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'Grazie Papa Francesco per la preghiera dedicata a noi operatori del comparto funebre'' |
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26/04/2020 |
| Vittoria Franchino Gulfo, Presidente Federcofit Basilicata, ha scritto una lettera a Papa Francesco, in rappresentanza di tutti gli operatori del comparto funebre di Basilicata. Nella Messa a Santa Marta, il papa ha pregato per quanti accompagnano con il loro servizio le vittime di questa pandemia. Nell'omelia ha ricordato che ogni cristiano è missionario, che non vuol dire fare proselitismo, ma vivere da cristiani con una fede dalle porte aperte, una fede che è servizio. Di seguito la lettera inviata al Papa.
Caro Francesco…
È proprio così che vogliamo rivolgerci al nostro Santo Padre Papa Francesco nello stesso modo in cui ci rivolgiamo ad una persona a noi vicina.
Quale meraviglia stamane nel sentirti chiedere di pregare per noi ”imprese funebri” tante volte dimenticate…nel sentirti parlare di noi come “coloro che fanno qualcosa di così doloroso, triste e che sentono il dolore di questa pandemia”.
E’ proprio vero, dopo gli operatori sanitari siamo noi che tocchiamo con mano il dolore delle famiglie che non hanno potuto dare l’ultimo saluto al proprio Caro, ognuno di noi dopo questa Pandemia potrà tornare al proprio lavoro, potrà riabbracciare la propria famiglia e potrà fare ritorno nella terra di origine, queste famiglie invece non potranno tornare indietro per occuparsi del proprio caro durante la malattia e dargli l’ultimo saluto nel modo in cui avrebbero voluto.
Questa Pandemia ci ha portato via un’intera generazione: i “nostri nonni”, i quali hanno ricostruito la nostra nazione e che ora abbiamo visto andare via avvolti da un misero lenzuolo invece che dagli abbracci delle persone care.
Ad affrontare questo difficile momento non siamo soli, a darci la forza ci sono i nostri Parroci che hanno continuato ad essere più che mai vicini alle proprie comunità.
Un Grazie dai servi più umili ed obbedienti di Sua Santità, le imprese funebri.
Vittoria Franchino Gulfo, Presidente Federcofit Basilicata
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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