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La voce della Politica
Rsa, leggi che si rispettano ma Regioni con ''una marcia in meno'' |
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9/05/2023 | A Cersosimo, in queste ore, e la discussione continuerà certamente anche per i prossimi giorni, si parla delle difficoltà che sta vivendo la casa di riposo per anziani, e più precisamente una Rsa, una residenza socio assistenziale. Iniziamo dicendo che le regole e le leggi di riferimento si rispettano, certamente, ma noi vogliamo mettere sotto la lente d’ingrandimento qualcos’altro.
L’Italia nelle politiche residenziali è fanalino di coda, meno della metà della media OCSE (i posti letto per 100.000 abitanti in Germania sono il 5,4%, in Francia il 5%, nell’OCSE il 4,5% e in Italia 1’1,9%). Solo nella nostra Regione mancano centinaia di posti letto, siamo tra i fanalini di coda, anche per distribuzione omogenea, di posti letto ogni mille residenti. L’indice di vecchiaia è preoccupante, il più alto del Sud, con una media di 214,1; la Calabria, giusto per un confronto,178,6; la Campania,143,6; la Puglia 187,0. Più alto anche il tasso di mortalità. Non proprio un bel quadro, dunque. L’occasione per metterci in linea con i paesi più avanzati c’è, basta essere lungimiranti e saper investire le risorse del PNRR e non solo, per certi versi un’occasione unica, irripetibile e preziosa, in grado di potenziare ma anche di dare nuova linfa a un settore fondamentale per la nostra Regione, per il nostro Paese. “Significherebbe rinascita vera della sanità, dell’assistenza vicina alle persone, con servizi di qualità e la giusta attenzione a nuova occupazione”. Queste le parole di Sebastiano Capurso, presidente dell’Anaste, solo pochi mesi fa. Non farlo, non rivedere le politiche socio-sanitarie ed assistenziali territoriali e di prossimità, sarebbe un disastro per le nostre comunità, specialmente quelle più piccole come Cersosimo. Un disastro ancora maggiore sarebbe progettare strutture e servizi fotocopia, senza personale e strumenti adeguati. Dati e numeri poco spazio lasciano ad altre argomentazioni e interpretazioni. Poche le strutture presenti su tutto il territorio, servono ancora posti letto, specialmente nella nostra Regione, gli anziani sono sempre di più e sempre più soli. Non basta dire che bisogna aiutare i giovani e le nuove imprese, inutile dichiarare che bisogna aiutare i piccoli comuni montani, gli anziani, le famiglie, i giovani se poi lo Stato e i governi regionali non garantiscono risorse. Ecco, come riesce ad andare avanti una Rsa piccola, solo autorizzata, senza accreditamento con la Regione? I costi sono alti, anche perché si pretendono, giustamente, una serie di figure professionali, ma senza risorse regionali poco si può fare. I costi ricadrebbero interamente sulle povere pensioni degli anziani, ma allo stesso tempo si andrebbe anche a strascico a chiedere risorse ai figli, alle famiglie, già in difficoltà per altre ragioni. Allora? Allora si rischia la chiusura. Anziani e famiglie si lasciano sole e disorientate. Non è giusto, non é questa la via. Serve un cambio di rotta. Oltre a garantire più posti letto, il Governo regionale li deve anche contrattualizzare, favorendo e salvaguardando, così, sia le politiche socio-sanitarie ed assistenziali sul territorio, sia i posti di lavoro, i giovani, le imprese, le famiglie e la sopravvivenza di intere piccole comunità. Le RSA italiane, già piccoli ospedali di comunità, hanno dimostrato di saper reggere alla pandemia, assicurando le cure necessarie con grande efficacia. Le strutture per anziani, dunque, e non solo Rsa, hanno dovuto modificare i loro assetti, le politiche di assistenza, diventando di colpo in moltissimi casi corsie di malattia infettiva, hanno dovuto imparare a loro spese come si affronta e si gestisce una pandemia, considerato che le strutture Covid sono risultate insufficienti. Strutture autorizzate per gestire anziani con patologie legate alla senilità, all’avanzare del tempo, ma che da un giorno all’altro sono diventate strutture complesse, come può essere un reparto di malattia infettiva. Nessuno si è lamentato, nessuno si è chiesto se era giusto farglielo fare. Con buona pace di leggi e coscienze.
Vincenzo Diego
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