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Pd e Bd: Rivedere governance del settore idrico

23/07/2025

Nel corso dell’incontro con la stampa di questa mattina, presso la sede del Consiglio regionale, i consiglieri Piero Lacorazza e Roberto Cifarelli (Pd), e Piero Marrese (Bd) hanno illustrato cinque proposte di legge volte a ridisegnare il futuro del comparto idrico ed energetico lucano, ponendo particolare attenzione all’ambiente e alla sostenibilità. L’obiettivo è riformare profondamente la governance del settore idrico, superando l’attuale gestione emergenziale che, a loro avviso, impedisce una reale prevenzione delle frequenti crisi idriche che colpiscono il territorio.

Secondo i consiglieri di Pd e Bd, è necessario mettere ordine in un sistema eccessivamente frammentato: “Sono troppi i soggetti coinvolti nella gestione dell’acqua e, in questa dispersione, diventa difficile coordinare programmazione e gestione della risorsa. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: insoddisfazione degli utenti, confusione nei ruoli e assenza di una strategia complessiva”.

Il consigliere Lacorazza ha sottolineato che l’acqua rappresenta il simbolo più evidente “del fallimento del governo Bardi. Abbiamo percorso due strade – ha detto – quella della denuncia, già intrapresa con forza durante quest’anno, ma soprattutto quella della proposta. Accogliendo nuovamente l’invito del presidente Bardi, presentiamo cinque leggi concrete sulle quali il Consiglio regionale può e deve misurarsi, dopo che precedenti risoluzioni sono rimaste inascoltate. Chiediamo l’istituzione di un Osservatorio regionale sulle risorse idriche, perché non è più accettabile l’assenza di trasparenza su dati, numeri e strategie; serve una visione chiara. Inoltre, la Basilicata deve farsi promotrice, a livello nazionale, di un’iniziativa sull’acqua nel Mezzogiorno, dove il rapporto tra Stato e Regioni resta ancora troppo squilibrato. Per questo chiediamo a Bardi di chiarire definitivamente la posizione della Regione sulla quota del 30% delle azioni di Acque del Sud: da qui deve anche partire un ripensamento profondo della missione dell’Acquedotto Lucano, che necessita di un vero piano industriale.” Lacorazza ha poi illustrato altre due proposte che stanno per essedere depositate in Consiglio: quella che modifica la legge n.1 del 2017 che ha istituito il Consorzio unico di bonifica – “unico” solo di nome, privo di un piano regionale – per renderlo più vicino ai territori, soprattutto agli agricoltori, potenziando le unità territoriali e dotandolo di strumenti per intervenire in situazioni di emergenza. Il Capogruppo del Pd ha inoltre proposto che la gestione della forestazione venga affidata all’Unione dei Comuni montani sgravando il Consorzio di bonifica. Infine è stata messa sula Tavolo la creazione di una Società Lucana per la sostenibilità ambientale ed energetica in grado di investire strategicamente anche in sinergia con il Consorzio e l’Acquedotto Lucano. Lacorazza, ha ricordato che il Consiglio regionale ha già approvato, su loro proposta, un fondo per lo sviluppo sostenibile al 2050, un chiaro indirizzo politico che ora si traduce in proposte concrete. “Ci auguriamo – ha concluso – che finalmente si apra un confronto serio e reale su questi temi per il bene della Basilicata”.

Il consigliere Cifarelli ha invece evidenziato “l’inadeguatezza del Governo regionale, sia del presidente Bardi che dell’assessore Cicala, nel gestire non solo l’emergenza idrica ma più in generale nel mancare di visione e programmazione. Non basta affrontare le emergenze: serve governare i processi, anticipare i fenomeni e costruire politiche strutturate, soprattutto su temi come lo spopolamento e la gestione dell’acqua.” Secondo Cifarelli “la Basilicata ha perso ruolo e competenze anche a causa della passività del presidente Bardi nei confronti delle decisioni del Governo nazionale”. Cifarelli ha sottolineato “la necessità di una riforma profonda della governance, superando la presenza di troppi enti subregionali. Ricordando che già all’inizio della legislatura il PD aveva chiesto che questa fosse una legislatura riformatrice, ha stigmatizzato il rifiuto della maggioranza al confronto. Ha inoltre richiamato l’esigenza di coordinare il lavoro di tutti i soggetti coinvolti nella gestione idrica lucana – Acque del Sud, Consorzi di bonifica, SEL, Acquedotto Lucano ed Egrib – e ha ricordato la precedente proposta di legge per istituire un Osservatorio sulle risorse idriche, pensata proprio per garantire trasparenza e condivisione dei processi, oggi assenti”. Il Consigliere ha concluso rammentando “che in Val Basento, le fabbriche rischiano di dover fermare la produzione per mancanza d’acqua, si sarebbe potuto intervenire in tempo progettando un’infrastruttura per collegare l’area al Sinni e potenziare la rete del Consorzio di bonifica. Ma nulla è stato fatto, nonostante fosse chiaro l’impatto del cambiamento climatico. Non basta rincorrere le emergenze – ha ribadito – serve una vera programmazione e una governance condivisa”.

