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Chiusura filiali, silenzi mediatici: Bolognetti annuncia sciopero della fame |
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20/05/2025 | Di fronte a un crescente clima di invisibilità e marginalizzazione del dissenso, Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali Lucani e storico militante del Partito Radicale, annuncia l’inizio di uno sciopero della fame ad oltranza a partire dalle ore 23.59 del 21 maggio. Una scelta sofferta ma coerente, nata dalla volontà di denunciare la chiusura delle filiali Intesa San Paolo nei territori più fragili della Basilicata e di richiamare l’attenzione sul diritto umano alla conoscenza, fondamento irrinunciabile di ogni autentica democrazia.
Con una lettera aperta indirizzata a Gennaro Cosentino, caporedattore del TGR Basilicata, Bolognetti pone con forza il tema della censura e dell’assenza di pluralismo nell’informazione pubblica. Lo fa con il linguaggio che gli è proprio: quello della nonviolenza, della testimonianza personale, della fame e della sete come strumenti estremi per rompere il muro del silenzio. Dopo aver aderito alla manifestazione della UIL contro la desertificazione bancaria e la chiusura dello sportello Intesa San Paolo di Latronico, Bolognetti denuncia di essere stato del tutto ignorato dal servizio del TGR, nonostante la sua presenza e le sue dichiarazioni pubbliche.
Chiusura filiali Intesa San Paolo e Diritto umano alla conoscenza, Bolognetti: dalle 23.59 del 21 maggio in sciopero della fame ad oltranza. Lettera aperta a Gennaro Cosentino, caporedattore Rai Basilicata.
Gentile dr. Cosentino,
voglio darmi tempo e voglio dare tempo alla redazione del Tgr da lei condotta. Tempo per riflettere, tempo per costruire un necessario confronto, dialogo. Tempo per gettare un ponte e non per minarlo. Caro Gennaro, avevo osato sperare che a febbraio avessi compreso le ragioni della mia azione nonviolenta: democrazia fa rima con conoscere per deliberare. Se vuoi potremmo dirla così: diritto umano alla conoscenza e democrazia sono sinonimi e certo non devo spiegare a te la validità di quello che potremmo quasi definire un assioma.
In 40 anni di militanza politica, mai, e dico mai, la parte politica che ho lungamente sostenuto – il Partito Radicale di Marco Pannella – ha partecipato a quella lottizzazione della Rai che, ne sono convinto, avvilisce il ruolo di tanti bravi giornalisti, che tutto vorrebbero tranne esercitare il loro ruolo sotto la continua pressione degli occupanti. E di bravi giornalisti la sede Rai Basilicata ne ha avuti e ne ha. Nei tre mesi intercorsi dall’8 febbraio (giorno in cui ho sospeso lo sciopero della sete) ad oggi, a più riprese non ho/abbiamo avuto come Associazione Radicali Lucani la possibilità concreta di poter parlare ai cittadini attraverso i microfoni del TGR.
Questo fino a quanto di surreale è avvenuto nel corso della Manifestazione organizzata dalla UIL sulla desertificazione bancaria e la chiusura dello Sportello Intesa San Paolo di Latronico, alla quale pure avevamo aderito ed ero presente, anche se reso un fantasma. Non solo non ho potuto parlare in voce, ma non una riga di quanto ho affermato è stata riportata nel servizio dedicato al sit-in. Si è arrivati anche al punto, incredibile solo a dirlo, di non citare nemmeno la mia presenza. Mi e ti chiedo se questo non assomigli, in maniera sinistra, a quel che faceva l’Istituto Luce nel Ventennio che fu. Nel 1989, Marco Pannella, nel rivolgersi alla Presidente della Camera Nilde Iotti, tra l’altro scriveva: “Signora Presidente, dovunque si volga lo sguardo il prevalere di impulsi, riflessi, violenze istituzionali e sociali di carattere inequivocabilmente fascistico mi appare tragicamente chiaro. Se manca, o sembra mancare, la violenza squadristica, con le sue vittime e i suoi assassini, è perché l'assassinio dell'immagine, della verità, della tolleranza, delle idee, delle stesse leggi e del loro fondamento morale, la Costituzione, lo si compie oggi ogni ora, in modo più completo, profondo, radicale di allora, attraverso l'opera dei mass-media”. Niente di personale, mi creda. Le mie critiche sono rivolte agli atti e a quelle che ritengo essere patenti omissioni. Ho solo da scusarmi nei confronti di Monsignor Orofino, Vescovo della Diocesi Tursi Lagonegro, con il quale mi ero impegnato