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La voce della Politica

25 aprile, ''La libertà non è un regalo''

24/04/2023

La data del 25 aprile rappresenta un giorno fondamentale per la storia della Repubblica Italiana. Ogni anno, l’occasione della celebrazione della festa della Liberazione rappresenta la riproposizione per tutti, giovani ed anziani, di un viaggio nella memoria.
Essa segna il culmine del risveglio della coscienza nazionale e civile impegnata nella riscossa contro gli invasori e nel riscatto morale dal baratro in cui era sprofondata negli ultimi anni del regime fascista. Per l’Italia tutta, fu il giorno della ricomposizione dell’unità nazionale, nel nome della libertà, la pacificazione civile dovrà ancora attendere e passare attraverso violenze e episodi di giustizia sommaria. Non furono soltanto le armate alleate, con l’apporto di quattro divisioni dell’Esercito italiano, a liberare a prezzo di gravi perdite, il nostro Paese. Alla propria liberazione diede un contributo determinante il popolo italiano: in primo luogo, con l’opera tenace ed eroica delle formazioni partigiane operanti nelle campagne, nelle montagne, nelle città d’Italia.
Nessuno, tra i valorosi partigiani del 1945, ha mai pensato di dire, dinnanzi ai fenomeni che minacciavano o mettevano in pericolo la libertà e la democrazia “non mi riguarda”. E tra questi valorosi partigiani è da ricordare il ruolo delle donne, l’apporto straordinario che hanno dato alla lotta di Liberazione è stato determinante. Gli anziani sanno bene che la Resistenza fu tutto questo, perché lo hanno vissuto in prima persona. Perché sono stati protagonisti di questa “ribellione delle coscienze”. I più giovani lo imparano grazie alla trasmissione della memoria e della conoscenza, su questo occorre lavorare, con grande determinazione. Sarebbe sbagliato considerare i valori e la storia della Resistenza come un’eredità acquisita, che non può essere scalfita dal tempo. Non è così. Libertà, democrazia non sono parole vuote, buoni propositi. Al contrario, la vitalità che esprimono questi concetti trova sempre più attenzione da parte dei giovani. Sono valori moderni, attuali, ricchi di significati, che le nuove generazioni stanno cogliendo e coltivando in questo difficile momento in cui si manifestano tendenze che portano a dividere e a combattersi, sia a livello nazionale che internazionale. La nostra Repubblica nasce da questi valori, ma su questi valori poggia anche la nostra Costituzione. Il grande costituzionalista e padre della Patria qual è stato Pietro Calamandrei, il quale nel suo “discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza” ebbe a dire: “se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo ove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate con il pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. Ecco perché e importante per qualsiasi comunità civile perpetuare il ricordo, assegnandoli il giusto significato che merita senza lasciarsi andare a vuote e sterili riproposizioni meccaniche di rievocazioni. Festeggiare il 25 aprile non rappresenta solo un semplice quanto doveroso gesto di omaggio nell’osservare la ricorrenza col deporre una corona fermandosi a riflettere con riconoscenza e commozione la pagina più alta e più dolorosa della nostra storia più recente. Rappresenta, piuttosto, un richiamo profondo e sincero che coinvolge le istituzioni all’omaggio verso quanti vollero credere fortemente nella ricostruzione di questo Paese dandogli un impronta per l’appunto, libera e democratica.
Viva l’Italia unita, libera e democratica.

Dott. Giuseppe Corizzo
CIPES
(Centro d'Iniziativa Pistoiese per l'Economia ed il Sociale)



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