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La “Fragola della Basilicata” ottiene il marchio Igp

5/11/2025



Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del Regolamento di esecuzione (UE) 2025/2239 della Commissione del 29 ottobre 2025, la “Fragola della Basilicata” entra ufficialmente nel registro delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP) dell’Unione.


“Si tratta di un traguardo storico per l’agricoltura lucana e di un riconoscimento che premia anni di lavoro, di passione e di collaborazione tra tutti gli attori della filiera – ha dichiarato Carmine Cicala, assessore regionale alle Politiche agricole, alimentari e forestali. – La Basilicata rafforza così la propria identità produttiva e si conferma terra di eccellenze agroalimentari, capaci di competere sui mercati nazionali e internazionali”.


Cicala ha sottolineato come il risultato sia “il frutto di una forte sinergia istituzionale tra il Dipartimento Politiche Agricole della Regione Basilicata, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e il Comitato promotore IGP Fragola della Basilicata, con il determinante supporto del ministro Francesco Lollobrigida, che ha sempre creduto nel valore delle produzioni territoriali come pilastro del Made in Italy e del Made in Europe”.


“Desidero ringraziare – ha aggiunto l’assessore – il Comitato promotore e le Organizzazioni di Produttori, che con costanza, competenza e spirito di collaborazione hanno guidato questo percorso, rappresentando al meglio la capacità della Basilicata di fare sistema. La loro azione ha dato concretezza a una visione condivisa: valorizzare la qualità, la tracciabilità e la sostenibilità delle produzioni lucane, ponendo la fragolicoltura al centro di una strategia di sviluppo moderna e competitiva”.


“La registrazione IGP – ha proseguito Cicala – riconosce le radici profonde tra la fragolicoltura di qualità e il territorio lucano: un comparto che oggi conta circa 1.200 ettari coltivati, 150 milioni di euro di valore produttivo, 500mila quintali di fragole lavorate e oltre 10mila addetti. Numeri che raccontano una filiera viva, sostenibile e capace di generare occupazione e sviluppo”.


“Questo riconoscimento non rappresenta un punto d’arrivo, ma un impegno per il futuro – ha concluso l’assessore –. Lavoreremo per consolidare l’immagine della Fragola della Basilicata come ambasciatrice di qualità, innovazione e sostenibilità, valorizzando al contempo tutte le produzioni ortofrutticole regionali. Nei prossimi giorni sarà convocata una conferenza stampa ufficiale per presentare il riconoscimento, alla presenza del Masaf e del Comitato promotore”.


 


 


 


Per la nostra regione, prima produttrice in Italia di fragole, l’ottenimento dell’ambito marchio comunitario IGP rappresenta un traguardo strategico per il comparto agricolo lucano e, in particolare, per gli imprenditori del Metapontino, singoli e associati, che in questo riconoscimento vedono uno strumento di competitività e valorizzazione”. È il commento della Coldiretti Basilicata alla notizia dell’iscrizione ufficiale della Fragola della Basilicata nel registro europeo delle Indicazioni Geografiche Protette. Un risultato che premia non solo la qualità intrinseca del prodotto, ma anche l’impegno di una filiera che ha saputo puntare sulla distintività territoriale, sull’innovazione e sul rispetto dei disciplinari.


“La decisione della Commissione europea – sottolinea la Coldiretti lucana– riconosce e tutela un patrimonio agricolo che nasce da condizioni pedoclimatiche uniche e dall’esperienza pluridecennale degli agricoltori lucani, custodi di un sapere produttivo che ha radici profonde”.


La zona di produzione include i comuni di Bernalda, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Nova Siri, Pisticci, Policoro, Rotondella, Scanzano Jonico e Tursi: un distretto agricolo che oggi conta circa 1.200 ettari coltivati, 500 mila quintali di fragole prodotte, un valore economico stimato attorno ai 150 milioni di euro e oltre 10.000 addetti impegnati nella filiera.


“Un marchio atteso e fortemente voluto – conclude Coldiretti Basilicata – che garantirà maggiore trasparenza per il consumatore, certificando l’origine geografica del prodotto e assicurando che l’intero processo produttivo rispetti uno specifico disciplinare, legato alla tipicità territoriale e alla sostenibilità ambientale. Una svolta importante anche in ottica di internazionalizzazione, che rafforza l’identità della fragolicoltura lucana e la proietta con maggiore forza sui mercati nazionali ed esteri”.




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