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Centrale del Mercure: RADAR chiede sospensione attività e inoltra una diffida

25/03/2020



L’avvocato Enzo Bonafine, presidente della associazione Radar, per via dell’emergenza in corso e per cercare di contenere la diffusione del Coronavirus, ha scritto una nota a tutti sindaci della Valle del Mercure, compresi anche quelli dei Comuni calabresi e del Comune di Lauria, ai governatori delle Regioni Calabria e Basilicata, ai prefetti delle province di Cosenza e Potenza, al direttore generale di Arpacal, al responsabile dell’Osservatorio Ambientale e al responsabile dell’Azienda Sanitaria di Cosenza competente, per chiedere “la sospensione attività Centrale del Mercure” (impianto a biomasse che lavora con una potenza di 35MW, situato nel cuore del Parco Nazionale del Pollino).

La nota –Scrivo in nome e nell’interesse dell’associazione R.A.D.A.R., con sede in Viggianello, che da sempre denuncia i gravi danni ambientali prodotti dalla centrale ex Enel del Mercure ed 2 ora della Mercure s.r.l.”
Non è questo il momento delle polemiche né delle rivendicazioni; ci sarà tempo per riprendere il nostro cammino il cui traguardo è uno solo: chiudere l’impianto, radicalmente incompatibile con il territorio. Ora, però, nella situazione di straordinaria emergenza in cui tutti siamo precipitati, occorre solo collaborare per far fronte comune contro l’epidemia che sta devastando il nostro Paese e dunque fare tutto ciò che può essere, anche solo potenzialmente, utile a tal fine.
Con tale spirito, senza alcuna volontà di contrapposizione ma, al contrario, per una assoluta comunanza di interessi, Vi si sottopongono le preoccupazioni derivanti dagli studi diffusi in questi giorni da ricercatori delle università di Bari, Bologna, Milano, Trieste e della Società Italiana di Medicina Ambientale, i quali hanno affermato che “il particolato atmosferico (PM 10 PM 2.5) costituisce un efficace vettore per il trasporto, la diffusione e la proliferazione delle infezioni virali” giacché funziona “da vettore di trasporto” per i virus che banalmente “si attaccano (con un processo di coagulazione) al particolato atmosferico, costituito da particelle solide e/o liquide in grado di rimanere in atmosfera anche per ore, giorni o settimane, e che possono diffondere ed essere trasportate anche per lunghe distanze”.
L ’analisi, concludono, “sembra indicare una relazione diretta tra il numero di casi di covid-19 e lo stato di inquinamento da PM 10 dei territori” (prof. Gianluigi De Gennaro, in www.greenreport.it; ma, in generale, sul punto del legame tra i virus e l’inquinamento i contributi sono numerosissimi ed univoci).
Foto  enzo bonafine
La situazione della valle del Mercure, peraltro, è aggravata dalla inversione termica dovuta alla particolare conformazione dei luoghi e, come continuamente lamentato, dall’assenza di validi e rassicuranti controlli.
Si aggiunga che il numero elevatissimo di autotrasportatori che, quotidianamente e da aree lontane, raggiungono l’impianto, costituisce già da solo altro e rilevante possibile fattore di rischio di diffusione del contagio.
Per quale ragione, in un momento storico in cui si è ritenuto indispensabile sospendere l’intero sistema produttivo del Paese imponendo a tutti i cittadini duri ma necessari sacrifici personali ed economici, la centrale deve invece continuare a restare in esercizio?
All’obiezione che trattasi di attività strategica in quanto ad oggetto la produzione di energia è agevole opporre che tale rilievo è assolutamente secondario di fronte al ragionevole dubbio che essa possa facilitare la diffusione del virus o aggravarne gli effetti.
Tanto più che la domanda energetica è in forte calo sicché la sua ulteriore produzione risponde esclusivamente a logiche di profitto e non certamente ad un interesse pubblico.
Sia chiaro: non si vuole certo sostenere che la centrale costituisca un pericolo di diffusione del virus ma, semplicemente, che se, alla luce dei richiamati rilievi scientifici, c’è anche una sola possibilità che così sia, prudenzialmente occorre prevenirla.
In conformità, del resto, all’indirizzo governativo espresso sin dal d.l. 23 febbraio 2020, n. 6, netto nell’accordare prevalenza, nel conflitto tra il bene salute e quello della produzione, al primo, facendo corretto impiego, del resto, della gerarchia di valori accolta dalla Carta Costituzionale ed accogliendo quale criterio guida quello della precauzione.
Tale condivisibile orientamento risulta finanche rafforzato dai provvedimenti adottati dai Governatori di entrambe le Regioni interessate (la centrale è sita in territorio calabrese ma produce i suoi effetti nocivi soprattutto su quello lucano) ed esaltato negli sforzi che i Sindaci della Valle stanno apprezzabilmente compiendo per contenere la diffusione dell’epidemia.
Ed è per tale ragione, ritenendo che la gravità dell’epidemia imponga la massima cautela, che l’associazione R.A.D.A.R. chiede:
• Al Direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, al Responsabile ASP, al Presidente dell’Osservatorio Ambientale preposto alla vigilanza sanitaria sulla centrale, al Presidente 3 dell’ARPACAL, se, in forza dei dati tecnici disponibili, sia possibile escludere in assoluto il rischio del paventato collegamento tra diffusione di polveri sottili e Covid-19 e, dunque, se la prosecuzione dell’attività dell’impianto non esponga ad alcun potenziale pericolo la salute pubblica;
• al Governatore della Regione Calabria, al Prefetto della Provincia di Cosenza ed al Sindaco di Laino Borgo, in quanto massime autorità competenti a garantire la tutela della salute pubblica, l’adozione di ogni più opportuno atto finalizzato alla prevenzione ed al contenimento della diffusione del Covid-19 e segnatamente la sospensione dell’attività, anche a tutela dei lavoratori e dei fornitori, nonché quale gesto di attenzione e rispetto per le nostre comunità.
-al Governatore della Regione Basilicata, al Prefetto della Provincia di Potenza, ai Sindaci dei Comuni dell’area, di intervenire presso i competenti soggetti istituzionali affinché la presente istanza, pienamente in linea con la generale politica di prevenzione in atto, possa sortire effetto, anche sollecitando, unitamente alle omologhe figure della Calabria, la società proprietaria dell’impianto a disporre spontaneamente la sospensione dell’attività, anche a tutela dei lavoratori e dei fornitori, nonché quale gesto di attenzione e rispetto per le nostre comunità.

