Sono 10 i sindaci lucani che hanno sollecitato l’intervento dei vertici sanitari dell’Asp per la carenza di medici che, affermano, mette “a rischio la continuità assistenziale” e, ancora una volta, ci sono i rappresentanti della Valle del Mercure che ormai da diversi anni è tra le aree più in sofferenza.
Lo si apprende da una nota indirizzata a Luigi D’Angola, direttore generale dell’Azienda Sanitaria di Potenza, Salvatore Console, direttore UOC (Unità Operativa Complessa) Assistenza Primaria di Lauria-Villa d’Agri-Senise ed a Salvatore Carmelo Dattola, direttore del Distretto della Salute di Lauria, attraverso la quale diversi primi cittadini del Distretto di Lauria, Villa d’Agri e Senise hanno chiesto, e ottenuto, un confronto. Il tavolo è previsto per lunedì prossimo per discutere di guardie mediche nelle ore serali e nei giorni festivi, oltre che di medici di famiglia. Preoccupa anche il 118. “I sottoscritti sindaci dei comuni afferenti al distretto sanitario di Lauria - si legge nella missiva - chiedono un incontro urgente relativamente alla programmazione del “Servizio di continuità assistenziale” attesa la forte preoccupazione circa l’interruzione di detto servizio, così importante per le nostre comunità anche alla luce della carenza di personale medico sia presso i presidi del 'Servizio di Emergenza 118' che presso il 'Servizio di Medicina Generale'. Anche su quest’ultimo punto si chiede un urgente momento di confronto visto che diversi cittadini, nonché intere comunità, composte in particolare da persone anziane, risultano prive del medico di base”.
A sottoscrivere la richiesta sono stati: Giovanni Ruggiero, sindaco di Castelluccio Superiore; Nicola Antonio Celano, vicesindaco di Castelluccio Inferiore; Rocco Rosano, sindaco di Castelsaraceno; Gianni Pittella, sindaco di Lauria; Daniele Stoppelli, sindaco di Maratea; Domenico Carlomagno, sindaco di Nemoli; Franco Altieri, sindaco di Rivello; Rocco Bruno, sindaco di Rotonda; Fabio Marcante, sindaco di Trecchina e Antonio Rizzo, sindaco di Viggianello. Per fortuna non tutti vivono le medesime difficoltà in merito ai medici di base: a Castelsaraceno, caso di cui ci eravamo occupati tempo fa, Rosano ci ha comunicato l’avvenuta nomina “a tempo indeterminato”; così come a Lauria, Gianni Pittella ci ha fatto sapere che “ne sono arrivati 4”. Tuttavia, nel comprensorio i problemi sono molteplici e lo dimostra, appunto, il Mercure.
“Forte preoccupazione da parte dei sindaci del Mercure, per il rischio dimensionamento guardie mediche ed anche lo scarso numero di medici di base”, ci riferisce Antonio Rizzo, sindaco di Viggianello e consigliere alla Provincia di Potenza. “Capiamo le difficoltà - aggiunge Rizzo - ma siccome ormai annose, bisogna trovare una soluzione per far sì che nei territori di periferia della Lucania venga garantito il diritto alla salute. Ovviamente ci opponiamo ad ogni scellerata ipotesi di ridimensionamento, concepita da scrivanie troppo distanti dalla realtà e dai problemi dei cittadini”.
Anche Castelluccio Inferiore potrebbe c’è preoccupazione, per via del prossimo pensionamento di un medico di famiglia. A Castelluccio Superiore, il disagio deriva da una richiesta di trasferimento, accolta, che lascia quasi 300 assistiti senza il medico di riferimento. “Accanto alla questione circa le guardie mediche - ci dice il Giovanni Ruggiero, sindaco di Castelluccio Superiore - solleverò con forza anche quella relativa alla mancanza dei medici di famiglia. Comprendo le difficoltà, ma parliamo di un presidio fondamentale poiché, come nel nostro caso, garantisce un primo intervento nei confronti di persone anziane e fragili che, in questo momento, non ne possono usufruire”.
A Rotonda, invece, l’assenza momentanea di una dottoressa viene coperta con nomine mensili e quella dello scorso ottobre ha provocato profondo disappunto tra gli assistiti, costretti ad interminabili ore di attesa in fila per ottenere una semplice ricetta.
Il problema della carenza di medici, in Basilicata, è ormai atavico: come abbiamo ribadito a più riprese, la soluzione può sicuramente essere rappresentata dall’avvio del corso di laurea in medicina presso l’Unibas ma ci vorrà tempo e servono soluzioni nell’immediato. Nelle aree più periferiche serpeggia scetticismo circa la reale attuale portata degli effetti anche delle case o degli ospedali di comunità, proprio per questo genere di difficoltà che potrebbero far nascere delle scatole vuote. Nel breve periodo, un rimedio potrebbe essere rappresentato dalla cancellazione del numero chiuso per l’accesso all’Università, in Italia il dibattito è in piedi da anni ma si continua a soprassedere.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it