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Vaccini Basilicata: il sistema fragile che non aiuta le persone fragili

5/05/2021



Un movimento lucano per il riconoscimento dei soggetti fragili. Normalmente non ce ne sarebbe bisogno, perché la fragilità di una persona, intesa in base alle patologie di cui soffre che sono messe nero su bianco su cartelle cliniche, tessere sanitarie e documentazioni mediche e che, soprattutto, condizionano la quotidianità di ciascun cittadino colpito,  non dovrebbe poter essere messa in discussione.


Peccato, però, che siano proprio le persone considerate ‘’fragili’’  ad affrontare le più grandi difficoltà in queste settimane in cui avrebbero, invece, potuto tirare un sospiro di sollievo per la vaccinazione anti covid. Sono diverse le segnalazioni che ci sono arrivate e, in generale, ci eravamo già occupati dell’argomento. Poi, ieri, il collega Angelomauro Calza, dal suo blog angeloma.it, ha lanciato una riflessione che lo riguarda e che dire che sia ‘’accorata’’  è dir poco. Di impeto, con rabbia e con dovizia di particolari, ha raccontato la sua odissea da soggetto fragile che, da giorni, non riesce a prenotarsi perché il suo codice non esiste su piattaforma. E a nulla finora è servito fare il giro delle sette chiese telefonicamente, tra la segreteria del capo della Task force Esposito e quella del Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi.


E così, Calza, ha deciso di costituire, il Movimento per il riconoscimento delle persone fragili.


‘’Tale iniziativa- spiega- nasce per fare fronte comune nelle iniziative tendenti a riportare negli ambiti del diritto e fuori dai confini del “piacere a titolo personale” la questione dei vaccini anti Covid e del riconoscimento in piattaforma dello stato di soggetti fragili e con invalidità permanente. Tutti i massimi vertici delle Istituzioni lucane coinvolte riconoscono che il mancato riconoscimento è dovuto a un problema tecnico nella trasmigrazione dei dati dei database in uso alla Regione Basilicata nel sistema di Poste Italiane, e quindi, scoperta La causa, perché non ci si attiva per risolvere il problema?  Probabilmente tutto sta nelle telefonate, mail e contatti che hanno posto in essere interlocuzioni con la Regione e le Asp a titolo di singolo caso, fatto questo che comporta distorsioni nella “concessione” di un diritto: per questo si ritiene di costituire un Movimento che raccolga tutti i lucani interessati che possono così portare avanti una azione comune che possa smuovere davvero le acque, agitare gli animi e le notti dei detentori delle potestà concessorie e delle politiche sanitarie regionali. Si fa appello dunque allo spirito democratico di associarsi per rivendicare il diritto alla salute e si comunica l’indirizzo email appositamente creato e dedicato alla ricezione dei messaggi e delle adesioni al Movimento per il Riconoscimento dei Soggetti Fragili (MRSG): movimentorsg@gmail.com’’.


Numeri molto alti, tante storie. Ieri abbiamo contattato telefonicamente la signora Mariella, 58 anni, di Senise. ‘’Purtroppo sono un soggetto fragile- ci dice- ho diverse patologie ma ho il tesserino con codice 056 perché soffro di tiroidite di Hashimoto, in una forma importante. In altre regioni le persone come me sono state vaccinate subito, assieme agli ultraottantenni. Eppure, in Basilicata, non solo non sono ancora vaccinata ma il mio codice non è contemplato sulla piattaforma. Sono tantissime le categorie che, mentre nelle altre regioni hanno la priorità, in Basilicata non esistono tra quelle considerate ‘’fragili’’! Abbiamo chiesto a chiunque, ma finora non siamo riusciti a risolvere il problema’’.


 ‘’Io racconto la mia storia non solo per me ma per le tante persone che non sanno come muoversi, a chi chiedere, a chi rivolgersi. Questo è un nostro diritto’’ conclude la signora.


Di storie come queste ce ne sono centinaia. In altre regioni è possibile vaccinarsi anche senza il codice di esenzione, purché, ovviamente, la documentazione medica attesti l’esistenza di determinate patologie. Un sistema di giustizia e di democrazia, per quelle persone (tantissime) che non solo devono fare i conti con una quotidianità stravolta dalle malattie ma che hanno necessità di frequentare con assiduità gli ospedali per i dovuti controlli.


E’ così difficile?


 


Mariapaola Vergallito





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