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La voce della Politica
| Covid, Bolognetti: mercoledì 30 giugno sit-in fuori alla sede Rai di Potenza |
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24/06/2021 | Dalla Basilicata del Ministro senza Speranza, del generale “scovatore” Figliuolo e della Ministra prefetto Luciana Lamorgese, intendo far suonare le sirene della Democrazia, della Libertà, dei diritti umani e quindi del diritto umano alla conoscenza. Dalla Basilicata e da Potenza per rivolgermi a Roma, per interrogare i palazzi del potere, in questa Italia governata da colonnelli-sanitari dove monta un putrido dato di democrazia reale e antidemocrazia. Da 17 mesi l’emergenza sanitaria, fattasi inevitabilmente emergenza democratica, vive e viene accompagnata quotidianamente da un attentato ai diritti politici del cittadino (294 c. p.). Questo attentato di certo viene consumato da quella Televisione di Stato, dalla nostra Rai pagata con i denari del contribuente, che ad ogni ora del giorno e della notte distribuisce purghe e manganellate, negando dibattito, contraddittorio, cancellando voci “eretiche” e opinioni “eterodosse”. Eretiche ed eterodosse, sia chiaro, rispetto alle ortodossie di una scienza di regime fattasi dogma di fede. Stampa e regime e, se volete, scienza e regime.
Con urgenza dovremmo interrogarci sui conflitti d’interesse che coinvolgono il mondo della scienza e della medicina e magari farci qualche domanda su pericolose commistioni e sulle liaisons dangereuses che intercorrono tra la stessa Oms e l’industria farmaceutica.
C’è un ottimo libro, edito dal Mulino, che potrebbe rappresentare un buon punto di partenza per dar vita a una riflessione negata: “Conflitti d’interesse e salute”.
Non meno urgente interrogarsi sull’assennatezza di una campagna di vaccinazione di massa, a cui ci siamo consegnati mani e piedi, mentre nel contempo continuiamo a negare approcci terapeutici che hanno dimostrato di essere efficaci e anche poco costosi.
Il surreale dibattito nato dalla vicenda Astrazeneca ci ha restituito l’immagine di scienziati che assomigliano al simpatico Topolino apprendista stregone del film della Disney. Solo che i vari Bassetti, Burioni, Viola e compagnia cantando non hanno la simpatia di Topolino e all’orizzonte non si intravede nessun mago Merlino, ma solo qualche virologo di regime calato nei panni del mago Otelma.
In sei mesi mai una volta la Rai ha spiegato cosa significa concedere una autorizzazione a condizioni e men che meno sono state spese parole per far conoscere una importante risoluzione del Consiglio d’Europa, nella quale a chiare lettere si afferma che nessuno deve essere discriminato se ha scelto di non vaccinarsi.
In questo appassionante dibattito sulle varianti ci siam persi le voci di coloro che dal mondo della scienza hanno espresso dubbi sulla decisione di ricorrere a una vaccinazione di massa per contrastare un virus a Rna. Intanto c’è chi preme per vaccinare anche adolescenti e neonati, nonostante i dati raccontino che i rischi rappresentati dall’inoculazione di vaccini autorizzati a condizioni siano di gran lunga superiori ai presunti vantaggi. E se stessimo, con il nostro agire scellerato, favorendo noi stessi l’innesco di varianti? Mi piacerebbe chiedere ad alcune associazioni mediche, che di certo non rappresentano l’opinione di tutti i medici di questo paese, perché vogliano vaccinare anche le donne in gravidanza pur in assenza di dati e conoscenze. Quanti sanno che autorizzare un farmaco a condizioni significa autorizzarlo in carenza di dati sulla sicurezza e l’efficacia? Mi piacerebbe chiedere a società pediatriche e ginecologiche perché sulle locandine dei loro congressi scrivono “con la sponsorizzazione non condizionate”. Sembra quasi che si vergognino dei nomi di sponsor quali Pfizer, Glaxo, Sanofi, Astrazeneca, J&J.
Perché farmaci poco costosi, quali l’invermectina e l’idrossiclorochina, sono stati messi al bando?
Mercoledì 30 giugno, a partire dalle ore 10.00, terrò un sit-in fuori alla sede Rai di Potenza. E da lì, da Via dell’Edilizia, proverò a porre la questione del patente attentato ai diritti politici del cittadino. Dopo 17 mesi di purghe è necessario che la Rai faccia sentire agli italiani le voci rimosse e cancellate. Sarebbe il minimo sindacale in termini di risarcimento. E perché no, magari la Rai ci faccia sapere quanto sono costate al contribuente le perle di saggezza a reti unificate del dr. Burioni.
Vorrei poter chiedere quanta gente è morta a causa dell’enorme cumulo di errori compiuti; vorrei poter parlare dello stato in cui versa il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Perché ci hanno negato dati e informazioni? Perché narrazioni lontane anni luce dalla realtà?
Perché – ed è emblematico e clamoroso – le gravi dichiarazioni pronunciate dal dr. Rasi il 10 maggio scorso sono state inghiottite dal silenzio?
A proposito, è normale che l’Ema sia guidata da una signora che ha lavorato per l’industria farmaceutica? Perché Taiwan non fa parte del Board dell’Oms?
Cosa fa l’esercito di lobbisti al soldo di Big Pharma in quel di Bruxelles? Belle domande, vero? Peccato che siano domande negate!
Sì, mercoledì 30 giugno mi troverete fuori alla sede Rai della Basilicata per un sit-in che ho deciso di intitolare così:
“Mamma Rai la smetta di distribuire purghe e virologi a gettone e di regime ad ogni ora del giorno e della notte. L’Ad Rai ci dica quanto sono costate le perle di saggezza a reti unificate del dr. Burioni. Stop all’attentato contro i diritti politici del cittadino”.
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