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USC. Sanità Vulture-Alto Bradano, delibera ASP: rischio collasso e cittadini senza tutele |
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11/10/2025 |
|  Dopo settimane di attesa e promesse di dialogo, la delibera approvata dall’ASP di Potenza segna una grave battuta d’arresto per la sanità del Vulture-Alto Bradano. Invece di dare seguito agli impegni assunti in Prefettura, l’Azienda adotta un provvedimento che ignora la realtà dei territori e mette a rischio la tenuta stessa dei servizi essenziali. Le strutture accreditate, già provate da mesi di incertezza, vengono caricate di nuove responsabilità senza garanzie né risorse, mentre i cittadini restano senza risposte. Segue comunicato.
Dopo l’incontro in Prefettura e le rassicurazioni pronunciate davanti ai lavoratori, ai sindacati e agli amministratori locali, ci si sarebbe aspettati un segnale di attenzione, un gesto di responsabilità. Invece, ancora una volta, le promesse si sono dissolte alla prima occasione utile. La Delibera ASP n. 837 del 10 ottobre 2025, che avrebbe dovuto dare attuazione alla DGR regionale n. 513, si rivela un atto burocratico freddo e disconnesso dalla realtà, che rischia di trasformarsi nell’ennesimo colpo inferto al fragile equilibrio sanitario dei territori del Vulture-Alto Bradano. Polimedica — il poliambulatorio accreditato riferimento dell’area nord — aveva scelto, nonostante tutto, la via della fiducia: congelare i licenziamenti, mantenere aperto un dialogo, attendere un segnale di collaborazione dall’ASP. Un gesto di responsabilità civile e istituzionale, compiuto anche su invito della Prefettura, per evitare che una crisi già gravissima degenerasse in un disastro sociale e sanitario. Eppure, a pochi giorni da quell’incontro, l’ASP di Potenza ha approvato un provvedimento che ignora completamente quel percorso, che vanifica gli sforzi di mediazione e che, invece di sanare le ferite, le riapre con maggiore profondità. Il nuovo schema di “addendum” imposto alle strutture accreditate non solo nega ogni forma di certezza economica e gestionale, ma trasferisce interamente sui centri privati il rischio delle inefficienze pubbliche. In sostanza, le strutture devono garantire personale, apparecchiature, locali e turni senza sapere se e quante prestazioni potranno effettivamente erogare, e quindi senza alcuna garanzia di remunerazione. Un meccanismo surreale, che scarica la responsabilità delle liste d’attesa sui soggetti che da anni suppliscono alle carenze del sistema pubblico. Ma la questione non è solo tecnica: è politica e profonda. Nei comuni del Vulture-Alto Bradano, i sindaci e gli amministratori locali hanno più volte lanciato appelli, scritto lettere, convocato incontri. Sono stati loro — i primi rappresentanti delle comunità — a richiamare l’attenzione sulla desertificazione dei servizi sanitari, sui cittadini costretti a spostarsi per una visita o un esame, sulle famiglie che non trovano risposte nei tempi dovuti. Eppure, da Potenza, la risposta è arrivata sotto forma di un atto unilaterale, privo di concertazione e calato dall’alto. Il Consiglio regionale, che martedì prossimo tornerà a riunirsi, non può fingere di non vedere. L’emergenza delle liste d’attesa, il blocco dei contratti e la paralisi dei servizi convenzionati non sono più questioni amministrative: sono una crisi di sistema che tocca direttamente il diritto alla salute e la tenuta sociale dei territori. E i sindaci, che in queste settimane hanno mantenuto viva la voce del territorio, hanno il dovere e il diritto di far sentire la propria presenza anche nelle sedi istituzionali, chiedendo chiarezza, confronto e risposte concrete. In tutto questo, appare sempre più evidente la distanza tra gli annunci dell’assessore Latronico e la realtà dei fatti. Le sue dichiarazioni, che parlavano di “attenzione” e “collaborazione con le strutture accreditate”, restano parole vuote di fronte a provvedimenti come questo. La gestione delle risorse sanitarie continua a essere condizionata da scelte arbitrarie, poco trasparenti e incapaci di rispondere ai bisogni reali delle comunità. E ciò che doveva essere un atto di efficienza rischia di produrre solo nuove incertezze e nuovi contenziosi. Perché di questo si tratta: di un provvedimento che, se non corretto, aprirà inevitabilmente nuovi fronti legali, nuovi ricorsi e nuovi costi per la collettività. Contenziosi che potrebbero essere evitati con il dialogo, la trasparenza e il buon senso amministrativo. È inaccettabile che un atto concepito per ridurre le liste d’attesa finisca per aggravarle, imbrigliando le procedure e disincentivando chi avrebbe la capacità di recuperare visite ed esami in tempi rapidi. È inaccettabile che la sanità venga gestita con logiche di controllo e sospetto, anziché di cooperazione e programmazione. È inaccettabile che, in nome della “cosa pubblica”, si continuino a compiere scelte che finiscono per danneggiare i cittadini e gli operatori.
La misura, ormai, è colma. Di questo passo, ai territori non resterà che accettare tutto in silenzio: la riduzione delle risorse, la chiusura dei servizi, l’indifferenza verso chi ancora crede nella sanità di prossimità. Ma il Vulture-Alto Bradano non starà in silenzio. Medici, lavoratori, amministratori e cittadini continueranno a chiedere rispetto — non privilegi, ma rispetto per chi garantisce ogni giorno la salute di una comunità intera. È tempo che la Regione e l’ASP tornino a esercitare il potere con la misura del buon senso, della responsabilità e della trasparenza. Perché la sanità è un patto di fiducia tra istituzioni e cittadini. E quando quel patto viene tradito, non resta che la voce di chi, con dignità e coraggio, rifiuta di restare spettatore di un disastro annunciato. -- Presidente U.S.C. - Michele Cataldi |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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