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Calvera: una bottega, una donna, una storia lunga 80 anni

22/05/2025



C’erano le ferite della guerra ancora aperte, le strade polverose e i cuori pieni di incertezza. Ma a Calvera, piccolo borgo lucano incastonato nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, c’era anche una donna che non volle arrendersi.


Era il 22 maggio 1945 quando Bruno Erminia, lucana fiera e determinata, aprì la rivendita n.1 di sali e tabacchi. In un’Italia stremata dal conflitto, Erminia scelse il coraggio: offrire un servizio essenziale alla comunità, ma soprattutto costruire un futuro, suo e del suo paese. Non era scontato, per una donna in quel tempo, aprire un’attività commerciale. Ma Erminia fu pioniera e simbolo di intraprendenza.


Dietro il bancone della sua piccola bottega passavano volti segnati dalla fatica, notizie e racconti: la rivendita divenne un presidio sociale, oltre che commerciale. E lei, con lo sguardo fiero e la volontà ferma, non si fermò mai. A confermare questa lunga storia, un documento ufficiale: “Il primo affidamento della rivendita è avvenuto in data 22/5/1945 nei confronti della sig.ra Bruno Erminia”, si legge nella certificazione rilasciata dal Monopolio di Stato e registrata al nº 6407 dell’11 gennaio 1961 presso l’Ispettorato Compartimentale di Salerno.


Oggi, a distanza di ottant’anni, la rivendita è ancora lì, viva, nel centro storico di un paese di appena 300 anime. È una delle attività più longeve dell’area e continua a rappresentare un punto di riferimento per la comunità. A custodire questa eredità è Francesco Arbia, nipote di Erminia. Professionista affermato nel settore delle luminarie e dell’illuminotecnica per eventi, Francesco non ha mai abbandonato le radici: «Avrei voluto organizzare una festa per celebrare questo traguardo – racconta – ma gli impegni di lavoro me lo hanno impedito. La festa è solo rimandata». Nel suo piccolo, questa bottega racconta molto più di sigarette e valori bollati: racconta la storia di una donna, di un paese, di una Basilicata che sa resistere. E mentre il tempo scorre, tra le sue mura si respira ancora il profumo del tabacco e dei racconti della gente.




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