a non intraprendere ulteriori azioni nonviolente, ma sono sicuro che Sua Eccellenza comprenderà. Del resto, giunto alla soglia dei 60 anni, le mie condizioni di salute mal si conciliano con azioni che sono molto impegnative fisicamente. Ma mi dica lei quale altro strumento di dialogo resta a un nonviolento, dopo aver provato in ogni altro modo a chiedere, innanzitutto per i cittadini e poi per la mia parte politica e per tutti, il rispetto di un diritto fondante di ogni autentica democrazia. Non è un ricatto, perché, mi creda dr. Cosentino, non c’è ricatto nel rivendicare il rispetto di un diritto umano. Non posso e non voglio restare inerme di fronte all’assassinio dell’immagine, delle idee, della verità, ecc. Nel 2010, quando ci interrogavamo se partecipare o meno alle elezioni regionali, scrivevamo un documento intitolato “Attenzione! Senza democrazia non vi sono elezioni, ma solo violente finzioni contro i diritti civili, politici e umani”. Quel documento iniziava così: “Se - come è purtroppo ormai probabile – si dovesse giungere al voto regionale del 28/29 marzo nelle attuali condizioni di negate legalità e democrazia, la decisione del parteciparvi o no s’impone sin d’ora come gravissimo, inevitabile problema di coscienza dinanzi all’inverarsi […] del sicuro rischio di incorrere nel reato di complicità con opere di un Regime che negano radicalmente diritti umani, costituzionali [..] individuali e collettivi; Regime che tende e sempre più riesce a ridurre lo Stato a mera copertura legalistica di questi crimini”. Nella speranza che lei possa comprendere le ragioni a cui provo a dar corpo, la saluto con cordialità, preannunciandole che, esercitando il massimo senso di responsabilità nei confronti di me stesso, di coloro che mi amano e per dare il tempo necessario alla riflessione, rinuncio per ora a riprendere lo sciopero della sete, ma dalle ore 23.59 del 23 maggio inizierò uno sciopero della fame ad oltranza, riducendo drasticamente il necessario apporto calorico da 2000 a 200 calorie/die. Dopo decine di telefonate ed sms, spero che quanto prima accetterà di confrontarsi sulle questioni poste. Convincere sta per vincere assieme e non contro.
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e già membro del Consiglio Nazionale del “Club Pannella”.
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Al direttore del Tgr Basilicata Gennaro Cosentino
Alla Redazione del TGR Basilicata
Gentile Direttore, al fine di sanare la patente censura, che ha impedito ai vostri telespettatori di conoscere le ragioni che mi hanno indotto a partecipare attivamente al sit-in organizzato dalla Uil, le chiedo di dare lettura integrale del testo che segue, possibilmente accompagnato da immagini di repertorio.
Chiusura filiali Intesa San Paolo e Diritto alla conoscenza, Bolognetti: Dalle ore 23.59 del 21 maggio in sciopero della Fame ad oltranza.
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e già membro del Comitato Nazionale dei “Club Pannella”.
Verrebbe da chiedersi in che direzione stia viaggiando il mondo del lavoro e se, per caso, qualcuno non stia costruendo una realtà disumanizzante, fatta di Intelligenze più o meno artificiali e di un capitalismo prevalentemente finanziario, speculativo e della sorveglianza.
Ho aderito al Sit-in organizzato dalla UIL per difendere i diritti di cittadini, imprese e lavoratori (incluso i lavoratori bancari) a non perdere servizi essenziali.
Perché i vertici di un colosso, qual è Intesa San Paolo, stanno chiudendo centinaia di filiali? In nome di cosa? Perché stanno massacrando le aree interne di una regione che ha bisogno, come il pane, dei servizi che ci stanno sottraendo goccia dopo goccia? Va bene perseguire il profitto, ma non va assolutamente bene trasformare il legittimo perseguimento di un profitto in mera avidità e massacro di diritti sociali.
Cos’altro aggiungere? Mi viene in mente in questo momento il discorso di insediamento pronunciato da F.D. Roosevelt nel 1933: "Davanti al tribunale dell'opinione pubblica, condannati dal cuore e dalla mente degli uomini, stanno i sistemi di speculatori poco scrupolosi […] In questo giorno di consacrazione alla nazione domandiamo umilmente la benedizione di Dio. Che Egli protegga ciascuno e tutti noi. Che Egli mi guidi nei giorni venturi".
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