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La voce della Politica
Libera su trasferimento di Don Cozzi |
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16/10/2025 | Con gratitudine e affetto, Libera Basilicata accoglie la notizia del nuovo incarico di don Marcello Cozzi, che si svolgerà in un’altra Diocesi. In questi anni, la sua presenza ha rappresentato una guida preziosa, capace di intrecciare il linguaggio della fede con quello della giustizia, la prossimità pastorale con l’impegno civile contro mafie e corruzione.
Una voce, quella di don Marcello, che, partendo dalla sua vocazione di sacerdote, ha saputo dare voce a chi non l’aveva, perché perduta nella solitudine e nella rassegnazione.
La storia di don Marcello Cozzi si è legata, fin dalla sua fondazione, a quella di Libera, sia a livello regionale sia a livello nazionale. È una storia di piccoli passi, di lavoro silenzioso, di studio e approfondimento, un invito a non essere mai banali né superficiali nello studio delle cause, perché la necessaria vicinanza agli ultimi e alle vittime fosse sempre accompagnata dalla denuncia.
La denuncia, come dovere civico, come atto di responsabilità, la costruzione di percorsi di giustizia, sono caratteristiche fondanti dell’impegno di Libera. Ed è su questa strada che abbiamo camminato insieme a don Marcello. Non è una strada di folle oceaniche, quantomeno non sempre, è anche una strada di sentieri impervi, di strade chiuse, di improvvisi squarci di luce e di tanto buio. Ma ne è valsa la pena. Ne vale la pena.
Oltre a don Marcello, anche don Franco lascerà la parrocchia di Sant’Anna, dopo quasi sessant’anni di vita e di servizio. A don Franco siamo riconoscenti, perché la sua parrocchia è sempre stata un luogo inclusivo, attento ai bisogni degli poveri, con lo sguardo aperto sul mondo. Un luogo di impegno, dove credenti e non credenti hanno saputo condividere tante lotte per la giustizia e fondere i loro passi come costruttori di pace.
Ringraziamo don Marcello e don Franco per aver contribuito, in modo determinante, alla crescita di una comunità di persone e realtà sociali che oggi, grazie anche alla loro testimonianza, sanno camminare con autonomia e responsabilità sul territorio. La loro capacità di ascolto, la profondità dello sguardo e la coerenza dell’impegno continueranno a essere per noi un punto di riferimento.
Anche noi, come l’intera comunità cittadina, auspichiamo che don Franco possa ancora restare accanto alla parrocchia a cui ha dedicato un’intera vita.
Siamo certi, invece, che, nel suo nuovo percorso, don Marcello saprà portare la stessa passione civile e spirituale che ha animato il suo ministero in Basilicata. Gli auguriamo che questa strada sia ricca di incontri, di bellezza, di lotte, di luce. E speriamo che tratti di questo cammino siano ancora riservati alla sua regione, quella per cui si è speso per amore, a costo di rompere muri di indifferenza, di diffidenza, di poteri pronti a demolire chiunque, anche con la menzogna.
Abbiamo chiesto verità e giustizia tante volte. Continueremo a farlo. Gli ultimi episodi, come ad esempio l’inchiesta giornalistica sull’affidopoli lucana, ci rivelano un pericoloso abbassamento dell’etica pubblica, una palude di relazioni e di interessi, che riescono a farsi largo nelle pieghe di un’amministrazione incapace di opporre resistenza.
Sembra, a volte, che tutto possa essere digerito, sopportato, subito. E allora, oggi, più che mai è tempo di passi in avanti. È tempo, davvero, di unirsi, di creare quel fronte sociale di contrasto alle mafie, che oggi significa impegno per la democrazia, per i diritti, per la giustizia sociale, il contrasto a quella mafiosità pervasiva, che favorisce ogni tipo di illegalità e di violenza.
Sono queste le ragioni fondative di Libera. È questo quell’essere Libera, quell’essere liberi, di cui abbiamo bisogno, per liberare noi stessi, per liberare i più deboli, gli ultimi, le vittime dalla cappa della solitudine e della rassegnazione.
Grazie don Marcello, per averci insegnato tutto questo. E grazie a don Franco, che ci ha insegnato come non esiste giustizia nel mondo senza la giustizia per il vicino di casa. E viceversa. Per aver posto l’educazione alla mondialità come centro focale per diventare costruttori di pace.
Abbiamo davanti tante sfide, nel mondo e nella nostra regione. Consapevoli di quale impegno civico sia, oggi più che mai, necessario per contrastare fenomeni di corruzione e mafiosità, che stanno, giorno dopo giorno, erodendo gli spazi della democrazia e i diritti.
Tocca a noi far sì che la mobilitazione per un popolo oppresso e vittima di genocidio resti una fiamma accesa, anche quando quattro migranti, sfiancati dal lavoro e da condizioni di vita inumane, vedono finire le loro speranze sul ciglio di una strada o quando un giovane si toglie la vita in un carcere.
Tocca a noi. Consapevoli che abbiamo un dovere di impegno, di un impegno collettivo e condiviso. Consapevoli, davvero, che ne vale la pena.
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