segnalazione. È dirimente, in aggiunta, sottolineare che sia stata proprio la rete dei Centri Immunotrasfusionali dell’Azienda ospedaliera San Carlo a garantire la consegna degli emocomponenti necessari all’IRCCS-CROB, struttura presso la quale la paziente è in cura. Ciò testimonia l’efficacia e l’impegno del nostro Sistema a rispondere ai bisogni dei pazienti, garantendo -però- sempre la correttezza delle procedure.


Restiamo comunque a disposizione per ulteriori chiarimenti o confronti, con la massima trasparenza e spirito di collaborazione, nella ferma volontà di migliorare la capacità dell’intero Sistema di rispondere alle istanze di salute.




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