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M5S Melfi: 'Quer pasticciaccio brutto de via cittadinanza attiva'

4/11/2022

Dispiace scomodare Carlo Emilio Gadda per raccontare le vicende del Comune di Melfi, ma il titolo di un suo romanzo bene fotografa gli strampalati tentativi di amministrazione della maggioranza di centrodestra che, da ormai dodici mesi, prova a gestire la città.

È trascorso un anno, infatti, da quando il sindaco “civico delle destre” (il che è già tutto un programma!) è stato eletto alla guida della città federiciana. Restano memorabili le quattrocento pagine di linee programmatiche trionfalmente annunciate nel 2021; come memorabili restano i romantici riferimenti al ritorno alla bellezza che questa amministrazione avrebbe dovuto determinare. E invece, a distanza di mesi, una grigia e greve desolazione avvolge l’affaticata maggioranza di centrodestra: ad oggi, nessun provvedimento degno di nota è stato portato a casa, se non qualche progetto del PNRR, voluto e ottenuto, come mai nessuno ricorda, dall’allora Presidente Giuseppe Conte. Dunque, l’unico merito registrato, ad oggi, dall’amministrazione melfitana è quello di aver colto solo alcune delle opportunità messe a disposizione dal Presidente del Movimento Cinque Stelle!

Per il resto, passato l’entusiasmo post-elettorale, il sindaco e la variopinta armata brancaleone al seguito (composta da ex compagni socialisti, pezzi di Italia Viva in cerca di un posto al sole, “reduci” di Forza Italia e nuove “promesse” della Lega Nord lucana), si sono accorti che − malgrado gli sforzi del sensazionale programma che sembrava voler trasformare Melfi nella Sydney di Basilicata − amministrare è un altro affare.

E iniziano così i mal di pancia: il Comune è sotto organico, il personale manca e il ritorno alla bellezza diventa il set di “Ritorno al passato”.

Come M5s abbiamo, fin da subito, denunciato un grave errore di metodo, ossia quello di non coinvolgere mai le opposizioni nella discussione dei problemi che interessano la collettività e di convocare consigli e commissioni solo quando inevitabili, a causa di scadenze inderogabili. Un atteggiamento infantile, oltre che infecondo. Clamoroso il caso di Stellantis: una ferita sanguinante per tutta la comunità lucana − e che ancora deve mostrarsi in tutta la sua ferocia − che avrebbe richiesto unità e unione di tutte le forze politiche a difesa del nostro bistrattato territorio. E invece, il sindaco, evidentemente malconsigliato, convoca alla chetichella il Presidente della Regione, che non perde occasione per affermare la sua sempre elegante vacuità politica, nella sala consiliare di Melfi, invitando tutti meno che le consigliere e i consiglieri comunali!

Per non parlare della sprezzante alterigia con cui sono state cassate tutte le mozioni proposte dal M5s di Melfi. Presentammo la prima mozione in occasione del primo consiglio comunale. Chiedevamo l’istituzione di una commissione consiliare speciale per la gestione dei fondi PNRR: lo spirito della mozione era quello di coinvolgere tutto il Consiglio, ma anche cittadini e parti sociali, nella gestione delle importanti opportunità aperte dalle ingenti risorse del PNRR, nel segno della trasparenza e della più ampia partecipazione democratica. Alla trasparenza e a un principio di partecipazione democratica, però, sono state preferite scelte solitarie e non condivise, in barba alle migliaia di cittadini che hanno scelto di essere rappresentati in consiglio dalle consigliere e dai consiglieri di minoranza.

Abbiamo, poi, richiesto il censimento di tutti i castagneti presenti sul nostro territorio e di intessere un dialogo con la Regione per sostenere l’attività dei castanicoltori e per risolvere definitivamente il problema del cinipide. Su questo fronte, malgrado gli apprezzabili sforzi di qualche consigliere di maggioranza, non si è registrato alcun significativo progresso.

Abbiamo, inoltre, presentato una mozione relativa all’adeguamento al linguaggio di genere di tutti i documenti del Comune di Melfi: la richiesta non è mai approdata in commissione cultura. Commissione che è stata convocata soltanto due volte: una volta per annunciare il ritardo del Comune nell’organizzazione della festa dello Spirito Santo (poi demandata alla Pro loco) e una seconda per sollecitare la Regione a discutere la mozione sul centro di dialettologia ferma in consiglio regionale da mesi. Certo che è singolare: la maggioranza che voleva puntare tutto sulla bellezza e sulla cultura non ha mai convocato una commissione seria sul tema, non ha mai discusso le mozioni presentate dai consiglieri, ma si è affrettata a sollecitare la discussione di una mozione in consiglio regionale!

Qualcosa non torna.

Impalpabile è stata la presenza della nuova amministrazione anche rispetto all’appuntamento della Varola: non una idea in più, non un contributo innovativo, nulla.

E ancora, al fine di tutelare il nostro paesaggio e di esorcizzare il rischio di sfruttamento indiscriminato del nostro territorio (si veda cava di monte Crugname), mesi fa, abbiamo protocollato una mozione per chiedere la redazione del piano dei tratturi. Naturalmente, la mozione non è stata mai formalmente discussa; qualche esponente di maggioranza si era detto finanche favorevole, pur paventando tempi lunghi. Ma i tempi si allungano di più, se mai si comincia!

Altro “pasticciaccio” è quello che si è consumato invece sulla questione del randagismo: un servizio pagato profumatamente ma gestito malissimo, che ha prodotto una moltiplicazione di randagi, di reclusioni in canile e anche di morti, a fronte di un numero inconsistente di sterilizzazioni.

Attendiamo, ormai con poca fiducia, la convocazione del prossimo consiglio comunale, in occasione del quale la maggioranza ha assunto l’impegno di discutere la mozione di iniziativa popolare, sostenuta dal M5s di Melfi, “Acquedotto lucano: meno costi e più servizi”.

Permane l’amarezza di un inizio deludente per una amministrazione che prometteva fuochi d'artificio.

Alle melfitane e ai melfitani resta, come sempre, solo la cenere.



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