Come era prevedibile, l’affidamento attraverso una concessione unica della gestione del Porto di Maratea ha provocato una pioggia di ricorsi: quasi tutte le imprese non risultate al primo posto in graduatoria, o escluse, hanno deciso di rivolgersi al Tar della Basilicata con in testa il Comune che, per bocca del sindaco Cesare Albanese, aveva previsto un simile epilogo con largo anticipo e, per questa ragione, aveva chiesto l’annullamento in autotutela dell’avviso pubblico.
«La Regione Basilicata ha ritenuto, erroneamente, di escludere le richieste di concessione avente ad oggetto solo le aree utili», ci spiega l’avvocato Dario Gioia, legale rappresentate di una delle imprese escluse assieme allo stesso Comune di Maratea.
«La Regione - prosegue Gioia - ha inteso affidare l'intero Porto ad un unico concessionario rispetto alle plurime istanze esistenti, senza un effettivo esame comparativo delle diverse istanze per la migliore gestione del Porto. Nella fattispecie, il mio assistito ha articolato un progetto per la gestione ottimale del porto, escludendo le aree già vincolate per altri usi e le aree inutilizzabili. La questione di fondo è che, per regolamento, ci sono delle aree con specifiche destinazioni: ad esempio, non è possibile modificare o affidare a terzi le aree destinate al traffico o agli attracchi della Guardia Costiera o della Guardia di Finanza. Il mio assistito è stato escluso per non aver inserito queste aree, ma non c’era bisogno di farlo per queste ragioni in quanto parliamo di aree destinate da regolamento ad altro uso. L’impresa che rappresento ha fatto una programmazione compatibile con il regolamento. Ecco perché la Regione avrebbe dovuto esaminare nel merito tutti i progetti, invece di escludere quelli che non comprendevano l’intera area».
Il 19 dicembre è stata fissata l’udienza cautelare, ma verosimilmente si andrà ad inizio anno direttamente per il merito.
Segnatamente, con determinazione dirigenziale, l’Ufficio del Demanio marittimo, partendo dal presupposto secondo il quale «in caso di ricezione di domande di concessione concorrenti, l’Ufficio competente deve individuare, con modalità trasparenti e competitive, l’istanza che garantisca la più proficua utilizzazione della concessione», ha stilato la graduatoria che ha premiato una società privata marateota, che gestirà il Porto per 15 anni.
Dunque si è materializzato quanto temuto dal primo cittadino della Perla del Tirreno, che da mesi si sta battendo contro quella che ha definito «una privatizzazione del Porto».
In proposito, lo scorso 9 luglio, la Giunta comunale di Maratea aveva già deciso all’unanimità di ricorrere ai giudici amministrativi lucani, proprio contro il rigetto delle opposizioni del Comune all’affidamento in concessione dell’intero porto turistico.
La speranza svanita dell’amministrazione comunale era di arrivare ad un annullamento in autotutela già solo per quella che era stata bollata come un «macroscopica forzatura», di ridurre le 12 concessioni di punti ormeggio esistenti ad una unica quintuplicandone la superficie - da 16 mila mq ad oltre 73 mila - sino a ricomprendere tutto il porto: intero specchio acqueo, molo nord, molo sud, banchine, spiagge e camminamenti.
Per chiedere alla Regione il ritiro dell’avviso pubblico si erano mosse anche Legambiente Basilicata con la Lega Navale sezione di Maratea, il Centro Culturale Maratea e gli “Amici di Maratea”, che avevano lanciato una petizione popolare.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it