|
Fusti a Montecotugno? Meglio specificare... |
---|
9/10/2008 |
| Dopo il servizio del TGR Basilicata a firma di Rocco De Rosa andato in onda oggi durante l'edizione delle 14, sono stati in molti, telefonicamente o tramite email, a chiedere spiegazioni a La Siritide in merito alla vicenda del ritrovamento di 12 fusti nell'invaso di Montecotugno (che vi mostriamo nella foto qui a fianco) . E' una notizia che abbiamo riportato il 4 ottobre scorso su questo sito, mediante un articolo a firma di Gianni Costantito pubblicato quel giorno su "Il Quotidiano di Basilicata". Come era spiegato anche in quell'articolo, citiamo testualmente, "da una sommaria indagine esterna effettuata con rilievi radiometrici al fine di verificare l'innalzamento o meno dei livelli di fondo ambientale di radioattività della zona da parte di due tecnici dell'Arpab di Matera, Carmela Paola Fortunato e Duilio Fossanova, non sono emersi livelli al di fuori del range del fondo ambientale della zona. I fusti, contenenti in superficie calcestruzzo, con alla sommità barre di tondino di ferro da sedici".
Qualche ora fa un'agente forestale del Comando di Senise (che si è occupato direttamente del sequestro)ha spiegato che, nonostante l'ARPAB non si sia ancora espresso in merito alle analisi definitive, i fusti quasi sicuramente sono stati lasciati in quel punto dall'impresa che si è occupata della realizzazione dello sbarramento. Gli stessi fusti, in pratica, ancorati al terreno con apposita piattaforma in cemento, sarebbero serviti per ancorare i nastri per trasportare il materiale utile per la realizzazione del muro di sbarramento. Sembra, da quanto appreso, che gli stessi fusti siano stati già visibili agli inizi degli anni novanta e che facciano parte di una serie di materiali che l'impresa ha indebitamente lasciato sul cantiere una volta ultimati i lavori per la costruzione della diga. Per adesso, dunque, niente rifiuti radioattivi e niente allarmismi.
MpVerg
Lasiritide.it |
CRONACA
SPORT
|
Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
|