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Intervento Sen. Gianni Rosa. ''Aerospazio ed Innovazione Tecnologica''

7/07/2023

Ringrazio gli organizzatori di questo Convegno per aver voluto focalizzare l’attenzione della Regione Basilicata al settore aerospaziale ed alle sue possibili ricadute positive sull’industria, la tecnologia e la ricerca della Regione.
Quando pensiamo alle politiche aerospaziali pensiamo soprattutto ad un modello di utilizzo caratterizzato dalla mano pubblica e spesso riservato solo alle grandi potenze globali. In realtà l’avventura nello Spazio ha visto sempre protagonista il nostro Paese, fin dagli anni sessanta del secolo scorso con il nostro primo satellite lanciato nello Spazio nel 1964 e con la ricerca che ha registrato sviluppi di assoluto rilievo.
Oggi sappiamo anche che il settore si è aperto ai privati, soprattutto negli USA, anche per la sua crescente importanza in termini di ricadute delle numerose tecnologie sviluppate nello Spazio e dallo Spazio verso la Terra. Si assiste quindi sempre di più alla nascita di nuove tecnologie, soprattutto digitali, di moderne applicazioni che spesso determinano la nascita di nuove realtà imprenditoriali, sotto forma di startup e iniziative spaziali. Una vera e propria rivoluzione che potremmo chiamare la nuova “Industria 5.0” o la rivoluzione industriale del 21mo secolo.
Una rivoluzione che porterà sempre più ad una commistione tra tecnologie spaziali e utilizzo di applicazioni, prodotti e servizi che nascono dall’ambito spaziale e che possono avere diversi impieghi nella vita di tutti i giorni: parliamo ad esempio di osservazione della Terra a fini di prevenzione di catastrofi naturali ma anche all’utilizzo dei dati spaziali per vincere la sfida della doppia transizione climatica e digitale.
Con questa premessa, rivolgo ora la mia attenzione all’oggetto del presente Convegno ed alla Regione Basilicata come possibile fruitrice delle diverse ricadute delle cosiddette tecnologie abilitanti derivanti dall’utilizzo sempre più esteso dello Spazio.
La nostra Regione da tempo è interessata dall’avventura spaziale. Il nome di Rocco Petrone, lucano di Sasso di Castalda, ci ricorda il padre del programma Apollo che ha portato il primo uomo sulla Luna. Ma oltre a tale ricordo, diciamo così, sentimentale, la nostra Regione si è collocata nel panorama aerospaziale italiano con l’avvio del Centro dell’Agenzia Spaziale Italiana di Matera del 1983: un’iniziativa fortemente voluta dalla Regione Basilicata che nel trentesimo anno dalla sua creazione, ha rilanciato il Piano, concordato con l’ASI, che prevede la costituzione della Città dello Spazio intorno al Centro di Geodesìa.
La Città dello Spazio avrebbe avuto l’obiettivo di realizzare un polo d’attrazione delle Pmi, che, all’interno di un BIC (Business Innovation Centre), avrebbero avuto la possibilità di ricevere e utilizzare i dati di tutti i satelliti di osservazione della Terra, italiani, europei e internazionali, ottici, iperspettrali e radar.
È di poche settimane fa la notizia dell’investimento di circa 200 milioni di euro dell’Agenzia Spaziale Italiana nel centro materano per che si prepara ad essere protagonista nei settori delle comunicazioni quantistiche nello spazio e nel tracciamento dei detriti spaziali, anche grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Appare, quindi, quantomai opportuno riprendere l’originario ambizioso progetto della Città dello Spazio in cui convivevano ricerca e sperimentazione, alta formazione, produzione di servizi, sviluppo di applicazioni, oltre che il parco scientifico anche con attrazione ludico-culturali.
È un’iniziativa che ci auguriamo possa vedere presto la sua realizzazione anche per dare più vigore al Cluster lucano dell’aerospazio, fondato nel 2015.
La creazione di un Cluster regionale è molto importante perché esprime la consapevolezza della rilevanza del settore e per le sue ricadute sul tessuto produttivo e nel contesto di un rafforzamento della ricerca e sviluppo regionali.
Dobbiamo essere lieti, da Lucani e da Rappresentanti istituzionali, che il Distretto lucano dell’aerospazio sia in costante crescita in termini di partecipazione di PMI e Centri di Ricerca e che l’indotto cubi un fatturato di circa 200M, se non ho sentito male, e che conti circa 900 dipendenti.
È altresì utile perché consente alle PMI di avere un riferimento preciso, anche in termini di possibili incentivi e di utili sinergie, mentre di estrema rilevanza diventa la specializzazione dei giovani talenti locali che in questo modo riescono ad avere maggiori possibilità di restare nella Regione e non emigrare.