La diffida – L’avvocato Bonafine, sempre per conto dell’associazione Radar, ha anche inoltrato una diffida alla sindaca di Laino Borgo ed a Domenico Pappatera, quest’ultimo presidente dell’Ente Parco Nazionale del Pollino e direttore generale di Arpacal.
“Premesso che nel verbale del 14.07.17 sottoscritto, tra gli altri, dal sindaco del Comune di Laino Borgo e dal presidente del Parco del Pollino, è stato attestato che “Enel ha adempiuto all’impegno di cui all’art. 4 (impegni ambientali) “ dell’accordo di compensazione del 14.10.14;
il richiamato art. 4 dispone : “Enel Produzione si impegna a garantire, attraverso l’impiego dei più avanzati sistemi ambientali e di avanzate procedure gestionali, un’ulteriore riduzione delle emissioni annuali della centrale rispetto ai limiti autorizzativi vigenti. La suddetta riduzione di emissioni viene attuata, sin dalla firma del presente accordo, nella misura del 20% rispetto ai limiti emissivi annuali connessi all’assetto produttivo autorizzato ed ai limiti derivanti dai vigenti vincoli normativi ed autorizzativi, facendo sì che l’impatto ambientale complessivo dell’impianto sia equivalente a quello di un impianto di potenza inferiore, fatta salva la possibilità di ulteriori riduzioni tenendo conto delle tecnologie disponibili da verificare con le modalità previste all’art.
102;
tanto premesso, ai sensi e per gli effetti della legge 241/90, del d. lgs 33/13, nonché del d. lgs
195/05 che riconosce il diritto d’accesso alle informazioni ambientali “a chiunque ne faccia richiesta senza che questi debba (neppure) dichiarare e dimostrare il proprio interesse” atteso che “il regime di pubblicità in materia ambientale (ha) carattere tendenzialmente integrale” (ex multis, TAR Calabria, sez. I, 19.11.15 n. 1.747), chiedo di conoscere
quale fosse il livello di emissioni della centrale sino al 14.10.14, data di sottoscrizione dell’accordo di compensazione, e da chi esso sia stato rilevato; quale sia stato e quale sia il livello di emissioni dal 14.10.14 e da chi esso sia stato e sia rilevato; quali accertamenti siano stati svolti, e da chi, per poter attestare il rispetto dell’impegno assunto e, dunque, l’effettiva riduzione del livello di emissioni del 20% rispetto al dato pregresso.
Attendo formale e completo riscontro nei modi e termini di legge, da comunicare al mio studio, presso cui l’associazione RADAR è domiciliata, riservandomi ogni più ampia facoltà.

Gianfranco Aurilio
lasiritide.it



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