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La voce della Politica
Dal Pollino arriva la risposta all'imprenditore Chieffo |
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9/07/2019 | In considerazione delle dichiarazioni del dott. Chieffo, apparse sul quotidiano on line La Siritide del 06/07/2019, che esprime una opinione circa le attività dell'Ente Parco, e in relazione al numero di presenze turistiche nell’area del Pollino, pur lusingato dal fatto che il territorio del Parco riesca ad attrarre l’attenzione di tecnici ed esperti economici, si tiene a precisare quanto segue.
Un’ analisi seria e puntuale deve prendere in considerazione il territorio nella sua interezza, valutando tutte le componenti economiche che lo contraddistinguono. Nel caso di studi settoriali quali quelli relativi al turismo, é necessario paragonare territori che presentino caratteristiche simili. Paragonare l’area del Pollino con altre zone che presentano al loro interno forme di attrazione classificabili nell’ambito del cosiddetto ‘turismo balneare’ o ‘turismo neve’(con località a forte presenza turistica), come nei casi citati dal dott. Chieffo, risulta alquanto superficiale e privo di base scientifica.
Bisogna soprattutto considerare che un parco nazionale non ha solo il turismo come sua mission, o meglio, l’obbiettivo prioritario di un ente parco non è solo quello di far crescere le presenze turistiche; ci sono altri enti deputati a questo, con i quali noi lavoriamo di concerto, e che si occupano di promozione territoriale in senso specifico ed anche per il nostro territorio.
L’ente parco, come da legge istitutiva n°394/91 “Legge quadro sulle aree protette”, ha diverse finalità:
a) conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotopi, di valori scenici e panoramici, di pro cessi naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici;
b) applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare un'integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali;
c) promozione di attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonché di attività ricreative compatibili;
d) difesa e ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici.
Si può facilmente evincere che la “mission” dell’ente è variegata e complessa.
Tuttavia questo Ente concorre alla valorizzazione turistica del territorio in vari modi, basti pensare ai riconoscimenti UNESCO (Geoparco e siti della World Heritage List) o ancora all’adesione alla Carta Europea del Turismo Sostenibile, con la quale si è definita, condividendola con gli attori locali, una strategia di sviluppo turistico sostenibile.
Il turismo in un parco nazionale é una grande risorsa ed allo stesso tempo un aspetto molto sensibile, motivo per cui si lavora sempre nell’ottica del turismo sostenibile e nell’ambito di una programmazione regionale più ampia (basterebbe leggere il piano turistico regionale della Regione Basilicata, 2008, per avere un’idea più chiara e rispondente alla realtà del nostro territorio e dei relativi dati). Ovvero forme di valorizzazione turistica che siano capaci di mettere a valore ed al contempo conservare le risorse naturali. I faggi secolari del Pollino sono stati studiati per il loro interesse scientifico, in funzione di questo sono diventati anche di interesse turistico.
Questo per esemplificare che un Ente Parco è chiamato a svolgere una missione delicata, che non è sintetizzabile nel mero dato numerico sulle presenze turistiche, ma è chiamato ad essere il protagonista, assieme agli altri enti di governo, di uno sviluppo organico, integrato, durevole e rispettoso del territorio.
E’ una sfida non facile, ma sicuramente affascinante.
nota stampa inviata dall'Ente Parco Nazionale del Pollino |
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