HOMEContattiDirettoreWebTvNewsNews SportCultura ed Eventi

 

 

CONFAPI Potenza replica al Report 2025 di Legambiente: ''Inesattezze e valutazioni fuorvianti sulle cave lucane''

7/11/2025



La sezione Cave ed Attività Estrattive di CONFAPI Potenza, guidata dal Presidente Tomasillo, interviene pubblicamente per chiarire, tramite una nota stampa, quelle che definisce inesattezze e valutazioni fuorvianti apparse su organi di stampa in merito al recente Report 2025 di Legambiente sulle cave dismesse.

Ancora una volta la sezione Cave ed attività estrattive della CONFAPI Potenza nella persona del suo Presidente Tomasillo si vede costretta a replicare a mezzo stampa alle considerazioni del tutto prive di ogni fondamento riportate nell’articolo di stampa pubblicato il 5 novembre 2025 su Il Quotidiano del Sud. L’articolo prende le mosse dalla presentazione del Report 2025 di Legambiente, che come già accaduto in passato, presenta una serie di inesattezze ed omissioni, cui è necessario replicare anche per non lasciare nei lettori la sensazione che le imprese che svolgono attività di cava ed estrattive siano fuorilegge senza scrupoli che depredano il territorio senza pagare canoni concessori, senza prevedere riqualificazioni ambientali e senza operare il ripristino dello status quo ante. Nell’articolo in questione si afferma che le cave praticano attività estrattive “senza versare un centesimo” (testuale) alla Regione Basilicata. Occorre però precisare che siccome in molti casi l’area sulla quale insiste la cava ricade in territorio comunale, sono i Comuni a definire con gli operatori i canoni annuali da corrispondere per tutta l’area di estrazione. Nella realtà, quindi, vengono versati canoni anche ingenti alle casse dei Comuni nei cui territori la cava ricade. Fra gli iscritti a Confapi ci sono aziende che per poter continuare l’attività nei siti presso cui sono stati realizzati investimenti milionari, tra attrezzature e mezzi, si vedono costretti a sottoscrivere canoni onerosi che in alcuni casi superano anche i 100 mila di euro all’anno, a prescindere dai quantitativi estratti e con il conseguente rischio tutto a carico dell’imprenditore, che a fronte di un esborso così oneroso non ha alcuna garanzia circa gli ordinativi e i fatturati. Tra l’altro, è grazie anche ai canoni suddetti che le amministrazioni comunali riescono a garantire servizi e programmare attività per i propri cittadini, a tutto vantaggio delle comunità interessate.
Il confronto con altri paesi europei riportato nell’articolo riguardo ai canoni di concessione non è sostenibile, perché troppo diverso il contesto ambientale, la storia estrattiva e normativa alla base dell’attività di cave ed estrazioni e soprattutto imparagonabili sono le remunerazioni del prodotto finito che le imprese di altri paesi europei riescono ad ottenere.
Nell’articolo veniva inoltre riportata l’affermazione secondo la quale non esistono piani di recupero ambientale e che non vi è nessun obbligo di ripristino da parte delle imprese una volta terminata la fase estrattiva. In realtà oramai da diversi anni per ottenere un’autorizzazione per l’estrazione di una cava presso la Regione Basilicata, è necessario presentare, oltre al progetto di coltivazione del sito, anche il piano di recupero ambientale dello stesso, per garantire il quale devono essere sottoscritte polizze fideiussorie molto costose, che vedono come beneficiaria la Regione Basilicata. Quanto alla mancata previsione di un piano di recupero delle aree di cava dismesse la CONFAPI Potenza ha presentato a più riprese agli Assessorati competenti proposte per il recupero e la valorizzazione di siti di estrazione abbandonati nei decenni precedenti e scavi a cielo aperto presenti su tutto il territorio regionale: va dato merito alla Giunta regionale e all’Assessore Pepe di aver finalmente configurato e strutturato l’Ufficio Cave, nel quale sono stati chiamati a lavorare funzionari di capacità ed esperienza che sicuramente consentiranno una interlocuzione costruttiva con il mondo estrattivo.
Il Presidente Tomasillo dichiara che “la crescente sensibilità ambientale ha radicalmente mutato le tecniche di estrazione e al tempo stesso la figura dell’imprenditore estrattivo. Oggi le aziende del settore lapideo estrattivo sono sempre più impegnate in complesse procedure di coltivazione e ripristino morfologico delle aree. La maggior consapevolezza della tutela della sicurezza fa sì che le aziende impegnino oggi esclusivamente macchinari e tecnologie all’avanguardia gestite da personale altamente specializzato, commercializzando prodotti certificati e garantiti. Gli imprenditori del settore nel corso degli anni hanno fatto ogni sforzo per essere al passo con i tempi: dalla cava che scava i suoi prodotti si è passati all’industria che trasforma la materia estratta con avanzate metodologie standardizzate. La categoria delle cave di CONFAPI Potenza combatte qualsiasi forma di abusivismo e contrasta tutte le attività non autorizzate, che arrecano danno all’immagine di quanti operano nella legalità e che si attengono scrupolosamente a tutte le normative vigenti”.
Infine, il presidente Tomasillo a nome di CONFAPI POTENZA si dichiara disponibile ad un confronto ed una verifica con rappresentanti di Legambiente, e ci tiene ad invitare gli stessi rappresentanti, alla presenza dell’Assessore competente, Pasquale Pepe, a visitare le cave aderenti alla CONFAPI POTENZA, per constatare quanto diverse siano le realtà aderenti rispetto a quanto è stato riportato nell’articolo in questione e a quanto si evince dalla lettura del Report 2025: descrizioni che forse potevano corrispondere alla figura del cavatore di qualche decennio fa, ma oggi appaiono del tutto avulse dalla realtà e penalizzano gravemente l’immagine di un’intera categoria.


 


foto di repertorio




ALTRE NEWS

CRONACA

7/11/2025 - CONFAPI Potenza replica al Report 2025 di Legambiente: ''Inesattezze e valutazioni fuorvianti sulle cave lucane''
7/11/2025 - Guardie mediche, l’ASP Basilicata replica: ''Disagi dovuti a carenze strutturali, non a scelte politiche''
7/11/2025 - Crisi climatica, Legambiente: 811 eventi estremi in 11 anni. Italia in ritardo su piani di adattamento
7/11/2025 - Cersosimo, intimidazione o vandalismo? Colpita l’auto della sindaca

SPORT

7/11/2025 - Cavese travolgente, Potenza allo sbando: 3-0 al 'Simonetta Lamberti'
7/11/2025 - Basket. Due giorni di sport e festa al 4° Memorial ''Grieco-Epifania''
7/11/2025 - Serie D, il programma dell’undicesima giornata
7/11/2025 - Rinascita Lagonegro, direzione Porto Viro. Il palleggiatore Lorenzo Esposito: ''Sarà una battaglia''

Sommario Cronaca                                  Sommario Sport

Non con i miei soldi. Non con i nostri soldi
di don Marcello Cozzi

Parlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua



 



Agoraut - Associazione culturale di informazione territoriale - P.Iva: 01673320766 - Copyright© lasiritide.it - Webmaster: Armando Arleo