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Processionaria e processionarie partitocratiche, Bolognetti: la Giunta Bardi batta un colpo

6/03/2025

Parte la lotta del Comune di Falconara contro la diffusione della processionaria del pino: non più un obbligo, ma una scelta dell’amministrazione comunale a tutela della salute”. Questo è quello che è dato leggere sul sito del Comune di Falconara Marittima in data 28 febbraio 2025 (Vedi https://www.vivereancona.it/2025/03/01/.).
A mio avviso un comportamento, quello del Comune in Provincia di Ancona, di grande responsabilità e, diciamocelo, amore per la tutela di flora, fauna e della salute umana. Prima di entrare nel merito delle domande che intendo porre ai sindaci lucani e alla Giunta Bardi, gioverà innanzitutto spiegare a chi legge cos’è la “Processionaria”. La Thaumetopoea pityocampa Schiffermüller, ovvero la “Processionaria” del pino, è un lepidottero che rappresenta un pericolo per la flora, la fauna e la stessa specie umana. A tal proposito riporto quanto scrive il “Servizio Fitosanitario della regione Lombardia”: “Le specie attaccate da T. pityocampa in ordine di preferenza sono Pinus nigra (pino nero), P. sylvestris (pino silvestre), P. pinea (pino domestico), P. halepensis (pino d’Aleppo), P. pinaster (pino marittimo), P. canariensis (pino delle Canarie), Cedrus atlantica (cedro dell'Atlante) e Larix decidua (larice comune). Oltre al danno diretto, le piante subiscono forti stress fisiologici che ne determinano un indebolimento generalizzato predisponendole all’attacco di parassiti secondari come coleotteri scolitidi e patogeni di debolezza. I peli urticanti che le larve sviluppano dalla terza età costituiscono una problematica sanitaria nelle aree frequentate dalla popolazione a causa delle reazioni allergiche che provocano a uomo e animali”. Ad adiuvandum aggiungo quanto riportava la Regione Piemonte in particolare per il rischio che corrono gli umani: “evitare di sostare sotto i pini e le conifere; non avvicinarsi alle piante che presentano nidi di processionaria e alle larve in processione sul terreno e sui tronchi non toccare a mani nude i nidi, le larve e la corteccia degli alberi, arbusti o rami infestati; non effettuare lavori che possano diffondere nell'aria i peli urticanti, ad esempio rastrellamento delle foglie o sfalcio dell'erba; nel caso si rendesse necessario asportare i nidi, proteggersi adeguatamente con tuta, guanti occhiali e maschera; i nidi asportati devono essere raccolti e bruciati; tenere i cani al guinzaglio e lontano dalle conifere; in caso di contatto, fare tempestivamente una doccia e lavare gli indumenti a temperatura elevata; se il contatto è avvenuto con le mucose, sciacquare subito le parti contaminate con acqua e bicarbonato (anche nel caso di cani, cavalli, ecc.) in caso di irritazioni cutanee o congiuntivali, di irritazione delle vie aeree o crisi asmatiche, rivolgersi immediatamente al medico”.
In base al DM 30 ottobre 2007 l’intervento era obbligatorio (vedi Gazzetta Ufficiale: ((https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/ ), ), ma malauguratamente, a mio parere, con scarso senso di responsabilità il sopracitato Decreto Ministeriale è stato abrogato nel dicembre del 2021. Il fatto che lo Stato abbia rinunciato ad eradicare un insetto nocivo e pericoloso, non significa però che Regioni e Comuni debbano lavarsene le mani. E infatti, come ho riportato in apertura, il Comune di Falconara meritoriamente fa ciò che va e andrebbe fatto. Lo stesso Comune di Latronico, per esempio, investito della problematica, si è attivato chiedendo alla Regione Basilicata, e precisamente all’Ufficio Fitosanitario, cosa fare.
Nell’esprimere l’auspicio che alla rapida attivazione dei competenti uffici comunali di Latronico corrisponda una altrettanto rapida risposta degli uffici regionali, oso porre alla Giunta Bardi e a quello che dovrebbe essere il competente assessorato, e cioè l’agricoltura, se tra una nomina e l’altra intendano attivarsi oppure se preferiscono, mi si perdoni la battuta, unirsi in una lunga fila di “processionarie partitocratiche” non meno nocive, anzi. Presidente Bardi, batta un colpo, ma la prego senza mandarmi foto di imbarcazioni.



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