Matera, 18 maggio 2021 - "Siamo dinanzi ad una vera e propria escalation di incidenti mortali che non possono essere derubricati a prodotto della fatalità: di questo passo senza una stretta sui controlli e senza una cultura del lavoro di qualità, la ripartenza post pandemia rischia di diventare un bagno di sangue". Così il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo, commentando la notizia dell'incidente mortale che questa mattina è costata la vita ad un agricoltore di 49 anni nelle campagne di San Mauro Forte, in provincia di Matera.
Nell'esprimere la solidarietà del sindacato alla famiglia del lavoratore scomparso, il sindacalista della Cisl sottolinea che "il fenomeno degli infortuni sul lavoro, spesso con esito mortale, sta assumendo proporzioni inaccettabili e conferma che anche i protocolli più stringenti rischiano di rivelarsi impotenti se non accompagnati da una rete più capillare di controlli e da un massiccio investimento in prevenzione e cultura della sicurezza, anche per contrastare un generale abbassamento della soglia di attenzione sociale al fenomeno dovuto indirettamente alla pandemia".
"Questa ennesima tragedia sul lavoro, che arriva a pochi giorni da un altro incidente mortale in cui ha perso la vita un giovane di Montalbano Jonico in un mangimificio della provincia di Parma, richiama istituzioni e parti economiche sociali a esercitare la massima pressione in tutte le sedi per alzare il livello della qualità del lavoro, ricorrendo ad esempio agli strumenti della bilateralità che proprio nel comparto agricolo, epicentro di tanti incidenti, sono già rodati e possono contribuire in modo determinante a fermare questa drammatica scia di sangue”, conclude Cavallo.
Sull'incidente mortale che questa mattina è costata la vita ad un agricoltore di 49 anni nelle campagne di San Mauro Forte, intervengono le segreterie regionali di Cgil Cisl Uil che stanno mettendo a punto proprio in queste ore il calendario delle assemblee unitarie sulla sicurezza nell'ambito della campagna nazionale lanciata dai sindacati confederali sulla scia dei gravi infortuni sul lavoro di queste settimane. Al momento sono previste oltre 30 assemblee nelle fabbriche e nei principali luoghi di lavoro della regione per riaccendere i riflettori sul tema della sicurezza.
"Tra gli effetti di lungo periodo della pandemia - spiegano i segretari generali Summa, Gambardella e Tortorelli - quello della recrudescenza del fenomeno infortunistico sta assumendo le sembianze di un bollettino di guerra. Oggi la Basilicata piange la scomparsa di un altro lavoratore, ennesimo tributo di sangue che il mondo del lavoro paga in questa guerra non dichiarata che continua in modo sinistro a mietere vittime innocenti. Non è improprio parlare di vera e propria escalation che nulla ha a che vedere con la fatalità. Dietro lo stillicidio di infortuni sul lavoro c'è un generale allentamento dell'attenzione sociale e una sottovalutazione dei rischi in un momento in cui la ripartenza di molti comparti economici deve fare i conti con organici ridotti e la conseguente intensificazione dei ritmi di lavoro".
Per Summa, Gambardella e Tortorelli "questa guerra non può essere combattuta con armi convenzionali o, peggio, con gli organici degli enti di controllo ridotti al lumicino dalle dissennate politiche di tagli degli anni passati. Il primo investimento da fare è nel rendere più fitta la maglia dei controlli preventivi e più incisive le azioni di contrasto al lavoro irregolare. Serve al contempo un investimento per promuovere una vera cultura della sicurezza e un patto sul lavoro di qualità con il coinvolgimento delle istituzioni e delle parti sociali e imprenditoriali che faccia della sicurezza un pilastro di un nuovo paradigma economico".