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Crisi idrica in Basilicata: scelte politiche e responsabilità in gioco per il futuro della Basilicata

30/10/2024

A estate inoltrata, era il 5 agosto scorso, Regione Basilicata, Egrib e Acquedotto Lucano Spa, rendendosi finalmente conto della scarsità idrica dell’invaso del Camastra, decidono di convocare in fretta e furia i Sindaci dei 29 comuni lucani, tra cui anche la città capoluogo di regione, serviti dallo schema idrico Basento-Camastra per illustrare lo stato della crisi idrica in atto e le possibili misure per fronteggiarla.

Si è passati dal proporre l’adozione di un’ordinanza sull’utilizzo responsabile dell’acqua fino a prospettare lo scenario peggiore, quello di possibili interruzioni a macchia di leopardo, e a rotazione per tutti i Comuni interessati, purtroppo verificatosi da lì a pochi giorni.

Infatti, a partire dalla seconda settimana di settembre, si è passati dal piano di interruzioni di 2 giorni a settimane, dalle ore 18.30 alle ore 6.30 del giorno successivo, fino all’attuale sospensione giornaliera in tutti i Comuni con gravi disagi per cittadini, attività economiche e imprese.

Evidentemente, a quel punto, l’unica soluzione possibile per spostare quanto più in avanti lo “zero day”, ovvero il giorno in cui si sarebbe registrato il livello zero nella diga del Camastra.

Una crisi, con conseguenti interruzioni idriche senza precedenti, incomprensibile per una regione come la nostra da sempre ricca di acqua.

È evidente che più di qualcosa non ha funzionato e/o è stato trascurato nel corso di questi anni nella gestione e distribuzione della risorsa idrica, la cui responsabilità non può essere scaricata esclusivamente sui cambiamenti climatici.

A partire da quella che personalmente ritengo essere una delle cause maggiori, Acque del Sud Spa quale gestore delle dighe, che evidentemente non si è accorta già a partire dall’autunno/inverno scorso della scarsità di pioggia e neve, e che forse avrebbe dovuto attivare in tempo utile un piano per preservare maggiormente l’acqua del Camastra in vista della stagione estiva, in cui si sa che piove molto meno.

Possibile che in questi ultimi due mesi di restrizioni per 140 mila lucani (quasi un terzo della nostra popolazione) e la città capoluogo di regione, il Presidente Decollanz non abbia avvertito l’esigenza di venire in Basilicata?

Per passare agli effetti, anche qui con evidenti responsabilità del management di Acquedotto Lucano Spa, società responsabile del trasporto, distribuzione e depurazione dell’acqua, non in grado di attivare gli investimenti a disposizione e volti a migliorare la fatiscente rete di distribuzione, causa di gran parte della grave dispersione idrica registrata.

In tutto ciò la colpevole e imbarazzante disattenzione di una Regione Basilicata, evidentemente non in grado di governare l’intero processo, che anzi si meraviglia che ad agosto non piove.

Se è vero, com’è vero, che la civiltà umana si è plasmata alla costante ricerca dell’acqua, qui in Basilicata siamo riusciti nell’impresa di farcela soffiare da sotto il naso.

E come se nulla fosse accaduto, si persevera su questa strada.

Il Presidente Vito Bardi, nel frattempo commissariato per l’emergenza idrica da Bardi Vito, punta a riconfermare l’attuale Amministratore di Acquedotto Lucano Spa, evidentemente soddisfatto della sua gestione.

Si terrà infatti nella mattinata del 31 ottobre l’assemblea dei soci della più grande società pubblica lucana, in cui i Sindaci saranno chiamati a scegliere tra l’uscente Amministratore ing. Andretta e Andrea Bernardo, già Sindaco e presidente Anci Basilicata.

Da un lato dunque il recente passato, con tutto ciò che ha comportato e che è sotto gli occhi di tutti; dall’altro un amministratore locale che ben conosce le dinamiche delle nostre comunità, dimostrando sul campo capacità e affidabilità.
In questo contesto come si regoleranno i Sindaci dei 29 Comuni dello schema idrico Basento-Camastra rimasti a secco?

Prevarrà l’ordine di “scuderia” politica o la difesa dei diritti dei propri concittadini amministrati?



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