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La voce della Politica

''Si chiama libertà di pensiero'': riflessione di una docente

13/06/2020

“Tutti i cittadini hanno pari dignità […], è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che […] impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”, art. 3 della Costituzione italiana.

La Costituzione ai tempi del Coronavirus, già…il terribile flagello ha arrecato i suoi danni e non ha agito da solo!
Castigati dal Covid-19, gli italiani hanno pianto, sofferto e rinunciato a tante cose, in modalità e tempi mai immaginabili, ma, davvero, così imprevedibili? La sofferenza continua, e, con lei, aumenta la consapevolezza di essere stati non solo duramente feriti ma soffocati.
Travolto dall’ondata degli effetti della pandemia, il nostro governo si è trovato ad affrontare una fase di emergenza di insolita portata. Tra una proposta e l’altra, un tentativo e l’altro, una task force e l’altra, un’intervista e l’altra, sono passati mesi e noi abbiamo assistito, impotenti, alla ferocia del virus e alla dissoluzione e al crollo delle nostre abitudini e delle nostre certezze.
Uniti esclusivamente dalla retorica del “VOGLIAMOCI BENE CHE ANDRA’ TUTTO BENE”, dalle canzoni “CORE A CORE”, dalle videoconferenze e dalle piattaforme, dal “STIAMO FACENDO, STIAMO PENSANDO”, questo governo ci ha traghettato dalla fase dell’emergenza alla fase dell’attesa. Ci si aspetta, da chi si pone alla guida del Paese, ricoprendo incarichi di ministero, che abbia le competenze necessarie per contribuire in maniera migliorativa al buon andamento del sistema socio-economico e culturale. Pare, però, che la preoccupazione di questi ministri sia quella di volerci assopiti, ignoranti, indigenti ma “felici”.
Si riesce a leggere, finora, un unico segnale di comunicazione: “democraticamente, si fa ciò che stabiliamo noi”! Un governo nutrito di task force, di tavoli tecnici , che non riesce a restituire la serenità e l’equilibrio calpestati, che non riesce a fare altro che proposte che cambiano di settimana in settimana, ma, si sa, “di buone intenzioni son lastricate le vie dell’Inferno”! Ci aspettiamo delle scelte definitive e produttive!
Se il Coronavirus ha strappato la vita a tante persone, ha condizionato l’esistenza di tanti italiani risultati positivi e piombati nell’angoscia logorante di una quarantena legata agli esiti dei vari tamponi, beh, questo deve fornire sufficiente motivazione non per alimentare la paura, l’allarmismo, ma per alimentare il coraggio e la lucidità che servono per riappropriarsi della propria identità culturale, storica, sociale ed economica. I diritti umani vanno rispettati: il diritto all’istruzione, alla libertà, al progresso, alla salute. La messa in sicurezza non si attiva solo con il distanziamento sociale o con le chiusure, ma con una campagna di sensibilizzazione e di responsabilizzazione forte, quotidiana, proposta da tutti i canali di comunicazione, non attraverso musichette, canzoncine, apparizioni varie e annunci.
Ancora oggi, in alcune parti del mondo, si vive il terrore della guerra; la guerra è violenza, è tortura, è terrore, è fame, prigionia, è morte, DOLORE. Il Coronavirus ha molto in comune con tutto questo, ma non è lui che ci ha tolto la libertà e la dignità, ce la stanno togliendo le lunghe pause, le incertezze, i tentativi, gli scenari prospettati, le soluzioni “tampone” di questo governo, tanto per restare nello stesso campo semantico. Lo slancio controllato si può fare, le nostre ricchezze ci sono ancora, le nostre aziende, le nostre scuole, i nostri paesaggi stanno aspettando, fermi, che sia restituita loro la ragione per cui esistono! Non c’è più tempo di agire per tentativi, si dovrebbero già avere piani di intervento, misure garantiste e una buona dose di coraggio e senso del dovere. La vita ai cittadini bisogna tutelarla prima di tutto, garantendo i diritti.
Si sta assistendo a un capovolgimento aberrante di ogni principio, in nome di una battaglia che non siamo riusciti nemmeno ad evitare, figuriamoci se riusciremo a vincerla! Rischiamo di giocare a nascondino per lungo tempo, se non riusciremo a fare scelte mirate, coraggiose e dignitose. Ministeri importantissimi affidati a persone che ne hanno fatto un’armata Brancaleone, ignorando la natura e le finalità di certe professioni; campagne di solidarietà fondate su slogan “tormentoni”, in buona pace di quanti hanno rischiato, combattuto e pagato per sollevare il Paese in tempi critici e per riformare settori che dovrebbero essere i pilastri di una nazione, settori che determinano l’ISU di una nazione, ma se continuiamo a sorvolare, a gratificare, ad elargire senza controlli, a premiare senza meriti, forse, non ci resterà più nemmeno il vanto del passato!

Un giorno di giugno 2020


Mariateresa D’Agostino



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