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Diritto alla conoscenza, Bolognetti: il digiuno prosegue ad oltranza

13/06/2025

Una protesta silenziosa ma determinata, un appello accorato alla vigilanza delle istituzioni, e un diritto — quello alla conoscenza — rivendicato con forza come pilastro della democrazia. A rivolgersi alla Commissione Parlamentare per l’Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi è Maurizio Bolognetti, giornalista, scrittore ed esponente storico dei Radicali, che dal 6 giugno ha intrapreso un’azione nonviolenta di sciopero della fame. Il motivo? La sistematica rimozione — a suo dire — di informazioni cruciali da parte del servizio pubblico, in particolare del TGR Basilicata, relative alla vicenda del Sito di Bonifica d’Interesse Nazionale (SIN) di Tito Scalo e all’inquinamento ambientale in Basilicata. Con questa lettera, inviata alla Presidente e ai membri della Commissione di Vigilanza Rai, Bolognetti denuncia la violazione dell’articolo 294 del Codice Penale e richiama l’urgenza di tutelare il diritto umano alla conoscenza, troppo spesso negato nel silenzio delle istituzioni e dei media.


Gentile Senatrice Floridia, gentili onorevoli Boschi e Montaruli, gentili membri della “Commissione Parlamentare Per l’Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi”,
confesso la mia stanchezza e il mio logoramento dopo 40 anni di lotte, nel corso delle quali non ho mai smesso per un solo momento di chiedere il rispetto del diritto dei cittadini a poter conoscere per deliberare.
Dalle ore 23.59 del 6 giugno ho iniziato un’azione nonviolenta di dialogo, attraverso l’assunzione di sola acqua e qualche caffè, per chiedere che la Rai e in particolare il Tgr Basilicata onori il diritto umano alla conoscenza in relazione alla vicenda del Sito di Bonifica d’Interesse Nazionale di Tito Scalo (PZ) e più in generale su tutte le situazioni di inquinamento presenti in Basilicata, che mettono in pericolo le matrici ambientali e la salute dei cittadini. Ho avuto modo di interessarmi alla vicenda del sopra citato SIN per molti anni in veste di Segretario di Radicali Lucani, di ex membro degli organi dirigenti di tutti i soggetti politici dell’area radicale e anche in veste di iscritto all’Ordine dei Giornalisti e corrispondente dal Mezzogiorno per Radio Radicale dal 2010 al 2012.
Vicende, e sintetizzo brutalmente per venire alle ragioni che mi inducono a scrivervi, dalle quali ho tirato fili che mi hanno portato a parlare di overshoot day, mancata applicazione nel nostro Paese di direttive comunitarie, del Codice dell’Ambiente (DLGS 152/2006), infrazione di direttive comunitarie, negazione del diritto di accesso alle informazioni ambientali. Sui temi citati ho scritto tre libri, editi dalla Reality Book, rapidamente divenuti una sorta di stampa clandestina, ma che di certo sono stati un vademecum per gli addetti ai lavori, considerando la mole di informazioni in essi contenuta.
Insomma, un’azione politica a tutto tondo e un giornalismo d’inchiesta e approfondimento.
È mia ferma convinzione che il sale di ogni vera, autentica democrazia sia rappresentato dal diritto umano alla conoscenza, dall’einaudiano conoscere per deliberare e che il diritto alla conoscenza sia, per ragioni evidenti, sinonimo di democrazia. Non a caso il nostro legislatore ha saggiamente introdotto nel Codice Penale, attraverso l’art. 294, una fattispecie di reato definita “Attentati contro i diritti politici del cittadino”. Il sopra citato articolo recita: “Chiunque con violenza minaccia o inganno impedisce in tutto o in parte l’esercizio di un diritto politico, ovvero determina taluno a esercitarlo in senso difforme dalla sua volontà, è punito con la reclusione da uno a cinque anni”. Il 13 maggio, in relazione alla campagna referendaria, l’Agcom con la delibera 136/25 ha richiamato la Rai e tutti i fornitori dei servizi di media audiovisivi e radiofonici “Al rispetto dei principi in materia di informazione durante la campagna referendaria”. La verità è che da lustri e sulle più disparate questioni e a tutti i livelli nel nostro Paese si consuma quell’attentato di cui parla il legislatore nell’art. 294 c. p.
Basterebbe pensare che da oltre trent’anni non c’è uno straccio di dibattito sulle fallimentari “War on drugs”. Ciò premesso veniamo all’oggi e a ciò che mi preme segnalarvi, alle ragioni che mi hanno indotto a dar corpo al mio Satyagraha, anche attraverso lo strumento del digiuno. Veniamo alle ragioni che mi inducono a chiedere un intervento e una risposta da questa per me importante Commissione parlamentare, dal suo Presidente e dai suoi autorevoli membri.
