La storia che sto per raccontare è solo in parte simile alle tante storie legate allo spopolamento dei territori; ha molto a che vedere, invece, con eredità difficili di programmazioni pregresse che hanno lasciato in dote al futuro una serie di problemi che da economici sono diventati sociali e non solo. Siamo a Teana, un borgo potentino con poco più di 500 abitanti nel cuore della Valle del Serrapotamo, paese natio di un grande artista che ne ha portato il nome in tutto il mondo, Francesco Marino di Teana. Da un anno, dopo un periodo di commissariamento prefettizio, il nuovo sindaco è Vincenzo Marino: classe 1990, titolare e operaio di un’azienda zootecnica e raccontato, da qualche giorno a questa parte, come ‘’sindaco tuttofare’’.
‘’Vado in azienda all’alba, dopo aver lasciato ai miei dipendenti il lavoro da fare comincia la mia giornata al Comune. La prima cosa che faccio è controllare la pec e sa perché? Per sperare che non siano arrivate ulteriori cattive notizie’’.
Attualmente gli uffici municipali, in una bella struttura circondata da alcune sculture di Marino di Teana, sono vuoti. O quasi. Fatta eccezione per tre funzionari che, per poche ore a settimane fanno a rotazione da Comuni vicini e una cittadina beneficiaria del reddito di inserimento il cui lavoro diventa indispensabile. Poi ci sono loro: il sindaco e il vice sindaco, Vincenzo Lo Vaglio, che si sono divisi rispettivamente le resposnabilità per i settori tecnici e finanziari. Ma perché accade questo? Lo stesso presidente di Anci Basilicata, Andrea Berrnardo, ci spiega come il problema della carenza di personale è purtroppo diffuso nei piccoli centri ma che il caso di Teana è ulteriormente grave. Ricapitoliamo: quando Marino arriva, trova una situazione debitoria che, però, solo in parte era stata comunicata dal commissario prefettizio, nonostante ci fossero atti evidenti.
‘’In questo anno di mandato- ci spiega- mi sono concentrato a risolvere le evidenze lasciate sulla scrivania dal Commissario prefettizio con una lettere protocollata (perché mai poi?). Andando avanti nell’analisi e nel mandato sono usciti fuori atti noti che non solo fanno emergere un quadro di gran lunga peggiore di quello esposto nella nota commissariale ma che anche lascerebbero intendere un’omissione da parte dello stesso commissario. Si tratta infatti di richieste di pagamento di servizi o prestazioni alle quali lo stesso commissario ha risposto tramite PEC’’.
‘’Un quadro a dir poco disastroso e di difficile ricostruzione- continua- che fa emergere anni di gestione poco oculata della cosa pubblica. Situazione aggravata dai lunghissimi tempi che l’Agenzia delle entrate sta impiegando per analizzare una completissima documentazione attestante l’inesistenza di una delle cartelle esattoriali ( la più gravosa) e quindi applicare lo sgravio necessario ad assicurare una ripresa dell’attività amministrativa. Credo che quando si tratti di pubbliche amministrazioni lo si debba tenere necessariamente in conto e lo Stato non può agire contro se stesso, i tempi non possono essere così lunghi. Così si mette in crisi una pubblica amministrazione per uno sgravio fiscale e non si prendono in considerazione tutte le imprese che con la P.A lavorano e nemmeno le famiglie che ci sono dietro a queste imprese. Non si pensa alle nuove opportunità di investimento e quindi di linfa vitale per le imprese locali, specie in questo momento storico’’. Insomma: i debiti (quelli resi noti e quelli facilmente rinvenuti dopo l’insediamento) e il tempo che Agenzia delle Entrate mette in mezzo tra invio documentazione e risposta, vanno ad aggravare una situazione per un Comune che rischia il dissesto. E che, per questo motivo, ha dovuto bloccare i concorsi che, da una delibera di fabbisogno che risale al mese di giugno scorso, avrebbe portato negli uffici teanesi almeno altre 4 unità.
Quindi? Si chiude il Comune? No, ci si sdoppia.
E succede così che il primo cittadino, all’occorrenza, diventa messo comunale (quando ha atteso all’alba dello scorso 26 settembre la fine dello spoglio per recuperare le schede scrutinate per le Politiche ’22); vigile urbano (nel caso di un incidente con un cinghiale); tecnico (quando una cittadina ha segnalato un tombino pericoloso); funzionario dell’anagrafe (per compilare un atto di morte). E si diventa anche ‘’padre di famiglia’’, se capita che al cimitero si verifichi un guasto improvviso sulle tubature dell’acqua e non avendo la possibilità economica di procedere attraverso le casse comunali il sindaco paga di tasca propria l’idraulico.
‘’Non è facile- dice il sindaco- e spero che a breve riusciremo ad avere risposte positive. Ma posso anche dire che se tornassi indietro rifarei tutt, mi ricandiderei’’.
Mariapaola Vergallito