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Contrasto al caporalato: avviso per la gestione dell'accoglienza nel Metapontino |
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2/08/2022 |
|  Gestire l'accoglienza di un numero massimo di 50 lavoratori migranti stranieri che operano nel settore agricolo nell'area del Metapontino: è quanto prevede l'avviso promulgato dall'ALSIA, l'Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura, nell'ambito del progetto P.I.U. Su.Pr.Eme. (Percorsi Individualizzati di Uscita dallo Sfruttamento), co-finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione e dall’Unione Europea, PON Inclusione Fondo Sociale Europeo 2014-2020. Si tratta di un ulteriore tassello per fronteggiare il triste fenomeno del caporalato in un'area in cui le colture di pregio, unitamente alle produzioni stagionali, richiamano ogni anno un gran numero di lavoratori stranieri. P.I.U. Su.Pr.Eme. ha un partenariato composto dalla Regione Puglia (Lead partner) insieme alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e Nova Consorzio nazionale per l'innovazione sociale ed è realizzato in stratta sinergia con un intervento complementare, Su.Pr.Eme. Italia. Il progetto si inserisce nell'ambito del Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato promosso dalla DG Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La gestione del servizio, che dovrà garantire accoglienza, vigilanza e animazione dedicate ai lavoratori, avrà una durata di due mesi, fino a ottobre 2022. Le strutture che saranno individuate potranno appartenere alla tipologia alberghiera o essere centri autorizzati ad accogliere fino ad un massino di 24 posti o, ancora, abitazioni idonee a ospitare uno o più nuclei familiari. Le strutture devono essere ubicate nel comune di Bernalda (Mt) o in uno dei comuni dell'ambito Metapontino-Collina Materana. Agli ospiti dovranno essere garantiti servizi di assistenza sanitaria e legale, mediazione linguistica, orientamento territoriale. |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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