Il 5 giugno 2025, il Tgr Basilicata, in un servizio curato dalla giornalista Vittoria Morano, ha informato i cittadini lucani del sequestro preventivo disposto dalla Procura della Repubblica di Potenza dell’area Daramic, ubicata all’interno del perimetro del Sin Tito Scalo. La Procura lucana ha ipotizzato a carico di 13 indagati i reati di disastro ambientale e omessa bonifica. Nel servizio in oggetto la Rai si è limitata a riferire ai telespettatori il mero dato di cronaca, nonostante a più riprese avessi segnalato al caporedattore, Gennaro Cosentino, e alla redazione che le ragioni che avevano indotto la Procura a disporre il sequestro emergevano in maniera solare in quanto denunciato dall’Associazione Radicali Lucani e dal sottoscritto nel 2008-2009 e successivi, anche attraverso la presentazione di due esposti-denuncia e la pubblicazione di alcune video-inchieste.
Ad adiuvandum, segnalo alla Commissione un articolo pubblicato dal Quotidiano del Sud l’8 luglio 2009, reperibile al seguente indirizzo internet:
https://www.quotidianodelsud.it/archivio/2009/07/08/ambiente-e-salute-i-veleni-di-tito
Sarà facile per la Commissione confrontare i contenuti del sopra citato articolo con quanto riferito dalla Rai in data 5 giugno 2025 nell’edizione delle 19.30 del Tgr Basilicata. Qui il servizio:
https://www.rainews.it/tgr/ basilicata/articoli/ 2025/06/ ex-daramic-sequestro-preventivo- dellarea-e-13- indagati- 9ff3b35b-fc2a-4174-982d-8c36d4bc3ca9.html
La cosa davvero incredibile è che l’unica risposta giunta dalla Rai alle mie sollecitazioni è stato l’informale sms della giornalista Grazia Napoli, la quale ai miei rilievi su una patente censura, rimozione, negazione di conoscenza, ha testualmente risposto: “Ma la Morano che ne sa delle cose vecchie”.
Vecchie, Signore e Signori Commissari? Passate? Certo vecchie e passate. Peccato che quel passato, quelle cose “vecchie” abbiano contribuito a creare il presente che ha indotto a disporre il sequestro del sito Daramic, attraverso l’intervento del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri. Peccato che le ragioni che hanno portato al sequestro del sopra citato sito fossero contenute in toto in quanto da me denunciato nel 2009 e successivi. Nonostante le reiterate sollecitazioni ad informare i cittadini lucani su un passato fin troppo presente, nessuna risposta è giunta ad oggi dalla Rai che ha inteso trincerarsi dietro un tracotante e arrogante silenzio. Un muro di gomma o forse sarebbe meglio definirlo di cemento armato. Un manganello utilizzato per colpire esponenti politici e soggetti politici, che hanno la sola colpa di aver fatto rivivere dei non luoghi e di aver portato a galla un inquinamento delle matrici ambientali, che potrebbe aver avuto un riflesso sulla salute dei cittadini. Senza giraci ulteriormente attorno, chiedo alla Presidente della Commissione e ai suoi autorevoli membri di intervenire sulla vicenda segnalata per interrompere quello che, a mio avviso, è una patente violazione dell’art. 294 c.p. e, di certo, una negazione di un fondamentale diritto umano qual è il diritto alla conoscenza. Quel diritto alla conoscenza, ripeto, che è sinonimo di democrazia, che è il sale della democrazia. La Rai non può liquidare la vicenda Tito Scalo definendo il passato “cosa vecchia” ed è diritto di ogni cittadino lucano, e non, sapere cosa è accaduto in relazione alla paradigmatica vicenda di uno dei due Siti di Bonifica d’Interesse Nazionale (SIN) presenti in Basilicata. Il passato è fatto, ahimè, anche di minacce, che il sottoscritto ha ricevuto per aver provato ad onorare il conoscere per deliberare. Nella speranza di poter ricevere quanto prima una risposta, colgo l’occasione per rivolgere alla Presidente della Commissione e a tutti i suoi membri i miei più cordiali saluti. L’azione nonviolenta che sto conducendo proseguirà ad oltranza e non può essere in alcun modo definita un ricatto, perché non c’è ricatto nel rivendicare il rispetto di un diritto e della Costituzione.
Latronico, lì 13 giugno 2025
Maurizio Bolognetti
Segretario di Radicali Lucani
Già membro del Consiglio Nazionale dei “Club Pannella”
Già corrispondente dal Mezzogiorno di Radio Radicale dal 2010 al 2012



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