Dopo le piogge delle ultime settimane, i livelli degli invasi regionali hanno mostrato segni di ripresa, ma il confronto con i dati dello stesso periodo del 2024 evidenzia una situazione ancora complessa. La diga di Monte Cotugno, uno degli invasi più importanti della regione, registra al 18 gennaio 2025 un livello di 223,24 metri sul livello del mare, con una capacità netta di 101,6 milioni di metri cubi.
Questo dato segna un decremento rispetto ai 173 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente, un miglioramento significativo ma ancora distante dal massimo potenziale. La situazione appare più delicata per la diga di Camastra, che attualmente ha una capacità netta di 5,05 milioni di metri cubi, in lieve calo rispetto ai 5,5 milioni del gennaio 2024. Nonostante le piogge abbiano contribuito in parte a rimpinguare le riserve, questo decremento mette in evidenza la vulnerabilità di questo bacino in un contesto di cambiamenti climatici e ridotta disponibilità idrica.
L’invaso del Pertusillo, invece, presenta una capacità netta di 62,5 milioni di metri cubi, un dato superiore ai 59,8 milioni dell’anno scorso, ma comunque inferiore al massimo regolabile di 155 milioni. Anche qui, le precipitazioni recenti hanno offerto un sollievo parziale, ma la situazione resta da monitorare attentamente. Nella diga di San Giuliano, attualmente dispone di una capacità netta di 13,8 milioni di metri cubi, in aumento rispetto ai 21,8 milioni del gennaio 2024.
Gli invasi di Acerenza e Genzano mostrano segnali di ripresa ancora più netti. Acerenza registra una capacità lorda di 7,2 milioni di metri cubi, quasi il doppio rispetto ai 4,9 milioni dello scorso anno, mentre Genzano è passato da 1,3 milioni a 0,8 milioni di metri cubi. Questi dati evidenziano come le recenti piogge abbiano avuto un impatto positivo su questi bacini, sebbene rimangano lontani dai livelli ottimali. In generale, il quadro attuale mostra una situazione disomogenea: se da un lato alcune dighe, come Monte Cotugno e San Giuliano, registrano un miglioramento significativo, dall’altro bacini come Camastra continuano a soffrire.
La gestione delle risorse idriche dovrà quindi continuare a essere una priorità assoluta, con interventi mirati per ottimizzare l’uso dell’acqua e garantire un approvvigionamento sostenibile in un contesto climatico sempre più instabile.