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La voce della Politica

San Sago: il sindaco di Tortora scrive ai governatori ed ai parlamentari

4/08/2023

Egregi Presidenti e Onorevoli delle Regioni Calabria e Basilicata, il sottoscritto Antonio Iorio, Sindaco del Comune di Tortora (CS), per nome e per conto del Comitato per la Difesa del Fiume Noce, che si contraddistingue per la contestuale appartenenza ad esso di tutti i Sindaci dell’omonima Valle del Noce (Lagonegro, Rivello, Nemoli, Lauria, Trecchina, Maratea), dei Primi cittadini dell’Alto Tirreno Cosentino (Aieta, Tortora, San Nicola Arcella, Praia a Mare) e delle Associazioni territoriali di Libera, Legambiente, ANPI, WWF, Movi ed Auser, ed è impegnato dal lontano 26 ottobre 2011 nella tutela e nella valorizzazione dei patrimoni fluviali e costieri a cavallo di tre regioni: Campania, Basilicata, Calabria.
La sollecitazione forte a farlo nascere e strutturare nella poco consueta forma su riportata è, in particolare, venuta dalla presenza in pieno alveo del fiume Noce di un impianto di eliminazione di rifiuti pericolosi e non, la cui realizzazione risale al 1988.
Nel 1990 il Comune di Tortora dà all’impianto sopra menzionato l’autorizzazione a lavorare rifiuti speciali non pericolosi, sostanzialmente reflui provenienti da vasche biologiche del territorio, ma nel maggio del 1994, la Regione Calabria l’autorizza a trattare anche rifiuti liquidi pericolosi, consistenti in “svariate tipologie di rifiuti speciali liquidi e fangosi pompabili di settori provenienti da: industria tessile, chimica, meccanica, conciaria, macelli, lavanderie industriali, tintorie, stamperie, industria del legno, industria dei detersivi, etc…”.L’impianto risulta idoneo anche al trattamento di percolati prodotti dagli impianti di discarica.
Ci troviamo nel territorio del sopracitato comune di Tortora (CS), lungo il confine con il comune di Trecchina (PZ), esattamente sul limite tra la Regione Calabria e la Regione Basilicata.
A non più di 8 Km c’è la linea di costa che dalla spiaggia di Tortora Marina / Castrocucco di Maratea, dove il Noce sfocia nel Tirreno, va a nord verso Sapri e a sud verso Scalea, toccando Praia a Mare e San Nicola Arcella. Una linea di costa lungo la quale si susseguono insenature, calette, spiagge con un mare cristallino premiato dai maggiori riconoscimenti nazionali ed europei che racchiude in sé ben cinque aree protette e la cui economia è in totale dipendenza delle pregevoli ricchezze del Patrimonio Costiero/ Marino.

Nello specifico, siamo nell’area golenale di un’ansa del fiume, che in quel tratto riceve, da sinistra, le acque del torrente Pizinno. L’impianto è propriamente incastonato nella conoide di deiezione formata dalla confluenza dei due corsi d’acqua, ai piedi di un ripidissimo costone calcareo che lo sovrasta per poco più di 500m in altitudine con pendenze che, mediamente, superano il 60% e che non presenta alcuna opera di contenimento preventivo di probabili eventi franosi.

