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| Qualità della vita 2025: il Sud resta indietro, piccoli segnali da Potenza e Matera |
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1/12/2025 |
|  La 36ª edizione 2025 dell’indagine “Qualità della vita” del Sole 24 Ore conferma il profondo divario territoriale tra Nord e Sud Italia. Napoli registra un lieve miglioramento, passando dal 106º al 104º posto con 411,4 punti, ma continua a collocarsi nelle ultime posizioni in quasi tutte le categorie: è penultima per “ricchezza e consumi”, 101ª per “ambiente e servizi”, 93ª per “affari e lavoro”, 99ª per “giustizia e sicurezza” e 97ª per “demografia e società”. L’unica voce positiva resta “cultura e tempo libero”, dove raggiunge il 37º posto. In Campania la situazione è leggermente più articolata: Salerno sale al 90º posto con 458,3 punti, mentre Caserta resta in coda al 101º posto (416,9). In Basilicata si registrano segnali incoraggianti: Potenza guadagna quattro posizioni attestandosi all’84º posto (476,94 punti) e Matera sale al 79º posto (485,38 punti). Nel dettaglio, Matera si distingue per “Giustizia e sicurezza” (12ª), mentre Potenza segue al 18º posto. Nei restanti indicatori entrambe mostrano luci e ombre: in “Ricchezza e consumi” Matera è 73ª e Potenza 76ª; in “Affari e lavoro” 83ª e 92ª; in “Demografia e società” 77ª e 98ª; in “Ambiente e servizi” 85ª e 84ª. In “Cultura e tempo libero” Potenza è 78ª, mentre Matera scende al 99º posto. In Puglia, Bari scivola al 67º posto (523,26), Lecce cala all’81º (479,14) e Taranto arretra al 99º (420,7). Situazione critica anche in Calabria: Cosenza risale leggermente ma resta 100ª, Vibo Valentia sale al 102º posto, Crotone resta stabile al 105º e Reggio Calabria chiude la classifica nazionale. Il quadro complessivo conferma che, nonostante qualche miglioramento isolato, molte province del Mezzogiorno continuano a occupare le retrovie, con pesanti ripercussioni su economia, servizi e qualità della vita quotidiana.
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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