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Cestari (ItalAfrica): dall’ Africa non solo gas e petrolio

29/01/2023

“Dopo il gas algerino adesso il petrolio e il gas libico, si sta costruendo - sulla strada indicata da Enrico Mattei - il ponte tra il Mezzogiorno d’Italia e l’Europa con la sponda sud del Mediterraneo. Ma attenzione: i Paesi Africani hanno tante altre risorse e le imprese italiane e del Sud grandi capacità di investimenti in altri settori come turismo , infrastrutture , rinnovabili , capitale umano , design , moda , agricoltura”. A sostenerlo è il Presidente della Camera ItalAfrica Alfredo Carmine Cestari per il quale “se l’approvvigionamento energetico, soprattutto a seguito della guerra della Russia in Ucraina, è diventata una priorità non si devono sottovalutare le altre priorità per azioni che favoriscano lo sviluppo economico dell’Africa, anche in chiave di drenaggio dei flussi migratori provenienti dai Paesi più poveri”. “L’ad di Eni Claudio Descalzi ne indica una tra le tante: sviluppare gas ma catturare la Co2 di queste produzioni e anche energia solare. Dunque registro con soddisfazione la rinnovata attenzione verso i Paesi dell’ Africa fornitori di energia e del loro contributo per il futuro della transizione energetica. Noi che siamo da sempre impegnati su questo fronte stiamo preparando una missione in Africa a sostegno di tutte le attività principalmente sulle rinnovabili e i crediti di carbonio. Siamo convinti che qui si possono realizzare, senza grandi vincoli, grandi impianti che risolverebbero i fabbisogni locali e potrebbero contribuire anche ai fabbisogni europei”.

“La Camera di Commercio ItalAfrica Centrale – aggiunge – è impegnata nel progetto “Sinergie per lo sviluppo” diretto al continente africano con il duplice obiettivo di fare fronte alla crisi migratoria e di offrire nuove opportunità di investimento alle imprese italiane ed europee ancora reduci dalla crisi con il supporto delle istituzioni comunitarie e nazionali. Il progetto, tra l’altro, intende contribuire a risolvere problemi economici e sociali tramite l’azione diretta del settore privato, in sinergia con le prerogative dell’Unione Europea nel campo delle energie rinnovabili. Stiamo lavorando in particolare sui progetti relativi ai carbon credit del rinnovabile e per coinvolgere imprese Italiane nel progetto sostenibilità. Tra gli esempi più significativi – continua Cestari – la nostra attività in Angola, in fase di incremento sulla base di nuove intese, nella progettazione e la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Paradossalmente però, l’Africa è stata finora lasciata fuori dalla transizione energetica: secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), solo il 2% degli investimenti mondiali per le rinnovabili negli ultimi due decenni sono stati fatti nel continente africano, dove il tasso di elettrificazione è sotto il 50% e dove vivono più di 900 milioni di persone ancora prive di accesso a combustibili, tecnologie e acqua pulita per cucinare. Il Continente sta adottando soluzioni per le energie rinnovabili su larga scala, necessarie a garantire a tutti un accesso all’elettricità affidabile, conveniente e sostenibile. I motivi sono diversi e tutti strettamente connessi: l’Africa, sebbene sia responsabile di una piccola quantità di emissioni di carbonio e consumi (solo il 4% dell’energia a livello globale), è oggi l’area del mondo più vulnerabile ai cambiamenti climatici e il continente dove la popolazione crescerà di più.

Per Cestari, inoltre, l’economia italiana, orientata verso l’esportazione “necessita di nuovi lucrativi mercati e l’Africa ha una crescente domanda di beni e servizi di qualità, che le nostre imprese possono offrire. In particolare le energie rinnovabili possono contribuire in maniera rilevante allo sviluppo delle aree remote e spesso non connesse alla rete elettrica. Impianti cosiddetti off-grid solari, eolici, mini-hydro e a biomassa possono fornire energia elettrica ai piccoli villaggi senza dover implementare grandi e costosi progetti infrastrutturali. Un maggiore accesso all’energia e all’elettricità ha ricadute positive in tutti i settori, dall’educazione, alla sanità all’agricoltura perché oltre all’energia la gente ha bisogno di lavoro, cibo, salute, infrastrutture e servizi”.



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