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La voce della Politica
Su Covid e nuovi provvedimenti ministeriali |
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10/01/2023 | A sentire alcuni politici e non solo, il Covid non fa più paura, ma queste voci, più di qualcuna “autorevole”, circolavano anche nel periodo buio della pandemia, quando altri speravano di leggere prima o poi la buona notizia: la messa a punto di vaccini efficaci. Una speranza che ben presto divenne realtà e le tante nubi nere che coprivano la luce della speranza incominciarono a diradarsi e un accennato sorriso comparve sulle labbra, anche se la maschera della paura e del lutto segnavano e segnano i volti di tanti concittadini. Polemiche, accuse reciproche ancora oggi non mancano. Ma alcune contraddizioni continuano a palesarsi. Una per tutte: una circolare aggiornata del Ministero della salute del primo gennaio del nuovo anno, passata inosservata. Innanzitutto, nel documento, si rende merito al lavoro fatto dai precedenti governi: “La comunicazione del rischio – si legge - costituisce uno dei pilastri negli interventi di sanità pubblica per prevenire ed affrontare le emergenze sanitarie. Durante la pandemia, il Ministero della salute e le altre Istituzioni nazionali hanno sempre posto particolare attenzione nell’assicurare una comunicazione istituzionale chiara, completa e basata su evidenze scientifiche”. Poi, si insinua il dubbio, e meno male. “Diversi fattori – precisano dal Ministero - contribuiscono a rendere incerte l’evoluzione epidemiologica e le ricadute sul sistema sanitario in termini di domanda di assistenza; mentre fondamentali continuano ad essere sia il monitoraggio del rischio epidemico, sia l’organizzazione dei servizi sanitari. “Per la stagione invernale 2022-2023, si ritiene indispensabile –sottolineano- che i servizi sanitari regionali verifichino, e, se necessario, rafforzino il proprio stato di preparazione al fine di fronteggiare un eventuale aumento della domanda di assistenza per i casi di infezione da SARS-CoV-2. In particolare si raccomanda la verifica di posti letto in ricovero ordinario (area medica COVID) e in regime di terapia intensiva/sub-intensiva dedicati e da dedicare a pazienti COVID-19, da individuare ed attivare con modalità flessibile in base alla domanda; poi si aggiunge la corretta applicazione di protocolli ospedalieri formalizzati per la gestione in sicurezza dei pazienti. Non manca un accenno ai dispositivi di protezione individuale, al lavoro domiciliare e alla riduzione delle aggregazioni di massa, e la necessità di far ventilare gli ambienti chiusi. “L’utilizzo delle mascherine – fanno capire- resta efficace nel caso in cui si documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sul funzionamento dei servizi assistenziali, potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi. nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico, si potrà valutare l’adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti. E questo a quasi tre anni dai primi casi registrati nel nostro territorio. Al momento in Italia l'uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie – ricordano- è obbligatorio per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali.” Alla fine, la circolare ammette l’imprevedibilità della pandemia, raccomandando al Paese di prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di SARS-CoV-2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione. Inoltre, si evidenzia la necessità di intensificare il sequenziamento al fine di identificare l’eventuale circolazione di nuove varianti, anche in relazione alla recente diffusione dell’infezione nella Repubblica Popolare Cinese. È particolarmente importante –dicono dal Ministero- evitare la congestione delle strutture sanitarie, limitando l’incidenza di malattia grave da COVID-19 e le complicanze dell’influenza nelle persone a rischio, proteggendo soprattutto le persone più fragili. Una considerazione sorge spontanea: anche per questo governo la pandemia esiste! Anche questo governo raccomanda cautele. Anche questo governo non sottovaluta i possibili pericoli. Ma intanto, pur parlando dell’imprevedibilità della pandemia, della necessità di organizzarsi come Nazione in caso di aumenti di casi, alcuni paletti vengono meno, l’importanza del vaccino annacquato, il personale socio-sanitaro non vaccinato libero nelle corsie. Il lavoro e la coscienza si salvano scrivendo una mezza riga: “proteggere soprattutto le persone fragili”. Il come? Si discuterà tra risse e saccenteria nei tanti studi televisivi,tra una incipriata e un’altra. Anche se tra le righe e non solo, il Ministero mette le mani avanti, anche se più di qualcuno dice d’aver mantenuto la promessa e di aver cambiato rotta. Mentre nelle strutture dove i fragili vivono, che poi chiamati per nome sono i nostri anziani, madri e padri che hanno contribuito a scrivere la Costituzione, la formazione come tutto il resto è lasciato alla sensibilità delle imprese. Mentre Oss, infermieri, medici, addetti alla manutenzione, alla lavanderia, alle pulizie, cuochi e altre figure ancora, continuano a combattere in prima linea, seppur consapevoli del rischio non hanno arretrato di un centimetro, ma anzi hanno garantito servizi socio-sanitari ed assistenziali di qualità, seppure in emergenza, un lavoro nell’ombra e nel silenzio. Nelle Rsa, come nelle case di riposo, le strutture per anziani, in modo particolare, hanno dovuto modificare i loro assetti, le politiche di assistenza, diventando di colpo in moltissimi casi corsie di malattia infettiva, hanno dovuto imparare a loro spese come si affronta e si gestisce una pandemia, considerato che le strutture Covid sono risultate e risultano insufficienti, ecco allora subentrare la professionalità, la sensibilità del personale, formato per gestire anziani con patologie legate alla senilità, all’avanzare del tempo, ma che da un giorno all’altro sono diventati operatori da struttura complessa, come può essere un reparto di malattia infettiva. Ecco allora la necessità di cambiare le regole, di scrivere circolari credibili e con un’anima, di implementare posti letto seriamente,e reparti dedicati e che non restino solo inchiostro su pezzi di carta. Bisogna sedersi attorno ad un tavolo per garantire maggiore supporto e considerazione a chi ha bisogno, farlo con la mano sulla coscienza, anche perché la salute della gente non ha colori, non è di destra, né di sinistra, rappresenta il bene più importante, salvaguardarla significa guardare le persone negli occhi, significa rispettare storie e sentimenti,
Vincenzo Diego
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