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Unibas, occupabilità in crescita: presentato a Brescia il XXVII Rapporto AlmaLaurea

11/06/2025



È stato presentato il 10 giugno 2025 a Brescia, nel corso del convegno “Laureati e lavoro nel prisma del mismatch”, il XXVII Rapporto AlmaLaurea su Profilo e Condizione occupazionale dei laureati. I dati relativi all’Università degli Studi della Basilicata confermano il valore dell’ateneo lucano, capace di preparare efficacemente i propri studenti per il mondo del lavoro. Merito di una didattica di qualità, di un ambiente formativo accogliente e di un rapporto diretto tra docenti e studenti.
Nel 2024 i laureati Unibas coinvolti nell’indagine sono stati 915. Spicca il dato in crescita degli studenti provenienti da fuori regione (26,8%) e il livello di soddisfazione generale per l’esperienza universitaria, salito al 92,6%. Migliora anche la regolarità negli studi: il 43,8% termina nei tempi previsti. Importanti i risultati relativi ai tirocini curricolari, svolti dal 65,7% degli studenti, segno di un buon legame tra università e tessuto produttivo. Ancora contenuta, invece, la partecipazione a esperienze di studio all’estero (6,2%), pur con copertura totale delle borse.
Ottime notizie anche sul fronte occupazionale: il tasso di occupazione a un anno dalla laurea cresce al 66,7% per i triennali e al 75% per i magistrali. A cinque anni dal titolo, l’87,7% dei laureati è occupato, e l’84,8% ritiene la laurea efficace per il proprio lavoro. Dati che superano in diversi casi le medie nazionali, confermando la solidità e l’efficacia del percorso formativo offerto dall’Università della Basilicata.
Di seguito riportiamo LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI UNIBAS inviateci tramite nota stampa

Il XXVII Rapporto AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei laureati ha analizzato 690 mila laureati, di 81 università, di primo e secondo livello del 2023, 2021 e 2019 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo; l’indagine ha riguardato complessivamente 1.596 laureati dell'Università della Basilicata. Considerando i laureati triennali Unibas che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti ad un nuovo corso di laurea (26,3%), risulta in crescita il tasso di occupazione, che arriva al 66,7% (contro il 60,9% del 2024), mentre è in deciso calo il tasso di disoccupazione, pari all’11,1% (era il 20,9% nel 2024).  La retribuzione è in media di 1.143 euro mensili netti.
Sono state prese in esame, inoltre, l’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università. Anche in questo caso i dati del 2025 sono sensibilmente migliori di quelli del 2024: nel 2025 il 50,0% degli occupati (39,6% del 2024) considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto; il 42,2% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.
Per quanto riguarda invece i laureati di secondo livello contattati a un anno dal titolo, risulta in crescita il tasso di occupazione, pari al 75%, contro il 73,5% del 2024. 
La retribuzione è in media di 1.369 euro mensili netti.
Il 73,8% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo contro una media nazionale del 68,2%; il 65,8% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi.
Numeri ancor più positivi per i laureati Unibas contattati a cinque anni dal titolo.
Il tasso di occupazione è cresciuto significativamente, dall’81,7% nel 2024 all’87,7% del 2025. Il tasso di disoccupazione invece è sceso dal 9,7% del 2024 al 6,0% del 2025.
Le retribuzioni arrivano in media a 1.539 euro mensili netti. 
L’84,8% (83,5 % nel 2024) degli occupati (media nazionale 74,8%) ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto; il 71,9% (67,4% nel 2024) dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.
Quanto agli ambiti lavorativi: il 49,1% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 50,3% nel pubblico; lo 0,6% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe l’84,2%, mentre l’industria accoglie il 13,5% degli occupati; 2,3% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.




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