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La voce della Politica
Di Sario su PD: 'l'incapacità di comprendere le cause di un lungo declino' |
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28/10/2022 | Nel pomeriggio di lunedì 24 ottobre, mi sono recato da osservatore al Giubileo Hotel di Rifreddo per seguire i lavori dell’assemblea regionale del Partito Democratico con all’ordine del giorno la mozione di sfiducia nei confronti di Raffaele La Regina, segretario regionale del PD, che fu eletto nel congresso tenutosi solo 10 mesi fa. Si consideri che io restai fuori da tale assemblea, perché non organico alle maggiori correnti interne al PD di Basilicata, e quindi inserito in posizione sfavorevole in una delle liste che appoggiarono il segretario poi eletto. A tal proposito voglio rivendicare di essere stato uno dei 12 segretari che nell’aprile del 2019, all’indomani della batosta elettorale alle elezioni regionali, firmarono un duro documento programmatico che aveva l’ambizione di riformare e rinnovare completamente il PD lucano agonizzante, massacrato dalle fallaci strategie funzionali alle ambizioni personali degli uomini politici detentori del potere da troppi anni, e che purtroppo stavano polverizzando e soffocando il partito stesso. Già allora quelli che erano stati i nostri leader di riferimento, non volevano comprendere che la loro stagione politica volgeva al termine, e che i lucani guardavano già altrove, ma ostinatamente si comportavano da proprietari di quel Partito Democratico, utilizzato come scudo e come trampolino delle proprie posizioni di potere e di privilegio. A differenza di quanto dichiarato da qualche componente di quell’establishment, chi ha tradito completamente i valori e gli ideali di riferimento del centrosinistra lucano non è stato il partito, ma coloro i quali avrebbero dovuto dare l’esempio di una classe politica e amministrativa lungimirante, proprio durante la stagione di quello che fu definito il partito regione; ci fu un vero delirio di onnipotenza che portò svariati eletti e dirigenti di partito a superare il limite del tollerabile, in termini di stile, condotta e sostanza politica. Lunedì pomeriggio, così come hanno fatto altri, avrei potuto chiedere ai delegati di poter intervenire, ma l’ho ritenuto inutile e inefficace, sarebbe stata una difesa della persona “Raffaele” ed i miei umili consigli e inviti al ragionamento politico, sarebbero caduti nel vuoto perché le truppe erano già schierate sia in sala che online. Il Segretario Raffaele La Regina ha fatto degli errori ed ha gestito male la vicenda delle candidature alle elezioni politiche, ritengo che egli sia stato sfortunato anche nel non aver avuto il tempo sufficiente per iniziare a riformare il PD lucano, ritrovandosi catapultato in elezioni politiche anticipate, a pochi giorni dalla conclusione di molti congressi di circolo e dal rinnovo delle assemblee provinciali del partito. Siamo al 15° anno di vita del Partito Democratico, molti circoli territoriali sono finalmente spinti anche dalla militanza di giovani, che non hanno vissuto affatto quella stagione di difficile coesistenza tra ex democristiani ed ex comunisti, ma questi stessi giovani oggi purtroppo, stanno ancora subendo le gabbie correntizie e non hanno ancora il coraggio per far respirare aria nuova nel PD. Io sono un cinquantenne che crede in loro, ma devono essere consapevoli del fatto che servono scelte radicali e che questo pantano è il risultato dell’incapacità di tanti ex BIG del partito di accompagnare processi innovativi e di crescita vera delle nuove leve, difatti la degenerazione si è innescata proprio attraverso il ripetuto ricoprire cariche elettive non al servizio del partito e della società, ma per cristallizzare filiere personali di potere con la fidelizzazione di adepti funzionali alla mera conservazione di posizioni privilegiate per pochi fortunati. Ho l’impressione che i firmatari e tutti coloro i quali hanno votato la mozione di sfiducia a Raffaele La Regina non si siano posti il problema di cosa deve essere il PD 2022-2030 e nemmeno di come si possa spiegare ai lucani l’aver sfiduciato un giovane segretario nel pieno di una crisi profonda del governo di centrodestra in Basilicata. Dietro questa accelerazione nello sfiduciare il giovane segretario, secondo me, ci sono già i preparativi e le strategie di posizionamento in vista di possibili elezioni regionali anticipate, ma c’è anche la frustrazione e la rabbia di chi nel Partito Democratico, con ottusa ostinazione non ha compreso, che la sconfitta elettorale sarebbe stata la logica conseguenza dell’essere ormai da troppi anni identificati come il partito del sistema e della gestione distorta del potere. L’ormai ex segretario ha sbagliato nel non capire che avrebbe potuto veramente investire in quel ruolo, ma mettetevi anche nei panni di un giovane che a 29 anni si vedeva in parlamento con la possibilità di iniziare ad avere peso in Basilicata, inaugurando una nuova stagione politica. Ribadisco che questa non è una difesa dei suoi errori, è la contestazione dei modi e dei metodi degli attacchi, con la consapevolezza che il dossieraggio nei suoi confronti è partito dall’interno del partito e non solo. Una colpa di certo non può essere accollata al giovane La Regina, il fatto che gli elettori lucani hanno decretato il definitivo fallimento, di quella missione politica che da molti anni avevano affidato agli eletti del Partito Democratico nei livelli istituzionali più importanti.
Alessandro Di Sario (segretario del circolo di Castronuovo di Sant’Andrea, consigliere comunale e componente dell’assemblea provinciale del PD di Basilicata).
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