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La voce della Politica
Sanità lucana sotto osservazione: l’intervento di Rasulo e Giordano (UGL Matera) |
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1/07/2025 | “In seguito alla lettera-denuncia del cittadino Giovanni Galgano, che ha raccontato la lunga attesa vissuta dalla figlia di cinque anni al Pronto Soccorso di Policoro, l’episodio ha sollevato una forte ondata di indignazione. Ma accanto alla voce del dolore e della rabbia di un padre, per l’Ugl Matera è giusto ascoltare anche quella degli operatori sanitari, troppo spesso lasciati soli, sotto organico, e chiamati a rispondere alle emergenze di un sistema in crisi profonda”.
E’ quanto esternano congiuntamente il Segretario Provinciale dell’Ugl Matera Pino Giordano e Margherita Rasulo, Segreteria Ugl Salute.
La versione dell’ASM: “Nessun ritardo, tempi compatibili con il codice verde”
La replica ufficiale non è tardata ad arrivare. L’Azienda Sanitaria Locale di Matera (ASM) ha chiarito la dinamica, precisando che la bambina è stata accolta come codice verde, ovvero una condizione clinica non urgente. In base a tale classificazione, l’attesa è risultata compatibile con i protocolli di sicurezza, e la visita è avvenuta dopo circa un’ora, non tre, come affermato inizialmente.
«Il codice viene assegnato in base alla sintomatologia, non all’ordine di arrivo», ha spiegato il Direttore del Pronto Soccorso di Policoro, Rocco Di Leo. «In quel momento erano presenti dodici pazienti in attesa, tra cui sette codici più urgenti – un arancione e sei azzurri – e altri cinque in codice verde».
Il pediatra che ha poi dimesso la bambina ha confermato la congruità del codice verde, escludendo un peggioramento del quadro clinico durante l’attesa. Nelle stesse ore, il personale era anche impegnato nel trasferimento di un paziente in codice azzurro, ulteriore fattore che ha contribuito a dilatare i tempi di intervento.
“Comprendiamo l’apprensione dei genitori – ha dichiarato il Direttore Generale dell’ASM, Maurizio Friolo – ma il personale ha operato in modo corretto. In un contesto segnato da una carenza nazionale di personale sanitario, le lunghe attese sono purtroppo una possibilità. Il nostro impegno resta massimo per rafforzare la presenza medica, soprattutto nelle fasce orarie più critiche”.
Friolo, sollecitato dall’Ugl Matera, ha infine ribadito che “l’azienda continuerà a investire in risorse e riorganizzazione per migliorare l’efficienza e la tempestività dell’assistenza, ricordando che, anche nei momenti di maggiore pressione, la priorità resta sempre la sicurezza dei pazienti”.
Operatori in trincea: “Non siamo indifferenti, siamo impotenti”
Le parole del signor Galgano hanno colpito anche chi lavora all’interno di quelle corsie. A parlare è una giovane infermiera dell’ospedale di Policoro, che ascoltata dall’Ugl Matera preferisce restare anonima: “Leggiamo con amarezza la lettera del signor Galgano e comprendiamo la sua rabbia. Ma ci chiediamo: è giusto puntare il dito contro di noi, che siamo gli ultimi anelli di un sistema al collasso? Non siamo indifferenti. Siamo impotenti”. Il problema più grande? Il personale insufficiente. In Pronto Soccorso può capitare di avere un solo medico per decine di pazienti, ognuno con una potenziale emergenza. “Ogni minuto sei costretto a scegliere: chi vedere prima? Chi può aspettare? Chi, forse, non può? È una roulette che logora anche noi», racconta un medico in servizio. Con l’estate, il flusso aumenta. I rinforzi, invece, no. Turni massacranti, pochi strumenti e nessun riconoscimento reale: questa è la condizione in cui medici, infermieri e OSS continuano a garantire l’assistenza, spesso ben oltre il proprio dovere. “Nessuno si alza la mattina con l’intenzione di far soffrire un bambino”, aggiunge un’infermiera. “Ma se non ci sono mezzi, se i reparti sono vuoti, se siamo in due dove dovremmo essere in cinque, cosa possiamo fare di più? Anche noi ci vergogniamo: ci vergogniamo di non poter fare meglio”.
Comunicazione, la cura che manca. L’episodio di Policoro – aggiungono Rasulo e Giordano – per l’Ugl Matera porta alla luce anche un altro aspetto: la mancanza di comunicazione efficace ed empatica tra personale sanitario e cittadini. Quando si è in attesa, soprattutto con un bambino in difficoltà, ogni minuto pesa. Fornire informazioni chiare e aggiornamenti regolari può fare la differenza tra la rabbia e la comprensione.
Non serve alimentare lo scontro tra chi soffre e chi cura. Serve piuttosto un patto di fiducia reciproca. Conclusione: Non servono guerre tra disperati
La crisi della sanità pubblica non si risolve con accuse incrociate. È il frutto di decenni di tagli, di carenze strutturali, di scelte politiche sbagliate. Medici, infermieri, pazienti: non sono su fronti opposti, ma vittime dello stesso sistema malato. Denunciare è legittimo, doveroso. Ma non basta. Serve ascolto, riforma, visione. E soprattutto, unità – concludono i segretari Ugl Matera |
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