Il Consiglio di Stato ha scritto la parola fine, confermando le ragioni del sindaco di Maratea, Daniele Stoppelli, circa la revoca di due assessorati, definendo “infondato” il ricorso della consigliera, ed ex assessore, Francesca Crusco, poiché era stato inficiato “il rapporto di fiducia” con il primo cittadino.
La vicenda, nello scorso mese di marzo, aveva fatto molto discutere ed era nata dalla decisione dello stesso Stoppelli di nominare in Giunta i consiglieri Paolina Michela Piscitelli e Renato Accardi, eletti, rispettivamente, nella lista di opposizione “Cambia-Menti” e in quella del primo cittadino “Rinascita”, in sostituzione di Francesca Crusco e Biagio Glosa, che si erano candidati con la medesima lista “Rinascita”, proprio perché, da parte del sindaco, era venuto meno il rapporto di fiducia nei loro confronti.
Tra Crusco e lo stesso Stoppelli ne scaturì un alterco in Municipio, in seguito al quale intervennero anche i carabinieri, che costrinse entrambi a ricorrere alle cure mediche e provocò roventi polemiche e reazioni nel mondo politico.
“La fine del rapporto di fiducia è stata determinata dai comportamenti degli stessi assessori - ha commentato con noi Stoppelli - che hanno abbandonato i lavori della Giunta su un unico punto, che era fondamentale poiché riguardava la discarica di Montescuro oggetto di una procedura di infrazione comunitaria, e sul quale dovevano relazionare: il dottor Glosa in qualità di assessore all’Ambiente, e l’ingegner Cusco in quanto assessore ai lavori pubblici. Tuttavia, si erano alzati affermando di non conoscere i punti all’ordine del giorno. Siccome si trattava di atteggiamenti non comprensibili e ingiustificati - ha concluso il sindaco che, tra l’altro, è un avvocato - che seguivano anche altri atteggiamenti tenuti in Consiglio Comunale, poiché i due assessori si erano astenuti su delibere da loro approvate, hanno fatto venir meno il rapporto fiduciario e, quando si verifica una situazione del genere, allora bisogna adottare i provvedimenti consequenziali. Per cui, questa è stata una scelta non determinata da me bensì dai loro comportamenti”.
Contro quella decisione era stato inoltrato il ricorso al Tar lucano e, in seguito alla pronuncia sfavorevole, Crusco ha presentato appello al Consiglio di Stato - il Comune non si è costituito - che ha stabilito come le richiesta sia “infondata”, in quanto, si legge nella sentenza, “il decreto n. 11 del 5 marzo 2021 - quello di revoca degli assessorati, ndr - ha posto in evidenza la posizione conflittuale e non collaborativa assunta negli ultimi mesi dall’appellante nei confronti del sindaco, sia attraverso i social media, sia in sede istituzionale (ad esempio, rimanendo assente od astenendosi senza comunicazione preventiva sul voto concernente importanti delibere - come quella di approvazione del bilancio consolidato - preventivamente approvate in sede di Giunta, e poi aderendo ad un differente gruppo consiliare, non più espressione civica, ma connotato politicamente) e tali circostanze in fatto non sono state adeguatamente contestate dall’appellante”.
Gli stessi magistrati di Palazzo Spada hanno precisato proprio come queste “circostanze oggettive” incidano “sul rapporto fiduciario che intercorre tra il capo dell’amministrazione ed il singolo assessore”.
In precedenza il Tar di Potenza aveva già confermato le ragioni del primo cittadino marateota, tanto che era stata respinta anche la richiesta di sospensiva degli effetti del provvedimento.
Come riportato in quest’ultima sentenza, i giudici amministrativi di primo grado avevano respinto il ricorso affermando che “il sindaco, essendo direttamente eletto dal popolo, ha un’ampia discrezionalità sia nello scegliere e/o nominare gli assessori, sia nel revocarli, in quanto entrambi i predetti provvedimenti si basano su un vincolo di fiducia (…), con l’unica differenza che la nomina degli assessori non richiede alcuna motivazione, mentre la loro revoca deve essere motivata”. Motivazione indicata nei decreti sindaci di revoca.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it