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Agnese Gallicchio su personale prima accoglienza Ospedale San Carlo

22/07/2019

AGLI ANGELI DELL’OSPEDALE SAN CARLO DI POTENZA, CHE SVOLGONO, MALGRADO LE TANTE DIFFICOLTÀ RISCONTRATE SUL TERRITORIO, IL PROPRIO RUOLO CON PASSIONE
Dopo la mia denuncia pubblica in Senato sulla malapolitica che ha gestito le nomine apicali per la sanità lucana, ho ricevuto tanti messaggi di solidarietà e stima da parte dei miei concittadini, che mi raccontavano le loro esperienze negative vissute direttamente o indirettamente dai propri anziani genitori all’interno dell’Ospedale San Carlo.
Esperienze attinenti essenzialmente ai disagi e alle disfunzioni che purtroppo, ma inevitabilmente, si verificano all’interno di un così grande ospedale, in cui l’essere umano diventa spesso un numero di un certo letto di una certa stanza. Momenti difficili e drammatici da subire e superare soprattutto per i tanti anziani, sempre più numerosi e sempre più soli, perché figli e parenti abbandonano la terra lucana in cerca di lavoro.
Tanti mi parlano delle avversità sociali, delle loro malattie, della loro solitudine, della speranza in una sanità più vicina agli anziani, delle interminabili liste di attesa e della impossibilità economica di affrontare una visita specialistica privata o intramoenia.
Ebbene, molte di queste denunce, seppure intrise di amarezza e sconforto, mi raccontano anche di brevi momenti di umanità e disponibilità ricevuti dal personale addetto all’accoglienza nella sala d’ingresso, costituito da donne che vengono spesso citate ed apprezzate per l’estrema affabilità ed immediatezza nel dare non solo tutte le informazioni necessarie al disbrigo delle pratiche (leggere documenti, comprendere e definire il tipo di servizio che il cittadino chiede, telefonare prontamente ai reparti per meglio gestire il servizio, spiegare dove e come arrivare ai reparti o accompagnarli personalmente, definire il tipo di servizio ticket da stampare alla macchina eliminacode, ecc.), ma finanche nel fare esse stesse le operazioni materiali per quei cittadini più anziani o comunque più bisognosi.
Mi parlano di ragazze che escono di corsa dal loro bancone per stampare il numero di prenotazione e darlo agli anziani che non sanno farlo, che accompagnano gli anziani agli ascensori, che si precipitano a cercare le carrozzine per disabili, che fanno tante altre operazioni con una tale passione da indurre chi mi scrive a descrivere anche questi brevi, ma evidentemente importantissimi, momenti.
È dunque evidente che se questi cittadini, pur segnati da vicende sanitarie amare, pur con tutto il loro fardello di vita resa difficile dall’età e dalla solitudine, pur spinti a scrivermi essenzialmente per evidenziare le disfunzioni ospedaliere, hanno contemporaneamente voluto raccontarmi anche dell’estrema disponibilità e comprensione ricevute dal personale addetto all'accoglienza, allora è possibile capire appieno quanto il comportamento di queste impiegate possa incidere sulla sfera emotiva di chi varca l’ingresso in ospedale per diventare una persona bisognosa di cure mediche certamente, ma anche e soprattutto di rispetto, comprensione e vicinanza morale.
Queste donne, addette alla prima accoglienza in ospedale, riescono a lenire la solitudine e lo sconforto dei nostri cari anziani malati e sempre più spesso soli; ed è grazie a queste lettere da me ricevute che ora siamo in grado di capire quanto sia importante il loro ruolo, apparentemente modesto e di routine.
Spero che questa mia lettera venga pubblicata, affinché i cittadini possano condividere con me la gratitudine che meritano queste lavoratrici; e che le medesime sappiano quanto affetto e riconoscenza raccolgono. A tutte loro va il ringraziamento mio personale, come cittadina rappresentante lucana nel Senato della Repubblica, quello delle numerose persone che mi hanno scritto e, ne sono convinta, di tantissimi altri cittadini che hanno avuto bisogno di queste affabili, generose ed instancabili nuovi angeli dell’Ospedale San Carlo di Potenza.
Agnese Gallicchio portavoce M5Stelle in Senato



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