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Legambiente su bando di gara per la gestione del Centro Visita/Cea di Jazzo Gattini

30/04/2022

L’impegno di Legambiente per la tutela del Parco della murgia e per il Centro di educazione ambientale di Masseria Radogna e Jazzo Gattini risale a partire dalla seconda metà degli anni ottanta e sono luoghi fondativi per il nostro circolo.
Importante è stato il contributo che l’associazione ha dato per la redazione del Piano Quadro del Parco, basta leggere l’elenco dei collaboratori estensori dei vari argomenti tematici per rendersi conto di quanto la Legambiente sia stata presente e partecipe nei processi di progettazione, elaborazione e realizzazione del Parco.
Da allora molte cose sono successe, a partire dall’approvazione del Primo programma biennale di attuazione della legge 771/86, alla legge istitutiva del Parco nel 1990, alla Legge quadro sulle aree protette del ’94, fino all’avvio del processo di adozione del Piano del Parco e istituzione dell’Ente Parco nella seconda metà degli anni novanta. Tale processo è stato accompagnato da progetti di acquisizione e restauro di patrimoni, Masseria Radogna, Jazzo Gattini, Cava del sole, Chiese e complessi rupestri di Murgecchia e di Murgia Timone, La Vaglia. Tutto questo grazie anche alla presenza nelle istituzioni di persone solidali con le azioni di Legambiente. Sono anche anni che hanno segnato l’incasso di alcune sconfitte: lo stralcio delle aree di pre-parco e il meccanismo di governance del Parco.

Oggi, conclusa la fase sperimentale di gestione del Centro Visita di Jazzo Gattini e Massera Radogna per cui ringraziamo chi in questi anni ha garantito una fruizione equilibrata dell’area, è necessario che l’Ente Parco recuperi la propria missione di garante sul piano culturale, educativo e scientifico, così come indicato correttamente nei documenti che accompagnano il Piano Quadro del Parco, dove sono specificate le norme, le strutture gestionali e anche i percorsi di visita e di accesso.

Occorre dunque che venga definito il “capitolato di servizio” e i “criteri di valutazione delle offerte” che dovranno avere come base di riferimento “il paradigma ecologico di sostenibilità ambientale”  sancito dalle norme di tutela generale dei siti sensibili del Codice dei Beni Culturali, dal MIBACT sulla capacità di carico turistica, dalla Commissione Europea, dall’UNESCO nel Piano di gestione 2014 -2019, dalla Convenzione Rete Natura 2000 per la tutela degli  habitat naturali, dalle norme di gestione dal Piano Generale di Recupero di cui alla legge 771/86 e dal Piano Quadro della legge istitutiva del Parco.
Particolare rilevanza deve essere attribuita alle attività didattiche, di documentazione e di ricerca scientifica, pertanto non è possibile prescindere dall’esperienza e dai crediti acquisiti nella didattica ambientale, nella capacità di costruire reti e relazioni virtuose in campo scientifico e ambientale. La parte economica del piano di gestione non può che essere del tutto secondaria, così come gli eventuali corrispettivi. Pensare soltanto ad incanalare flussi di turisti così come avviene in città è inammissibile, il Parco con tutte le sue emergenza esige una corretta fruizione sostenibile dell’intero comprensorio.
Il piano di gestione, approvato dall’amministrazione comunale, dall’Ente Parco e dal MIBACT contiene una analisi puntuale sulla capacità di carico turistica (CCT) che prevede, data la fragilità dei luoghi, di regolamentarne l’apertura e le visite. Questo contempla che ci sia una gestione degli accessi a murgia Timone con visite guidate scaglionate da Jazzo Gattini, concepito come ‘punto informativo’ e luogo di partenza dei percorsi, e con un numero massimo di utenti che contemporaneamente devono fruire dei luoghi. Queste norme sono fondamentali per tutelare i beni culturali, paesaggistici e archeologici e per non sovraccaricare il sistema ambientale - naturalistico. Le scelte gestionali in termini di organizzazione temporale delle visite e dei possibili percorsi è rimandata agli Enti Gestori e Competenti, anche in base all’effettivo organico a disposizione. Si sottolinea però l’importanza di tenere in considerazione il numero minimo degli utenti in modo da pianificare, sempre in linea con le necessità e possibilità degli Enti gestori, percorsi misti (ovvero di visitare sia le chiese, che gli scavi, che i percorsi passando dai belvedere) capaci di garantire una capacità di carico sostenibile.
I percorsi carrabili sono disciplinati e utilizzabili soltanto dai mezzi del parco, quelli dei proprietari o gestori dei fondi e quelli delle forze dell’ordine o di pubblica sicurezza. Non è consentito a visitatori esterni di accedere alle contrade del Parco con autoveicolo privato, al di fuori dei Centri Visita ed aree di parcheggio.
Per affrontare correttamente la gestione del prospicente altopiano di murgia Timone non è possibile fare a meno dell’attivazione contestuale del centro visita dell’ex convento di Santa Lucia alla Civita individuato come il vero e proprio “centro direzionale” del Parco.



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