Su questi ultimi due punti, vorrei fare alcune considerazione prima di concludere il mio intervento. Abbiamo detto più volte in questa sala che l’utilizzo dello Spazio consente non solo ricadute importanti su quella che oggi conosciamo come “Space Economy”, ma estende le sue ricadute positive sul tessuto industriale più in generale e moltiplica i fabbisogni di persone altamente specializzate.
Sulla base di queste considerazioni considero di grande importanza il rapporto organico tra la Regione Basilicata, l’Università degli Studi della Basilicata, i centri di ricerca regionali e, appunto, il Cluster lucano e l’ASI.
Rapporto organico che deve manifestarsi, innanzitutto, in una ‘sponsorizzazione’, fatemi passare il termine, delle Istituzioni regionali nei confronti di questa eccellenza lucana.
Durante il mio mandato come Assessore regionale all’Ambiente, abbiamo sfruttato le conoscenze spaziali per la mappatura delle coperture in amianto degli edifici pubblici e privati in Basilicata, in convenzione con il Cnr. Ancora, abbiamo utilizzato, per la redazione del Piano Coste, le immagini satellitari in sequenza per controllare l’arretramento della costa.
Queste cose bisogna dirle.
Gli altri relatori hanno parlato della realizzazione di applicazioni direttamente utilizzabili e implementabili dalla Regione Basilicata e in generale dalle PPAA nel campo del monitoraggio sistematico del patrimonio forestale, degli spostamenti e delle frequenze di vibrazione di infrastrutture viarie, del rischio sismico e del rischio idrogeologico.
Credo che rappresentino la strada giusta per un modello moderno di interazione tra pubblico e privato.
Non solo, tale rapporto organico può consentire una attenta valutazione delle esigenze della domanda occupazionale proveniente dal tessuto produttivo e l’offerta di talenti da parte dei centri di formazione locali (Università, Istituti Tecnici, organismi privati, ecc.).
In sostanza, se la rivoluzione Spaziale è stata fino ad oggi un volano di nuove tecnologie ciò è stato possibile soprattutto grazie al fattore “umano” che ha compreso le modalità di utilizzo delle tecnologie abilitanti derivanti dallo Spazio o verso lo Spazio, trasformandole in nuovi processi produttivi ed industriali o in nuove modalità di consumo. Un fattore “umano” che quindi resta fondamentale anche per il futuro e sul quale devono concentrare al massimo la propria attenzione i responsabili politici, amministrativi e formativi. Vincere questa sfida significa ridurre ed eliminare le disparità a livello territoriale, favorendo e stimolando la nascita di startup e lo spirito di autoimpresa ed accompagnando i percorsi formativi verso professioni via via più sfidanti ma anche flessibili per poter cogliere le nuove opportunità che si presenteranno a ritmi molto più veloci che in passato.
Abbiamo ascoltato dell’intenzione di promuovere l’istituzione di un master di 1° livello su tematiche EO-SAT presso la nostra Università.
Questo non può che trovarmi pienamente d’accordo poiché va nella stessa direzione che ho cercato di dare quando mi sono occupato della revisione dell’Accordo tra Regione ed Unibas, basato sull’assunto che l’Università della Basilicata deve diventare un reale punto di riferimento per il sistema economico regionale nelle strategie di innovazione.
Concludo dicendo che il Parlamento è attento a tali fenomeni e supporta la presentazione di Leggi organiche che regolamentino il settore aerospaziale e tutelino l’industria nazionale che ne consegue. Sappiamo anche che l’Autorità delegata di Governo, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha già aperto un tavolo di dialogo con tutte le parti interessate per favorire un utile scambio di informazioni e conoscenze.
L’Italia è stata la terza potenza spaziale dopo l’URSS e gli USA e grazie alla sua eccellente scuola di fisici ed ingegneri ha consentito alla nostra industria di progredire e restare tra le prime della classe.
Nel ringraziarvi ancora per il vostro invito e la vostra attenzione mi auguro che in questo percorso virtuoso vi sia spazio (questa volta con la “s” minuscola) anche per la nostra Basilicata.
Sen. Gianni Rosa – Vicepresidente della 8ª Commissione permanente per l’Ambiente e l’Innovazione Tecnologica - «Aerospazio ed Innovazione Tecnologica per il progresso della Basilicata e la riduzione dei divari con le altre realtà»




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