Una situazione ritenuta “paradossale”, che all’Associazione di Coordinamento Imprese di pesca del litorale Tirrenico Lucano proprio non va giù.
Avevano divulgato la loro nota stampa di protesta per una comunicazione ricevuta dalla Capitaneria di Porto di Maratea, che chiedeva ai pescatori di far sapere “le modalità con cui vengono smaltiti i rifiuti speciali prodotti a bordo”, con l’invito “a dotarsi di registro di carico-scarico rifiuti” e dei relativi “formulari”.
L’associazione ha risposto scrivendo anche al Ministero della Transizione Ecologica, alla Presidenza della Giunta della Regione Basilicata, al Comune di Maratea e al Flag Coast to Coast di Rotondella, spiegando come “la produzione di rifiuti solidi urbani risulta quasi inesistente, se non per volontaria raccolta nelle attività postume al salpamento degli attrezzi da pesca”. Mentre i rifiuti speciali vengono prodotti “solo in caso di manutenzione straordinaria delle proprie imbarcazioni, che però avviene «pochissime volte l’anno” e “in cantieri specializzati che già ne gestiscono gli oneri della raccolta e dello smaltimento”.
A farsi sentire è stato Manuel Chiappetta, portavoce dell’Associazione, che ha anche portato una rete con all’interno plastica (foto), raccolta in mare, davanti la sede della Capitaneria al porto.
“Per il porto di Maratea non esiste ancora un piano raccolta rifiuti, che è obbligatorio in quanto previsto dalla legge 182 del 2003 - ci spiega - che è di competenza della Regione, in quanto, in Basilicata, le competenze circa il demanio marittimo non sono mai state demandate ai comuni. A questo bisogna aggiungere un altro aspetto fondamentale della questione, poiché dappertutto in Italia i pescatori vengono incentivati affinché raccolgano i rifiuti in mare ma da noi sta avvenendo qualcosa di paradossale, in quanto la Capitaneria di Porto, in assenza del piano, si rivolge ai pescatori per sapere dove lascino i rifiuti, che non producono, e ci chiede un formulario caricandoci di un pesante onere».
Tuttavia, da tempo la stessa Capitaneria sta sollecitando affinché la questione giunga ad una soluzione, infatti nella nota inviata ai pescatori viene premesso come “all’attualità nel porto di Maratea non è stata individuata la figura dell’affidatario del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti prodotti dalle unità da traffico, da pesca e da diporto” e, per questa ragione, il Comando ha colto l’occasione «per estendere la presente missiva al Comune di Maratea, facendo così seguito alla precedente cospicua corrispondenza con la quale è stata rimarcata la necessità di dover definire la ormai atavica questione dell’affidamento del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti nel sorgitore marateota”.
In attesa dell’approvazione del disegno di legge “salva mare”, in tanti si sono mossi per incentivare l’attività di pulizia delle nostre acque.
“Siamo limitrofi al Parco della Masseta dove sono attive delle intese con i pescatori, affinché raccolgano rifiuti - conclude Chiappetta - e basta andare su internet per trovare decine e decine di esempi virtuosi. Ma noi ripuliamo il mare anche in queste condizioni. Eppure, invece che aiutati e incentivati, veniamo vessati”.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it