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La voce della Politica
Europa Verde Basilicata: Si alle comunità energetiche, no all’eolico selvaggio sul Parco delle Murgia Materana |
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6/03/2025 | La Regione Basilicata aggira e disapplica le sue stesse normative. Il caso delle installazioni eoliche in prossimità del Parco della Murgia Materana è emblematico. Nonostante i vincoli di tutela del parco regionale della Murgia e delle Chiese Rupestri del Materano, incluso nel Sito Unesco, proliferano i progetti che mirano a sfruttare il vento senza un piano di armonizzazione con il territorio e senza alcun ritorno per le comunità locali. Come accaduto con il petrolio, il governo regionale appare assente e distratto, nonostante una chiara normativa che tutela i siti Unesco. Si tratta di un comportamento inaccettabile in relazione al quale Europa Verde AVS proporrà una interrogazione parlamentare onde portare il caso all’attenzione del Parlamento.
In particolare la legge regionale LR 54/15 per il “recepimento dei criteri per il corretto inserimento nel paesaggio e sul territorio degli impianti da fonti di energia rinnovabili ai sensi del d.m. 10/9/2010” all’allegato A individua i siti patrimonio mondiale dell'UNESCO come non idonei all'istallazione di impianti alimentati da Fonti Energetiche Rinnovabili (FER). In tale allegato risultano non idonei all’installazione impianti eolici e fotovoltaici entro un limite (buffer)di 8 km dal sito vincolato Unesco. La Regione Basilicata nonostante il sito Unesco lascia fare, a dispetto di quanto fa la Regione Puglia. Quest’ultima fa rispettare la normativa emanando appositi pareri, che ove applicati al nostro territorio impedirebbero di istallare impianti eolici sulla Murgia materana visibili anche dai vicini Sassi, con evidente alterazione di un paesaggio che è patrimonio mondiale.
Orbene applicando la normativa indicata, i progetti per complessivi 35 aerogeneratori interferenti con il buffer sarebbero irricevibili e, segnatamente, tali sono i progetti "Iesce", "Masseria Terlecchia Piccola" "Serra Brizzolina", "Matera".
Per decenni, la Basilicata ha subito lo sfruttamento delle sue risorse naturali senza che le comunità locali ne traessero reali benefici. Il dato dello spopolamento del resto è emblematico. Si pensi all’estrazione del petrolio, presentata come un'opportunità di sviluppo, e che invero lascia dietro di sé inquinamento, danni ambientali e scarse ricadute economiche per i lucani. Senza dire che nonostante le grandi risorse e i grandi profitti delle multinazionali la transizione energetica ed ecologica in Basilicata resta un miraggio. Il dato della povertà energetica è allarmante il bonus gas un fallimento (un tesoretto sprecato in danno della sanità e dei giovani), serve un cambio di paradigma che parta dalle comunità e arrivi a modelli di città a risparmio energetico fondate su un modello energetico diffuso e democratico.
La transizione ecologica deve essere giusta, partendo da forme di gestione democratica e partecipate dell’energia. Nuove forme di “colonialismo” energetico in Basilicata sono inaccettabili. Il passaggio alle rinnovabili deve essere pianificato con criterio, rispettando il paesaggio e garantendo che l'energia prodotta venga impiegata per il benessere di chi vive ogni giorno questi territori, e non solo per il profitto di società esterne.
Michela Trivigno Portavoce Europa Verde Avs
Donato Lettieri Portavoce Europa Verde Avs
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