Sarà l’autopsia a chiarire le cause della morte di Emanuela Katia Tundo, 43enne di Marconia di Pisticci, deceduta domenica scorsa nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera, dopo un intervento chirurgico di riduzione dello stomaco, che sembrava riuscito, al policlinico “San Marco in Zingonia” di Bergamo anche se, come appare evidente dalla foto, non era certo una persona obesa.
Come riportato sulle colonne del Quotidiano del Sud, l’operazione è avvenuta lo scorso 15 maggio in seguito a un consulto con l’equipe medica. Emanuela pesava 90 chili ed, evidentemente, non è stato ritenuto potessero essere diminuiti con una dieta piuttosto che attraverso l’attività sportiva.
Fatto sta che, dopo tre giorni, sono arrivate le dimissioni dall’ospedale ed il ritorno a casa ma, da quel momento - come ha raccontato il fratello Leonardo, sempre al Quotidiano - è iniziato il calvario con fortissimi dolori addominali e, a 8 giorni dall’operazione di riduzione, la successiva corsa al nosocomio della città dei sassi per una nuova operazione d’urgenza in seguito ad una grave peritonite.
Da quanto si è appreso, sarebbe saltato uno dei punti di sutura applicati dopo l’intervento di sintesi. Quest’ultima operazione in Basilicata sarebbe riuscita ma poi sarebbero subentrate altre complicazioni che hanno reso necessario il trasferimento in rianimazione dove è morta dopo 16 giorni.
Immediata la denuncia da parte della famiglia in quanto Emanuela, fino al primo intervento, godeva di buona salute.