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La voce della Politica

Primo Maggio: lavoro e riforme per il futuro dell'Italia

29/04/2023

Capire e comprendere ancora oggi il significato del Primo Maggio è davvero un'impresa ardua. Naturalmente molti, soprattutto i nostri rappresentanti istituzionali, dalle prime ore di lunedì primo maggio avranno esordito scrivendo il loro bel post tipo: “buona Festa del Lavoro, sono in piazza...con i lavoratori ed i sindacati di...”. Insomma, la solita passerella, con le bandiere delle sigle sindacali libere al vento, per una commemorazione per i più relegata ad un passato che ormai è solo parte della nostra memoria storica, d'altronde la politica a differenza del sindacato né ha recepito il lato oscuro e duro di questo profondo cambiamento, senza dimenticarci che comunque ad oggi siamo ancora in profonda crisi economica ed a parte i deboli segnali di ripresa di luci in fondo al tunnel, tanto ventagliate ai quattro venti, da almeno cinque governi, ancora non se ne intravvedono. Per quanto riguarda il mondo del lavoro, la politica è cosciente dell'impossibilità di rappresentare l'unica risposta su questo punto cruciale della vita dei cittadini, negli ultimi anni a parte il PD di Renzi con il Jobs act, l'introduzione del reddito d'Inclusione e il Bonus 80 euro per lavoratori dipendenti, cercò l'occasione per arginare questo fenomeno ancora negativo per poi successivamente cogliere gli sperati frutti di questa riforma, così come lo è stato per l'inedito governo giallo-rosso con il reddito di cittadinanza.
Discorso diverso è da riservare ai sindacati, con la difesa del lavoro e delle dignità rispetto l'attuale crisi globale del lavoro, sempre con meno iscritti e tra di questi tanti pensionati.
Questo Primo Maggio 2023 (post emergenza Covid, con la guerra tra Ucraina e Russia e una profonda crisi energetica) è la storia di tanti disoccupati, licenziati, cassintegrati, precari, atipici, partite IVA, imprenditori in grossa difficoltà.
Ma è anche la Festa del Lavoro di chi continua a morire almeno 3 volte al giorno per il lavoro, è di chi reclama un reddito minimo e garantito dopo aver sudato lacrime e sangue per la sua "giornata", è di chi viene sfruttato, di che è denigrato, è di chi perde la propria dignità perché è schiavo di quel lavoro che gli assicura un reddito ma non la gioia di lavorare.
Da queste storie di incredibile pazienza e necessaria urgenza di lavoro perduto dovrebbe nascere il Primo Maggio di lavoro, diritti e di necessarie riforme strutturali.
Nei prossimi anni il Pnrr prevede presumibilmente una crescita grazie ai fondi stanziati dall'Europa naturalmente con le adeguate riforme e investimenti, quindi sarà importante verificare che questa crescita non sia disuguale attraverso un controllo costante dell'impatto delle misure, affinché ogni lavoratore, ogni lavoratrice abbia la sua dignità sempre.
Il Primo Maggio è di chi lotta, lavora e non si arrende a tutto questo, nonostante tutto.
E' dunque certamente l'occasione per onorare uno dei valori fondanti della nostra Costituzione e della nostra Repubblica, ma deve essere, al tempo stesso, un momento di riflessione per ribadire come il lavoro, la creazione del buon lavoro, debba avere la priorità assoluta nelle scelte di politica economica, sociale di governo del Paese.
Poi, per un giorno, la retorica e dopodomani si vedrà.
Buon Primo Maggio.
Viva l’Italia unita, libera e democratica.

Dott. Giuseppe Corizzo
CIPES
(Centro d'Iniziativa Pistoiese per l'Economia ed il Sociale)



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