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La voce della Politica
| Sanità accreditata in stallo e pazienti in lista d’attesa: USC denuncia la paralisi |
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28/03/2025 | Come se non bastasse, alla crisi determinatasi per effetto della pretesa – da parte dell’ASP – di restituzione di risorse economiche relative a prestazioni sanitarie già regolarmente erogate, rendicontate e contrattualizzate, si aggiunge un ulteriore elemento di gravissima criticità: l’impossibilità per le Aziende Sanitarie di stipulare nuovi accordi contrattuali ex art. 8-quinquies del D.Lgs. 502/1992, in assenza della preventiva definizione del fabbisogno assistenziale e dei relativi tetti di spesa.
Tale blocco amministrativo non solo impedisce la prosecuzione dei rapporti contrattuali tra ASL e Strutture accreditate, ma rende anche tecnicamente impossibile la gestione della fatturazione elettronica tramite il Nodo Smistamento Ordini (NSO) – piattaforma obbligatoria per tutte le transazioni economiche con il Servizio Sanitario Regionale. La paralisi amministrativa e digitale potrebbe dunque divenire totale.
L’Unione Sanità Convenzionata (USC) esprime profonda preoccupazione per la totale assenza, a oggi, di provvedimenti regionali volti alla definizione e assegnazione dei tetti di spesa fondati sul fabbisogno di assistenza specialistica ambulatoriale per l’anno 2025.
Si tratta di un ritardo che non solo replica, ma aggrava le gravi criticità già verificatesi negli anni precedenti, determinando uno scenario di incertezza economico-gestionale insostenibile per le strutture sanitarie accreditate, costrette a garantire continuità assistenziale senza alcun quadro normativo, programmatorio o contrattuale definito.
Questa situazione si inserisce in un contesto ulteriormente compromesso da numerosi annullamenti giurisdizionali di deliberazioni regionali pregresse, dichiarate illegittime per l’assenza di un’istruttoria fondata sul reale fabbisogno assistenziale o per la loro tardiva adozione.
A ciò si aggiunge la prospettata azione di recupero da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di risorse economiche riferite a prestazioni sanitarie già erogate, rendicontate e regolate da contratti pienamente vigenti, in palese violazione dei principi di buona fede e legittimo affidamento.
Le conseguenze sono potenzialmente devastanti: interruzione dei servizi, blocco delle attività, perdita di prestazioni sanitarie essenziali per migliaia di cittadini lucani e, contestualmente, compromissione della sostenibilità occupazionale e operativa dell’intero comparto accreditato.
Alla luce di quanto sopra, l’Unione Sanità Convenzionata sollecita con urgenza la Regione Basilicata ad adottare, entro e non oltre 30 giorni, i seguenti provvedimenti:
• Censimento aggiornato e trasparente del fabbisogno assistenziale regionale;
• Definizione e assegnazione dei tetti di spesa per l’annualità 2025;
• Rispetto dei principi di equità, proporzionalità, trasparenza e ragionevolezza nella distribuzione delle risorse;
• Recepimento degli indirizzi nazionali e regionali in materia di programmazione e abbattimento delle liste d’attesa;
• Partecipazione attiva delle strutture accreditate e delle associazioni di categoria nella fase istruttoria.
In mancanza di risposte concrete e tempestive, l’USC annuncia sin d’ora che porrà in essere ogni iniziativa utile per uscire da questa assurda situazione, anche legale, a tutela dei propri associati, dei pazienti e del diritto costituzionalmente garantito alla salute. |
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