Il Rapporto ISPRA 2021 su “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità ed indicatori di rischio” inserisce, tra l’altro, il sito di confluenza Pizinno /Noce tra quelli ad elevato rischio alluvione.
Nel 2004, nell’adottare il piano strutturale vigente, la Regione Calabria vieta espressamente la realizzazione di qualsivoglia costruzione o modifica nelle aree del Comune di Tortora indicate come conoidi di deiezione.
Il mini-sistema ambientale che lo ospita è, già di per sé, di notevole valore naturalistico. A non più di duecento metri di distanza, sulle rive lucane del corso d’acqua, insiste, infatti, la Zona Speciale di Conservazione “Valle del Noce” IT9210265 nella quale ritroviamo ambienti eterogenei di particolare rilevanza floro-faunistica ai sensi della Direttiva Habitat. La straordinaria presenza della lontra rende di importanza strategica ai fini conservazionistici l’intera ittiocenosi che si compone di trote fario e alborelle. Rana italica,raganella,vipera aspis var. hugy, rinolfi maggiore e minore, falco pellegrino, nibbio bruno, nibbio reale e lupo ne completano la diversità animale.
Ma, nel raggio di una quindicina di Km si snodano, tra Parchi Nazionali, SIC, ZSC e ZPS, ben 8 aree protette, a palese testimonianza dell’eccellenza del Capitale Naturale strettamente correlato con il sito di ubicazione del predetto impianto.
Un Capitale Naturale di elevatissimo pregio da assolutamente tutelare e valorizzare senza se e senza ma, affinché sia sempre più volano ecocompatibile di Crescita e Progresso socio-culturale ed economico dell’intero Territorio.
Nel novembre del 2013, a seguito degli esiti di un’indagine delle Fiamme Gialle iniziata nel 2011, la procura di Paola dispone il sequestro preventivo dell’impianto di depurazione, in particolare perché: "(gli imputati) ricevevano presso l'impianto di trattamento, sito in località San Sago del Comune di Tortora, sistematicamente negli anni 2009, 2010, 2011, 2012 e nel mese di gennaio 2013, in esubero al limite imposto di 300 mc/giorno da trattare previsto dalle "condizioni necessarie e specifiche per l'esercizio dell'impianto" ingenti quantitativi di rifiuti liquidi nella maggior parte costituiti da percolato da discarica”.
Pertanto l’impianto viene chiuso e lo è tuttora, ad eccezione di un breve periodo di due mesi in cui è stato autorizzato a riprendere le attività (ad inizio 2018).
Il 23 aprile 2021, però, il Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata esprime parere favorevole, per la vicinanza della citata area ZSC “Valle del Noce”, di Valutazione di Incidenza Ambientale, in fase di screening, ed il successivo 30 agosto, il Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria, preso atto di tale parere favorevole di V.Inc.A., dispone l’avvio del procedimento di riesame con valenza di rinnovo A.I.A.
Il 12 ottobre 2022 si tiene la prima seduta della Conferenza decisoria dei Servizi per il rilascio del Provvedimento di Riesame AIA, seguita da altre due interlocutorie (9 gennaio e 23 febbraio 2023). Il 31 maggio 2023 si è svolta l’ultima, al termine della quale il Dirigente del Dipartimento Ambiente e Energia della Regione Calabria, designato a presiedere la seduta, acquisiti i pareri dei soggetti ammessi ad esprimerli, si riservava di emettere il provvedimento decisorio, una volta esaminati i pareri depositati.
Il precedente 9 dicembre 2022, tuttavia, il TAR per la Calabria con sentenza n° 2226 aveva fissato il perentorio termine del 9 aprile 2023 per la conclusione del procedimento.
Lo scorso 17 luglio, lo stesso TAR, su ricorso della Co.Gi.Fe. Ambiente s.r.l., società che attualmente gestisce l’impianto, riconoscendo l’inerzia della Regione Calabria nel non essersi pronunciata in merito al citato rinnovo AIA entro il termine perentorio stabilito e neppure in tempi congrui dopo la conclusione dell’ultima seduta della Conferenza del 31 maggio, dispone la nomina di un Commissario ad acta e lo individua nel Capo del Dipartimento Sviluppo Sostenibile del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Si decreta, dunque, con sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale, l’inerzia della Regione Calabria e le viene sottratta la