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Sblocca Italia, incontro a Lauria. I comitati contestano i dati presentati

7/12/2014



Il partito di maggioranza che guida la Regione Basilicata in un incontro tenutosi a Lauria ieri, presente il presidente della Regione Basilicata, il consigliere regionale PD, Polese ed il sindaco di Lauria ha illustrato i suoi dati sul petrolio che riguardano la Basilicata. Durante il dibattito che ne č seguito si sono registrati gli interventi dei comitati impegnati in Basilicata sulle problematiche irrisolte, non solo di tipo ambientale, ma anche dal punto di vista sanitario e socio-economico. In particolare i rappresentanti No Triv, il nascente No Triv di Lauria, No Scorie Trisaia, Forum Stefano Gioia del Mercure hanno contestato la disinformazione in tema di petrolio, riassumibile nella frase pronunciata ieri dal consigliere regionale Polese il quale avrebbe affermato “una mucca inquina piů di un pozzo di petrolio“. Bisognerebbe capire – hanno sottolineato poi i comitati No Triv - a quale “mucca” si riferisce il consigliere regionale. Forse a quella “culturalmente” infomata sul bitume lucano?

I dati riportati a Lauria secondo i comitati non solo sono di parte, ma degli stessi non sono citate le fonti, ingenerando il forte sospetto che si tratti di mera propaganda politica, ad uso di chi intende avvallare scelte calate dall’alto.

Bastava che gli espponenti del PD a Lauria citassero i dati Istat – evidenzia Felice Santarcangelo No Scorie Trisaia – per far sapere agli iscritti del PD locale che in dieci anni, dal 2000 al 2010 in Val d’Agri, hanno chiuso il 59,38 % delle aziende agricole contro il 31% che ha chiuso in Basilicata per colpa di politiche agricole sbagliate e della crisi ma anche di una politica miope basata sul petrolio dimenticatosi in egual misura di sviluppare le economie esistenti. Intervenendo oggi a Lauria, Felice Santarcangelo di No Scorie Trisaia, ha sottolineato il ruolo della disinformazione proposta anche oggi sui temi del petrolio.

Nel settore del biologico dal 2005 a oggi in Val d’Agri le aziende sono passate da 92 a 13. Nel complesso le aziende che hanno subito le chiusure maggiori sono state quelle dell’allevamento (ricordiamoci del pecorino di Moliterno), il 75% del totale.

Stesso discorso per il settore turistico in Val d’Agri che secondo dati della stessa APT, dal 2013 al 2012, si sono persi circa il 10,20% di arrivi nelle strutture ricettive della Val d’Agri. Circa il 25% dal 2011 al 2013 (cumulando i due anni).

Altro che turismo e progetti regionali di cultura legati ai pozzi petroliferi!.

Per una questione di cumulabilitŕ vanno sommati ai posti di lavoro e al prodotto interno lordo valligiano perso in dieci anni i milioni di euro investiti negli anni per sostenere le imprese agricole e turistiche, che ora non hanno futuro.

Se poi si voleva oggi citare lo Svimez il quadro diventa anche piů impietoso, con la Basilicata che si classifica agli ultimi posti in Italia per quanto attiene disoccupazione giovanile, povertŕ ed emigrazione. L’Istat nel 2011 ha definito la Basilicata regione piů povera d’Italia, mentre per l’Ue era considerata regione ricca per colpa del PIL petrolifero. La regione ha perso per essere considerata “regione ricca”ť ogni anno finanziamenti Ue pari a circa 320 milioni di euro contro le “lenticchie” delle royalites di circa 120 milioni bloccate e non spendibili totalmente dai patti di stabilitŕ.

Gli iscritti del PD lauriota – evidenzia No scorie Trisaia – farebbero bene ad approfondire in modo autonomo come stanno davvero le cose e non fidarsi troppo di cifre che qualcuno intende dettare, solo per rendere credibile la tesi che il petrolio ha creato e crea sviluppo. Del resto basta spostarsi da Lauria e andare in Val d’Agri, percorrendo poche decine di chilometri per constatare cosa ha prodotto e produce davvero il petrolio.

Ola, Organizzazione lucana ambientalista



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