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La voce della Politica

Gianni Leggieri – Riflessioni su “Cantiere 131” del M5S Basilicata

21/07/2025

Cantiere 131 si presenta come una grande occasione di ascolto diffuso, una campagna che promette di dare finalmente voce ai 131 comuni della Basilicata. Una bella formula, ben confezionata, con tanto di dichiarazioni altisonanti da parte del coordinatore regionale, Arnaldo Lomuti, e dalle due consigliere regionali nonché coordinatrici provinciali, su presenza, confronto e partecipazione. Ma è difficile non notare come tutto questo arrivi dopo anni di porte chiuse e di decisioni prese altrove, forse in qualche ufficio di qualche rappresentante istituzionale, sempre lontano da chi vive e conosce i problemi reali dei territori. Solo oggi, dopo cocenti sconfitte elettorali, si riscopre improvvisamente la centralità delle piazze lucane, quando il distacco con i cittadini è diventato impossibile da negare e i risultati elettorali hanno certificato un vero e proprio disastro. Se si promuove un’iniziativa mirante all’ascolto, vuol dire che prima quell’ascolto non c’è stato. E le voci, quelle che volevano essere ascoltate – non solo dei cittadini ma anche degli stessi vertici “bollati” come fastidiosi – venivano beatamente ignorate oppure messe da parte. Non si tratta di un gesto di generosità politica o di una folgorazione sulla via del rinnovamento. È una risposta tardiva e necessaria a un malessere che è esploso perché nessuno ha voluto affrontarlo quando sarebbe servito. E ora? Ora si organizza una tournée lucana, si fanno foto, si cercano applausi e si promette ascolto e confronto, ma non si dice nulla sui temi scomodi e soprattutto si parla di un futuro non ben definito, lasciando sul tavolo i quesiti fondamentali.
Per esempio: in questi incontri si parlerà del terzo mandato, di quella regola che un tempo era simbolo di coerenza e che oggi è stata archiviata con disinvoltura per convenienza di pochi? Si parlerà del futuro delle postazioni lucane, alla luce del terzo mandato, delle doppie e triple cariche detenute in barba a qualsiasi dettame morale e politico di quello che è il Movimento 5 Stelle? Si discuterà dell’assenza di democrazia interna che ha trasformato il confronto in un monologo, e del metodo verticistico che ha spaccato il Movimento, fatto perdere consiglieri, fatto evaporare consenso e che ha incassato solo brucianti sconfitte elettorali? Per anni il territorio è stato ignorato o gestito con comunicati fotocopia, mentre gli attivisti che chiedevano risposte venivano messi a tacere o accusati di remare contro. Ora si prova a recuperare terreno con un tour pubblicitario utile solo ai portavoce regionali e nazionale, fatto di selfie, slogan studiati, pacche sulle spalle e applausi facili. Ma la politica non è un’assemblea di istituto. Sul territorio non si va a fare autopromozione personale mantenendo doppi e tripli incarichi dopo tutti i fallimenti sia sulle comunali che sulle regionali, ma a dare risposte che purtroppo non arriveranno mai. L’autoincensamento dal basso è una pratica che non dovrebbe appartenere ad una formazione politica che si professa vicino ai cittadini.
Ascoltare non è mettere in scena incontri ben fotografati, né raccogliere solo applausi facili. Ascoltare davvero significa rispondere a chi contesta, accettare critiche dure, ammettere errori clamorosi e soprattutto cambiare metodo. E dimettersi, dando prova di coraggio e di democrazia interna. Cantiere 131 nasce perché la base si è allontanata. Perché la gente si è stancata di sentirsi considerata solo un serbatoio elettorale. Perché la sfiducia ha scavato un fossato che non si riempie con selfie, dirette social e indignazione a comando (magari cavalcando temi sensibili). Chi oggi promuove questo percorso di ascolto ha il dovere di dire la verità: riconoscere che la necessità di ascoltare nasce da un fallimento politico evidente. E che senza una reale autocritica, anche questo “cantiere” rischia di diventare solo un’altra facciata di cartone. Perché la verità non si fotografa. La verità si affronta. E finché non lo si farà, ogni “Cantiere 131” resterà solo scenografia. Un’altra dose di verità, somministrata un po’ per volta.

Gianni Leggieri, già consigliere regionale Basilicata



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