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Serrapotina. Amatucci: riflessioni a margine dell’assemblea pubblica di Calvera

22/02/2023

Il giorno 16 febbraio, si è svolta a Calvera una pubblica Assemblea , lodevole iniziativa promossa dalla Consigliere provinciale Giovanna Di Sanzo, di concerto con i Sindaci del territorio, con la presenza dell’intera Giunta Provinciale, per discutere sulle ipotesi progettuali relative al completamento e messa in sicurezza della Serrapotina, la strada che, partendo e lambendo il torrente Vallone in territorio di Carbone, attraversa l’intera valle del Serrapotamo e dovrebbe raggiungere Senise e/o la Sinnica.
E’ una strada di importanza rilevante per quel territorio interno e marginale, per cui il suo adeguamento ed il suo completamento rivestono importanza strategica per togliere dall’isolamento quelle comunità e collegarle velocemente alla Sinnica, in territorio di Senise.
E’, pertanto, comprensibile e condiviso che i Sindaci dei Comuni interessati abbiano assunto un atteggiamento responsabile ed univoco nella ricerca della soluzione più razionale e funzionale alla fruibilità dell’importante arteria.
Ma la Serrapotina ha un peccato originario, in quanto realizzata a lotti ed in tempi diversi, da più Enti (Comune di Castronuovo Sant’Andrea, Corsorzio di Bonifica, ex Comunità Montana Alto Sinni) ognuno dei quali dovrebbe avere la titolarità del lotto realizzato in termini di manutenzione e di eventuali responsabilità, ma è giuridicamente “senza proprietario”, in quanto non iscritta al patrimonio di nessun Ente ed i tentativi di affidarla alla Provincia di Potenza, pur tentati dalla Regione Basilicata, non hanno, ad oggi, concretizzato la sua “provincializzazione”, ovvero l’ acquisizione al patrimonio della Provincia.
La strada , pertanto, non risulta catastalmente di nessuno Ente e la Provincia di Potenza non ha ancora sciolto la riserva circa il suo ingresso nella titolarità del bene, che significherebbe non solo avere il riferimento giuridico circa la proprietà, ma avere garanzie di manutenzione e sorveglianza sulla sicurezza dell’arteria.
E’ una vicenda assurda giuridicamente, in quanto la sua realizzazione ha comportato nel tempo costi miliardari e ancora oggi vi sono Enti, come la ex Comunità Montana Alto Sinni in liquidazione, chiamati a rispondere di autorizzazioni richieste e concesse dalla Regione ed a definire vertenze con le Imprese esecutrici del lavori realizzati.
Di recente è stata definito il pagamento finale dell’ultimo SAL e dello Stato Finale dei lavori di completamento del 6° lotto, che ha consentito la chiusura dei rapporti con l’ATI realizzatrice dei lavori e la definizione di una decennale vertenza, che ci ha costretto anche ad una ricerca storica sulla proprietà dell’arteria, che non risulta iscritta nella titolarità del soppresso Ente e, pertanto, è una “ strada di nessuno”.
Ora, grazie all’intervento della Regione Basilicata, che è intervenuta con tre distinti finanziamenti, il completamento e la messa in sicurezza della strada possono diventare realtà.
Sono finanziamenti in parte rivenienti dalla programmazione dell’Area Programma, guidata all’epoca da Franco Cupparo in veste di Coordinatore dei Sindaci-Presidente della Giunta Regionale Pittella per 6,5 milioni di euro, dal CIPE per 6,5 milioni di euro e per 3,5 milioni di euro dalla Regione Basilicata a Presidenza Bardi; si tratta di un finanziamento complessivo consistente di oltre 16,5 milioni di euro ( quasi 33 miliardi di vecchie lire), che giustamente la Regione Basilicata ha assegnato alla Provincia, individuata quale soggetto realizzatore e Stazione appaltante.
Il progetto deve essere ovviamente realizzato, ma sono stati evidenziati problemi che andrebbero risolti nell’immediato, se si vuole realmente porre fine ad vicenda ,che per storiche carenze programmatorie e faraonici tempi realizzativi, ha assunto una connotazione grottesca.
Intanto la Provincia di Potenza , giustamente individuata quale destinataria del finanziamento e soggetto attuatore, che gestirà un appalto considerevole di oltre 16,5 milioni di euro, non può ancora sottrarsi alla responsabilità di “provincializzare” la strada, sol perché la sua iscrizione nella titolarità dell’Ente comporterà l’assunzione della responsabilità della sua manutenzione e della sua sicurezza.
Purtroppo non vi è stata nessuna assicurazione in merito o impegno formalmente assunto , ma la strada dopo questo ulteriore sforzo economico della Regione non può continuare ad essere di nessuno, in quanto è indispensabile che sia individuato il soggetto proprietario e responsabile dell’arteria.
Nel merito dell’ipotesi progettuale, pur comprendendo la richiesta del collegamento immediato
a Senise ed alla Sinnica, che i sindaci hanno posto in maniera chiara ed univoca, essa deve farsi carico innanzitutto della verifica della sicurezza dell’intero tracciato, che lambisce ed incrocia in più punti il torrente Vallone ed il Serrapotamo, notoriamente a carattere torrentizio.
Mettere in sicurezza la strada esistente non significa solo migliorare il manto bituminoso ed apporre le barriere protettive, oggi completamente assenti e/o guardrails rinforzati, ma significa soprattutto verificare le difese spondali, le briglie e le opere di contenimento esistenti, la cui tenuta, dopo una verifica operata per un lungo tratto ingenera non poche perplessità.
La strada è percorsa giornalmente da utenti, da studenti, da bambini, cui bisogna assicurare la percorrenza in tutta sicurezza ed incolumità.
Oltre 16 milioni di euro sono tanti, ma potrebbero non bastare per conciliare le esigenze di collegamento immediato alla Sinnica e la messa in sicurezza dell’arteria, riteniamo, tuttavia, in questa fase, più opportuno avere tratti “sicuri” (che sono comunque percorsi giornalmente) che il prolungamento ad ogni costo fino alla Sinnica, con il rischio di realizzare un’ opera che non garantirebbe completamente funzionalità e non eliminerebbe ipotetici rischi.
La Regione Basilicata ha dimostrato, di recente, sensibilità e vicinanza alle popolazioni di quel territorio e siamo certi che, opportunamente investita dai Sindaci del problema, non farà mancare il suo sostegno economico con finanziamenti aggiuntivi., che pare occorrino per raggiungere i risultati perseguiti dalle Amministrazioni e dalle popolazioni interessate.

Antonio Amatucci
già Commissario Liquidatore della ex Comunità Montana “Alto Sinni”



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