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Araneo M5S. Centrodestra melfitano respinge mozione contro rapporti con Israele

30/07/2025

Ci sono momenti in cui ogni parola non detta diventa colpevole silenzio, ogni prudenza diplomatica si trasforma in complicità morale e ogni appello alla pace pronunciato senza azioni concrete appare come un esercizio sterile. Questo è ciò che è accaduto in Consiglio comunale a Melfi, dove la maggioranza di centrodestra ha respinto una mozione che aveva un solo, chiaro obiettivo: chiamare col nome che merita l’immane crimine che si sta consumando a Gaza - un genocidio- e chiedere con forza azioni concrete, come la sospensione dei rapporti commerciali con chi lo sta perpetrando.
Eppure, ancora una volta, la risposta è stata la stessa, prevedibile, imbarazzante giustificazione: una mozione più “piana”, più equilibrata, più neutra. Una mozione che non disturbi troppo, che non costringa nessuno ad assumersi responsabilità pesanti, che non turbi gli equilibri economici dietro cui si cela sempre il vero potere delle guerre.
Perché non è difficile dichiararsi per la pace e solidali con la popolazione civile: è scontato come dichiarare che si vuol bene alla mamma.
Difficile, invece, è avere il coraggio di compiere il passo necessario, quello di prendere posizione, di interrompere rapporti economici e commerciali che alimentano il massacro. Difficile è fare ciò che si è fatto nei confronti della Russia ovvero comminare sanzioni. Si può fare, si deve fare. Ma ciò comporta sacrificare il profitto che la guerra, inevitabilmente, porta con sé.
È questa la vera ipocrisia che emerge dal dibattito svolto in consiglio: gli stessi consiglieri di maggioranza, sindaco compreso, che si sono opposti alla mozione non esiteranno, nelle prossime dichiarazioni pubbliche, a declamare parole sulla pace, sulla solidarietà verso i civili innocenti, sui valori universali dei diritti umani; tuttavia, quando si tratta di trasformare questi principi in atti concreti, quando si tratta di sacrificare qualche interesse economico sull’altare della coerenza morale, ecco che emergono le vere priorità.
Quando si negano acqua, cibo e medicine a due milioni di persone, quando si bombardano sistematicamente strutture civili, quando si costringono centinaia di migliaia di persone allo sfollamento forzato, non servono sottigliezze diplomatiche per capire di cosa si tratta.
Il paradosso è che la stessa maggioranza che ha respinto la mozione su Gaza non avrebbe esitato un attimo a condannare i crimini russi in Ucraina, a chiedere sanzioni contro Mosca, a esprimere solidarietà al popolo ucraino. E giustamente. Ma quando la vittima ha la pelle più scura e professa una religione diversa, quando l’oppressore è un alleato strategico dell’Occidente, ecco che la bussola morale inizia a vacillare, che i principi diventano negoziabili, che la giustizia si piega agli interessi.

Provo una delusione profonda. Ho visto il centrodestra melfitano preferire una formula vuota e innocua piuttosto che una presa di posizione chiara, coraggiosa, necessaria.
Non è questo il volto che Melfi dovrebbe mostrare al mondo. Non è questa la Basilicata che vogliamo rappresentare in un momento storico in cui si stanno ridefinendo i rapporti di forza globali e in cui ogni scelta, anche quella di un Consiglio Comunale, contribuisce a disegnare il profilo morale dell’Italia che verrà.
Melfi aveva l’opportunità di essere parte del moto di coscienza che sta attraversando l’Europa e che chiede giustizia per il popolo palestinese. Ha scelto di restare alla finestra, di guardare la storia che passa senza parteciparvi, di essere spettatrice passiva di una tragedia che invece richiedeva testimoni attivi.
Il genocidio non si ferma con buoni sentimenti pronunciati in aula. Si ferma con atti concreti, con scelte che sanno mettere l’umanità davanti ai profitti. È questo il senso profondo della mozione respinta: un’occasione persa, una responsabilità elusa, un giorno che pesa sulla coscienza collettiva della nostra città.
Melfi merita coraggio e coerenza, non compromessi al ribasso.
Perché la storia, quella autentica e senza appello, giudica sempre con durezza coloro che, di fronte all’orrore, si rifugiano dietro a poche parole di circostanza.
Resterà questa la pagina più buia di questo Consiglio Comunale: non aver saputo essere all’altezza della propria responsabilità storica quando la storia bussava alla porta chiedendo solo un po’ di coraggio umano, prima che politico.

Alessia Araneo
Capogruppo M5s Melfi



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