Il consigliere Marrese ha descritto un Governo regionale “dormiente e sordo alle richieste degli agricoltori, che stanno manifestando per chiedere aiuto e un dialogo finora mancato. La crisi agricola attuale, prevedibile e annunciata, poteva essere evitata con un confronto tempestivo. Le difficoltà costringono gli agricoltori a scegliere quali colture portare avanti, con gravi danni economici e rischio di perdita di posti di lavoro sul territorio. L’opposizione, oltre a denunciare queste criticità, propone leggi per stimolare un buon governo, chiedendo in particolare una rimodulazione della governance di Acque del Sud per rafforzare il ruolo della Regione, che detiene la maggior quantità d’acqua ma continua a cederla ad altri territori, penalizzando soprattutto il Metapontino”. Marrese chiede anche “una riforma del Consorzio di bonifica per renderlo più vicino al comparto agricolo e una nuova direzione per la società energetica lucana e la gestione della forestazione, più attenta al territorio. Propone infine l’istituzione di un osservatorio permanente per il monitoraggio e la gestione integrata della risorsa idrica, al fine di evitare nuove emergenze e favorire una programmazione efficace. Infine, Marrese ha rimarcato “la gravità della situazione in Val Basento, dove molte imprese rischiano di doversi fermare a causa della scarsità d’acqua, compromettendo la tenuta occupazionale. Le associazioni sindacali, tra cui CGIL, CISL e UIL, hanno chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico per affrontare la problematica. Ho chiesto ieri, durante la seduta del Consiglio che si convochi un incontro con sindacati, associazioni datoriali, Consorzio e Regione, per trovare rapidamente soluzioni e prevenire il blocco delle attività produttive”.

In dettaglio, le proposte di legge di Pd e Bd – tre già depositate in Consiglio e due in procinto di esserlo – riguardano:

- Il rafforzamento della rappresentanza e della governance pubblica in Acque del Sud Spa, con l’obiettivo di aumentare al 30% la quota delle Regioni, quota da sottoporre a gara, a società controllate dal pubblico, vincolare la nomina del presidente e di due membri del consiglio di amministrazione all’intesa con le Regioni interessate, per dare maggiore peso anche alla Basilicata nella nuova compagine societaria (PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA REGIONALE RIVOLTA ALLE CAMERE, comma 2, art. 121 COSTITUZIONE)

- L’istituzione dell’Osservatorio regionale sulle risorse idriche, incaricato di raccogliere, aggiornare e diffondere dati sulla disponibilità e l’uso dell’acqua, monitorare e pianificare i fabbisogni nei diversi settori, valorizzare le informazioni già disponibili e promuovere attività di sensibilizzazione sul corretto utilizzo della risorsa, coinvolgendo istituzioni, scuole, università ed enti locali.

- La nuova disciplina in materia di bonifica integrale, irrigazione e tutela del territorio, con l’obiettivo di avvicinare il Consorzio di bonifica ai territori, rendere più operative le sue unità territoriali rafforzandone le sedi corrispondenti ai tre vecchi consorzi pre-unificazione e dare piena attuazione allo Statuto consortile non ancora approvato. Si promuove inoltre l’investimento nel settore energetico, con il supporto della Società Energetica Lucana (SEL), per ridurre emissioni e costi, e si prevede l’intervento della Regione per coprire i costi derivanti da emergenze che comportino riduzioni o sospensioni di tributi a carico degli agricoltori.

- Le modifiche e integrazioni alle leggi regionali 13/2006 e 31/2008, per ridefinire il ruolo della Società Energetica Lucana (SEL), che diventerebbe “Società Lucana per la sostenibilità ambientale ed energetica”, con l’obiettivo di elaborare e attuare una strategia regionale di sviluppo sostenibile, cogliere nuove opportunità di fondi nazionali ed europei e creare nuova occupazione. La società può avere funzioni di supporto a politiche riguardanti la forestazione e mitigazione del rischio idraulico

- Il riordino delle funzioni regionali di area vasta e la disciplina dell’esercizio associato delle funzioni comunali, per garantire maggiore autonomia gestionale e finanziaria a Province ed enti locali, anche tramite le Unioni di Comuni e con l’istituzione dell’Unione Montana.




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