competenza ad esprimersi su un atto di valenza vitale per un Territorio Tutto che non vuole la riapertura di quell’impianto in quel sito, e lo ha ribadito con estrema forza in più di una forma, non ultima lo scendere in piazza in oltre Mille il 18 marzo scorso. Per inerzia della Regione, la “palla” passa, così, al più lontano, non solo in termini di spazio, Ministero dell’Ambiente di Roma e coinvolge direttamente, questa volta, anche Voi Parlamentari: prima la competenza a decidere era della Regione Calabria, per cui Voi potevate intercedere in misura indiretta, ora, invece, il soggetto decisore diventa il Ministero dell’Ambiente e Voi diventate, automaticamente, interlocutori che possono e devono avere “Voce in capitolo”.
Pertanto,
Chiediamo di condividere tutte le nostre fortissime preoccupazioni per il solo profilarsi di una possibile riapertura in quel sito dell’impianto succitato e di rappresentarle ai Soggetti Istituzionali di riferimento, con particolare riguardo al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Onorevole Gilberto Pichetto Fratin.
Fortissime preoccupazioni che ci hanno portato, ci portano e ci porteranno, sempre e comunque, a ribadire con forza il nostro irremovibile NO alla riapertura di un impianto del genere in quel sito.
Fortissime preoccupazioni che poggiano sulle solidissime basi:
1) degli eventi climatici estremi che negli ultimi mesi hanno già pesantemente colpito i nostri ambiti territoriali e che amplificano oltremodo i rischi di eventi franosi e/o di esondazioni dei due corsi d’acqua che trasformerebbero quell’impianto in una devastante bomba ecologica sia per il sistema fluviale sia per quello marino, con incalcolabili effetti sulle economie della costa, del fiume e dell’entroterra montano;
2) della consequenziale ed indispensabile applicazione del principio di cautela ad una situazione idrogeologica di rischio concreto che potrebbe determinare lo sversamento nei citati corsi d’acqua non solo dei materiali stoccati pericolosi da depurare, ma anche dei reagenti chimici funzionali al loro trattamento;
3) delle incalcolabili ripercussioni economiche sulle attività turistiche costiere che la sola riapertura, in quel luogo, di un impianto del genere e da tanto tempo in disuso, avrebbe;
4) dell’incompatibilità che quell’impianto ha con scelte programmatiche di Progresso di un Intero Territorio imperniate su uno sviluppo fortemente ecocompatibile che esalti i suoi pregiati Patrimoni Ambientali e Culturali;
5) della storia pregressa di quell’impianto, fatta di procedimenti legali, di rinvii a giudizio, di condanne, di prescrizioni;
6) dei discutibilissimi monitoraggi pubblici (ARPAB ed ARPACAL) delle acque reflue sia passati sia, stando ad un approssimativo Piano di Monitoraggio Ambientale approvato il 24 settembre 2021 con Determinazione Dirigenziale del Dipartimento Ambiente e Energia della Regione Basilicata, futuri;
7) del perseverare nell’affidarsi ad automonitoraggi “interni”, che, nel contestatissimo parere favorevole di Valutazione di Incidenza Ambientale, espresso il 23 aprile 2021 dalla regione Basilicata per la vicinanza della sopracitata ZSC “ Valle del Noce”, e rilasciato, tempestivamente, soltanto due mesi prima dall’aver acquisito le Linee Guida Nazionali per la Valutazione di Incidenza adottate con l’Intesa Stato-Regioni del 28 novembre 2019,cioè ben due anni prima, diventano addirittura elemento da segnalare;
8) dei nauseabondi olezzi che hanno, per quasi vent’anni, pesantemente condizionato la quotidianità del vivere delle collettività prossime al sito di trattamento;
9) dell’ubicazione dell’impianto su terreni gravati da usi civici;
10) di quanto espressamente disposto dall’art. 9 e dall’art. 41 della Nostra Costituzione che rispettivamente recitano:
• La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

• L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata ai fini sociali e ambientali.
Certi del Suo massimo impegno a fare propria la nostra richiesta, La ringraziamo e Le porgiamo i nostri più Distinti Saluti.

Il Sindaco del Comune di Tortora (CS)
Geom. Antonio Iorio


Il Comitato per la Difesa del Fiume Noce



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