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Vaccaro (Fillea Cgil) scrive a Bardi: proteggere i lavoratori dal caldo

12/06/2025

Signor Presidente,
questo avvio di stagione estiva è già contrassegnato di prime ondate di caldo africano.
Come è largamente noto, le alte temperature elevano il tasso di rischio nello svolgimento dell’attività lavorativa, soprattutto nei settori per i quali la prestazione lavorativa viene espletata prevalentemente in ambiente esterno.
E il caso dell’agricoltura, ma anche di larga parte dell’ edilizia.
Tutte le evidenze empiriche raffigurano, infatti, plasticamente una chiara correlazione tra le condizioni di caldo estremo e l’insorgere di patologie gravi e l’aumento di frequenza di eventi infortunistici per coloro che fanno un lavoro faticoso all’aperto.
Non è affatto superfluo ricordare, peraltro, che la nostra regione, nel corso degli ultimi anni, risulta sempre annoverata tra quelle con un indice di incidenza della della mortalità sul lavoro (rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale ) più elevata.
La questione di fondo che abbiamo davanti, dunque, è che la salvaguardia della vita e la tutela della salute e della sicurezza delle persone che lavorano devono essere sempre posti al centro di una cultura e di una prassi della “prevenzione” per ridurre al “limite massimo” i fattori di rischio.
Per quanto afferisce al rischio climatico, la Fillea Cgil nazionale e i rispettivi sindacati di categoria di Cisl e Uil, propongono una revisione del DLgs 81/2008, affinchè venga introdotta una specifica disciplina sui cambiamenti climatici, includendo i rischi da stress termico e colpo di calore nei programmi formativi e nella sorveglianza sanitaria obbligatoria per tutti i lavoratori esposti
In parallelo si sta chiedendo al Governo di rendere più strutturale l’indennizzo introdotto lo scorso anno tramite la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, escludendo i giorni di fermo per caldo eccessivo dal limite massimo delle 52 settimane nel biennio mobile.
E’ opportuno anche sottolineare che il rischio connesso alle temperature elevate è già classificato tra i rischi fisici e il datore di lavoro ha l’obbligo di includerlo nel DVR (Documenti di Valutazione dei Rischi).
Tuttavia, sono ben pochi, soprattutto in edilizia, i casi in cui l’obbligo viene rispettato, troppi quelli in cui viene eluso.
Soprattutto, difficilmente si sospende l’attività di cantiere durante i picchi di calore, si riorganizza il lavoro, si attiva la richiesta di Cassa Integrazione Ordinaria.
Sig. Presidente,
sono queste le ragioni che ci inducono, alla stregua dello scorso anno, a chiederLe di disporre, in base all’art. 32 del L.833/1978, recante “ Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale”, il divieto di lavoro in condizione di esposizione prolungata al sole, nelle ore di punta e fino almeno al 31 agosto prossimo, anche nei cantieri edili ed affini, per i giorni in cui la mappa del rischio indicata sulla piattaforma previsionale www.worklimat.it ( coordinato da CNR-IBE e INAIL) segnali un livello di rischio “Alto”.
A differenza dello scorso anno, però, ci auguriamo che la nuova Ordinanza del Presidente della Regione Basilicata, contenente misure di prevenzione per l’attività lavorativa all’aperto in condizioni di esposizione prolungata al sole, possa tutelare anche i lavoratori nei cantieri edili ed affini.



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