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Libera, stop a estrazioni in Val d'Agri |
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10/10/2019 |
| E’ indispensabile che l’umanità tutta e i governi degli stati, in particolare, diano segnali concreti e chiari di voler cambiare rotta sulle politiche economiche ed energetiche. La civiltà richiede energia, ma l’uso dell’energia non deve distruggere la civiltà!. E’ fondamentale che si riesca a garantire una quantità di energia a tutti, tuttavia con modalità di utilizzazione delle risorse che evitino di produrre squilibri ambientali tali da causare un processo di degrado e inquinamento, da cui l’intera umanità di oggi e di domani resterebbe gravemente ferita. La qualità dell’aria, il livello dei mari, la consistenza delle riserve d’acqua dolce, il clima e l’equilibrio di delicati ecosistemi, non possono non risentire delle modalità con cui gli esseri umani colmano la loro “sete” di energia, purtroppo con pesanti diseguaglianze. C’è la necessità di trasformare in maniera positiva la correlazione tra economia e ecologia. Sviluppo e crescita non possono essere raggiunti senza tenere conto dei danni che possono essere provocati alla salute degli operai e dell’ambiente in cui viviamo. Prima di tutto l’ambiente e la salute, perché la salute e l’ambiente sono di tutti.
di seguito la richiesta
Preso atto che :
la Concessione di coltivazione idrocarburi “Val d’Agri”, necessaria per continuare ad estrarre petrolio in Basilicata, scade il 26 ottobre 2019;
l’Eni e la Shell già da due anni hanno fatto richiesta di rinnovo;
l’area di interesse della concessione ha un’estensione di 660,15 chilometri quadrati, include 19 Comuni e si ritrova al centro di una nuova contrattazione tra il Governo centrale e quello regionale. Considerato che :
Eni e Shell estraggono attualmente più di 80 mila barili al giorno sui 104 mila autorizzati nel 1998;
uno studio della compagnia petrolifera descrive il giacimento come il più grande d’Europa in terraferma, con 24 pozzi attivi su 39, tutti potenzialmente produttivi;
l’area di interesse della concessione ricade nel centro del perimetro del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese all’interno del quale insistono cento chilometri di condotte interrate e un centro olio, ubicato a Viggiano;
in Basilicata, si è compiuto, di fatto, un autentico scempio dell’ambiente che ha interessato l’aria (inquinamento dagli impianti di desolfurizzazione petrolifera, stoccaggio e estrazione, inceneritori, cementifici, ferriere), il suolo (fanghi delle lavorazioni petrolifere, incidenti delle estrazioni, interramento rifiuti, acidificazione della Val D’Agri) e l’acqua, la vera ricchezza di cui dispone la regione, fonte di vita non solo per i suoi abitanti ma anche per alcuni milioni di cittadini di Puglia, Campania meridionale e Calabria settentrionale, che dipendono dai suoi bacini idrici;
l’esposizione agli idrocarburi ha prodotto seri effetti sulla salute delle donne, degli uomini e sull’intero ecosistema;
secondo le aziende coinvolte nel progetto le estrazioni continueranno ancora per mezzo secolo.
Si Chiede :
che la concessione di coltivazione idrocarburi “Val d’Agri”, necessaria per continuare ad estrarre petrolio in Basilicata, non venga rinnovata!
che venga cancellato il meccanismo delle proroghe automatiche, che si promuova senza indugio la programmazione delle tappe concrete di uscita dell’Italia dal fossile e che gli investimenti annunciati per l’avvio della transizione energetica partano proprio da qui, dalla Basilicata.
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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