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La Fim Cisl fa il punto su Stellantis e indotto

6/03/2025

L’avvio delle nuove produzioni elettriche e ibride e il piano presentato dalla Commissione europea per il rilancio dell’industria automobilistica saranno al centro di un doppio appuntamento programmato dalla Fim Cisl a San Nicola di Melfi. Il primo, domani 7 marzo, alle 10 con il collettivo di fabbrica di Stellantis; il secondo, mercoledì 12, con i collettivi di fabbrica dell’indotto. Entrambi gli appuntamenti si terranno alle 10 nella sala intitolata a Vittorio Rocco Verrascina – sindacalista scomparso lo scorso settembre – nei pressi dell’area di servizio Montanarella. Occhi puntati sulle principali criticità e sulle prospettive che riguardano Stellantis e le aziende dell’indotto, con un focus specifico dedicato a occupazione e nuovi modelli elettrici e ibridi, rinnovo degli ammortizzatori sociali per la fase di transizione, evoluzione del progetto di area di crisi complessa. Sul tavolo anche il piano per il rilancio dell’industria automobilistica presentato ieri dalla Commissione europea, piano che è stato accolto con scetticismo dalla Fim Cisl. «Le modifiche alle sanzioni va nella direzione da noi auspicata in quanto scongiura per il momento le penalizzazioni che avrebbero messo in difficoltà i produttori europei di auto, con inevitabili ricadute sull’occupazione. Tuttavia, non risolve i nodi strutturali che rendono la transizione ecologica un assist ai produttori asiatici e non da ancora prospettive al settore», spiega il segretario generale della Fim Cisl Basilicata Gerardo Evangelista che considera «fondamentale avviare al più presto le produzioni ibride, a partire dalla nuova versione della Jeep Compass, con un’attenzione particolare allo stabilimento di Melfi».

Sul piano europeo è intervenuto in serata anche il leader nazionale Ferdinando Uliano giudicandolo «del tutto insufficiente e inadeguato rispetto alle esigenze di un comparto strategico che sta affrontando una transizione complessa e rischiosa. Le misure previste non rispondono alle richieste che la Fim Cisl e il movimento sindacale europeo hanno portato avanti nella manifestazione del 5 febbraio 2025 a Bruxelles. Nel piano mancano risorse concrete per sostenere le aziende della componentistica e l’intero settore automobilistico nel processo di transizione, tutelando l’occupazione e impedendo chiusure di stabilimenti e licenziamenti. Ancora più grave è l’assenza di fondi per i lavoratori, sia in termini di formazione professionale per il rafforzamento delle competenze, sia per il sostegno economico attraverso adeguati ammortizzatori sociali. Gli unici elementi di novità riguardano la rimodulazione delle multe sulle emissioni di CO₂ previste per il 2025, che avrebbero potuto generare sanzioni per circa 15 miliardi di euro con pesanti ripercussioni su produzione e occupazione. Tuttavia, questo intervento non è sufficiente a garantire la tenuta e il rilancio del settore».

«Ribadiamo con forza – ha aggiunto Uliano – la necessità di misure straordinarie e rapide, proporzionate alla gravità della crisi che sta attraversando l’industria dell’auto. Serve un nuovo fondo europeo con risorse importanti e in tempi paragonabili a quelle del Next Generation EU. Non possiamo accettare che la Commissione europea tenti di affrontare questa crisi con interventi minimi e inadeguati. Con il rischio concreto di essere schiacciati dalla competizione della Cina e dai dazi imposti dagli Stati Uniti, è fondamentale un’azione politica ed economica forte e decisa. Porteremo la nostra contrarietà alle istituzioni italiane ed europee e chiederemo a IndustriALL Europe di intensificare la mobilitazione sindacale affinché le istituzioni europee stanzino i fondi necessari, così come indicato anche nel rapporto elaborato da Mario Draghi su incarico della stessa Commissione UE».



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